di Elvira Corona
A fine ottobre si è tenuto il primo Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari che ha riunito per la prima volta a Roma i rappresentanti di oltre un centinaio di organizzazioni provenienti da tutto il mondo.
Tre giornate che qualcuno ha già definito storiche, dedicate alla Terra, al Lavoro e alla Casa, oggi considerati i bisogni più urgenti della maggioranza della popolazione del pianeta. Voluto dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e dalle organizzazioni che sono tutti i giorni in prima linea per rivendicare questi diritti, e che Papa Francesco ha definito sacri.
“La cultura dell’incontro è alla base di questo evento” ha tenuto a precisare Juan Grabois che Jorge Mario Bergoglio lo conosce da quando era Vescovo di Buenos Aires e già allora era molto impegnato nelle questioni sociali del suo paese. Il rappresentante della CTEP (Confederazione dei Lavoratori dell’Economia Popolare) – che è tra gli organizzatore dell’evento – ricorda come il Papa abbia appoggiato la costituzione del movimento dei cartoneros, come sia stato vicino alla causa dei lavoratori delle imprese recuperate, ai campesinos e ai lavoratori dell’economia informale – solo per citarne alcuni – e di come non si sia dimenticato degli ultimi neppure quanto è stato eletto Papa. “Ha assunto la responsabilità di un Papa non come un privilegio ma come un servizio” ha dichiarato Grabois “e oggi il fatto di poterci incontrare tutti qui è un segnale molto importante per noi, che ci esorta ad andare avanti nella nostra battaglia per la giustizia sociale in un mondo caratterizzato da indifferenza e disuguaglianze”.
Vedere-Giudicare-Agire è stata la metodologia seguita per le discussioni, e durante la prima giornata dedicata al Vedere si è fatta quella che Joao Pedro Stedile – storico rappresentante del Movimento dei Sem Terra brasiliani – ha definito la radiografia della crisi. Si sono analizzati i problemi più importanti che colpiscono gran parte della popolazione mondiale e che favoriscono la disuguaglianza e l’esclusione sociale. Francisca Sanchez, rappresentante dell’Asociacion Nacional de Mujeres Rurales e Indigenas del Cile ha evidenziato come il problema dell’accesso alla Terra sia uno dei fattori principali che obbligano le persone a vivere ai margini, mentre le grandi multinazionali continuano ad aumentare i loro profitti utilizzando pesticidi tossici, organismi geneticamente modificati e utilizzando la scienza e la tecnologia per giustificare le pratiche che mirano al profitto e non al Buen Vivir della popolazione. Sanchez ha fatto riferimento anche alla complicità dei governi e alle lotte che i Movimenti hanno fatto, e continuano a fare, per contrastare l’approvazione dei Trattati di Libero Commercio che sempre favoriscono le multinazionali a discapito della Sovranità Alimentare.
A parlare di Lavoro è stato invece l’Argentino Sergio Sanchez, rappresentante della Federacion Argentina de Cartoneros y Recicladores che ha parlato della fortuna avuta ad incontrare Jorge Mario Bergoglio nelle periferie di Buenos Aires quando ancora era Vescovo nella capitale argentina. Ha affermato di parlare da ex- escluso e di come la sua lotta e quella di milioni di persone gli abbia consentito di avere un lavoro dignitoso. Ma non basta, ora le rivendicazioni continuano per avere il riconoscimento istituzionale del sindacato e tutte le protezioni sociali che spettano a ciascun lavoratore. Jockin Arputham della Naional Slum Dwellers Federation of India e International, invece si occupa di favorire condizioni di vita dignitose nelle baraccopoli del mondo. Il suo è stato un intervento molto sentito che ha individuato le responsabilità della Chiesa che in passato non ha mai appoggiato esplicitamente questi movimenti, sulla necessità di lottare e non di aspettare che i problemi si risolvano da soli, ma anche dell’importanza di appoggiare tutte le lotte che ci sono nel mondo per avere accesso a un alloggio decente. Arputham dopo la sua critica ha detto di essere felice che un Papa visionario come Francesco abbia deciso di sentire la loro voce e che spera di averlo sempre al loro fianco nelle battaglie per l’inclusione e la giustizia sociale. I partecipanti hanno lavorato anche all’interno di gruppi più ristretti, sempre dedicati alla Terra, al Lavoro e alla Casa con il focus sulla dignità umana. Insieme a Rita Ribeiro dell’ETC Grpup Messico si è approfondita anche l’analisi delle conseguenze dovute ai cambiamenti climatici, e alle conseguenze dei conflitti in corso nel mondo con Abdullah Aysu della Confederation Paysanne CIFTCI-SEN Turchia.
La seconda giornata – dedicata al Giudicare – è stata senza dubbio la più emozionate per tutti i partecipanti a prescindere dal credo. Per la prima volta nella storia della Chiesa il Papa ha incontrato i rappresentanti dei Movimenti Popolari che lavorano dal basso per la propria dignità, che non aspettano che qualcuno risolva i loro problemi ma fanno tutto quello che possono per migliorare la loro condizione. E così che i cartoneros argentini dalle periferie di Buenos Aires sono arrivati al Vaticano e hanno fatto sentire direttamente la loro voce, così come gli abitanti degli slums di New Dehli, o di Nairobi, ma anche i contadini delle campagne brasiliane e nicaraguensi, palestinesi e curde. E il Papa li ha incoraggiati ad andare avanti, usando la parola lotta più volte nel suo discorsoe ribadendo che l’amore per i poveri è al centro del vangelo e che è parte integrante della Dottrina Sociale della Chiesa: “Non si può affrontare lo scandalo della povertà promuovendo strategie di contenimento che unicamente tranquillizzano e trasformano i poveri in esseri addomesticati e inoffensivi. […] Che bello invece quando vediamo in movimento popoli e soprattutto i loro membri più poveri e i giovani. Allora sì, si sente il vento di promessa che ravviva la speranza di un mondo migliore. Che questo vento si trasformi in uragano di speranza. Questo è il mio desiderio”.
Nello stesso pomeriggio anche il presidente boliviano Evo Morales ha incontrato i Movimenti Popolari, criticando fortemente il sistema capitalista, alla base di tutte le disuguaglianze e ingiustizie sociali, e ricordando di come anche lui da leader popolare sia poi riuscito ad occupare spazi di potere da dove sta cambiando profondamente il suo paese, ma sottolineando anche lui che: “il potere non deve essere un privilegio ma un servizio”. La terza giornata si è conclusa con una dichiarazione finale adottata all’unanimità, dove ci si impegna nella costruzione di una rete solida e duratura tra i partecipanti, e aperta a tutti quelli che vorranno aderire condividendone i principi.
Tratto dal Granello di Sabbia di Novembre – Dicembre 2014: “Riconversione ecologica”, scaricabile QUI