Editoriale: “Voglio cambiare davvero, quindi voto NO!”

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Vota No

di Vittorio Lovera

Siccome siamo, davvero e da sempre, per il cambiamento, il 4 dicembre, convinti e determinatissimi intendiamo contribuire al successo del NO al Referendum sulla riforma costituzionale.

Questo Granello è interamente dedicato a contrastare l’ennesimo tentativo di determinare, in nome di un presunto cambiamento, una “riforma” costituzionale insensata, pasticciata, incomprensibile e soprattutto anti-democratica, che nulla ha a che fare con la modernizzazione del sistema Paese. Una riforma pensata, ideata e realizzata proprio per dare continuità al passato, per restringere lo spazio democratico, per ampliare il ruolo e il potere delle segreterie dei partiti, per foraggiare le solite lobbies imprenditoriali e finanziarie. Ai cittadini e cittadine, in nome del “cambiamento”, viene ulteriormente sottratta la possibilità di partecipare alle decisioni e di vedere rispettati i diritti che l’attuale Carta Costituzionale garantisce.

Questo Granello intende offrire dei contributi e degli elementi che permettono di comprendere in profondità l’incredibile quantità di false informazioni che i fautori del Sì stanno diffondendo da mesi. Se di per sé è un paradosso democratico il fatto che un governo non eletto intervenga sulla Costituzione, ancora più sconvolgente è la difformità di risorse pubbliche utilizzate nella campagna informativa (si pensi anche solo ai viaggi internazionali – per il voto degli italiani all’estero – di Boschi & Renzi) e nelle comparsate televisive : neppure ai tempi del caimano Berlusconi era così netta la disparità di accesso alle tribune informative.

Pensavano potesse essere un plebiscito… ma ora sono in affanno e i sondaggi li danno perdenti, anche se la forbice si sta accorciando visto il battage pubblicitario concesso al Sì.
Mobilitiamoci tutti per evitare un pericoloso colpa di coda : gli indecisi sono ancora molti, facciamo sentire loro le ragioni del NO.

Pensiamo davvero che il destino dell’Italia, seconda delle 28 nazioni europee per livello di corruzione (UE : 1 Bulgaria, 2 Italia, 3 Romania, 4 Grecia, secondo il Corruption Perceptions Index 2015 dell’Ong Trasparency International ) dipende dal superamento del bicameralismo paritario?

Pensiamo davvero che il cambiamento dell’agonico sistema imprenditoriale italiano, dell’impressionante livello di disoccupazione, dello scellerato degrado ambientale siano legati alla nostra Costituzione, considerata negli altri Stati esempio di equilibrio e di ottima calibratura dei diritti?

Pensiamo davvero che Boschi, Renzi, Richetti, Ceccanti, Minelli, Vassallo e Clementi possano portare “cambiamenti significativi” rispetto all’attuale Carta Costituzionale redatta, tra gli altri, da Pietro Calamandrei, Giuseppe Dossetti, Aldo Moro, Giorgio La Pira, Lelio Basso, Meuccio Ruini, Concetto Marchesi?

Pensiamo davvero che si possa abiurare la democrazia per paura del dopo-Renzi?
Pensiamo davvero che la Carta Costituzionale possa essere stravolta al punto da renderla più simile allo statuto di una Srl che al patto sociale che ha consentito al Paese, definendo i diritti ed identificando i doveri, di ritrovare unità e speranza dopo vent’anni di dittatura e una sciagurata guerra?

Ovviamente noi pensiamo assolutamente di NO!

E’ evidente che non siamo noi quelli da convincere sulla pericolosità e sulle innumerevoli menzogne che questo Referendum contiene, a partire da come è stato furbescamente strutturato e formulato il quesito, in modo da orientare anche inconsciamente a votare sì.
Fino al 4 Dicembre dobbiamo continuare meticolosamente ad ascoltare, parlare, convincere, orientare il gran numero di indecisi che con il loro voto determineranno il risultato del Referendum.

In questo Granello il Vademecum redatto da Nino Lisi dell’Associazione Cittadinanza e Minoranze, è uno strumento che può aiutare a comprendere – al di là degli slogan – quanto questa riforma sia pericolosa per la democrazia e la partecipazione.

Chiunque approfondisca, con una semplice lettura, le modifiche proposte vedrà con chiarezza quanto sia subdola l’operazione che stanno cercando di far ratificare da un voto popolare capziosamente orientato.

Prima con il Referendum Segni (sistema maggioritario), poi con il Federalismo, quindi con l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, le classi politiche che hanno governato il paese hanno cercato di attribuire alla Costituzione la propria inadeguatezza e incapacità.
Ci ritroviamo con un sistema elettorale spurio, con deficit regionali pazzeschi e con un debito pubblico assolutamente fuori controllo? Colpa della Costituzione!?

Dal 1947 ad oggi sono già 15 le modifiche apportate alla nostra Carta Costituzionale. E il Paese continua a scivolare verso il tracollo.
Proprio come l’ex Premier britannico Cameron pensava di poter gestire il referendum sulla Brexit per aumentare il suo potere di controllo sulla nazione, così ha agito Matteo Renzi per il referendum sulla riforma istituzionale : solo ed esclusivamente per motivi di bottega. Pensava ad un plebiscito, ora sa di rischiare il “cadreghino”.

Asfaltiamolo.

Come nel caso della Brexit, tutti gli scenari apocalittici paventati da media ed imprenditori nel caso di vittoria dei NO, sono vere e proprie bufale. Ovunque si voti gli elettori stanno punendo l’establishment, reo di non avere messo in campo misure serie e di discontinuità rispetto a una Crisi sistemica sempre più globale, che ha impoverito anche le classi medie ed aumentato in modo drammatico le diseguaglianze economiche e sociali.

Attac Italia è da sempre favorevole a una revisione costituzionale che vada nella direzione prima di tutto di dare piena applicazione all’attuale Carta Costituzionale (ricordiamoci che i governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi non hanno rispettato e applicato l’esito del referendum sull’Acqua Pubblica) e poi di dare risposte credibili e compiute sia ai sempre maggiori bisogni di tutela dei cittadini (diritti) che alla tutela dell’ambiente e dei beni comuni.
A questo proposito vedi l’articolo di Alice Cauduro (Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua Pubblica) sul diritto all’Acqua come paradigma della democrazia costituzionale.

Mentre cerchiamo di difenderci dal Renzi – pensiero, nel mondo continuano a piovere pietre.

Donald Trump – apparentemente a sorpresa – batte sia i democratici che una buona fetta della sua stessa coalizione, quei repubblicani che l’hanno a lungo osteggiato, e questo segna una pericolosa svolta rezionario-populista negli States.

Palesemente sconfitta la scelta di affidare il dopo Obama (presidente dalle grandi aspettative – “we have a dream” – totalmente disattese) ad Hillary Clinton, donna certo, ma anche personaggio poco trasparente e legata a doppia tripla mandata alle lobbies finanziarie. La sua debacle pone fine alla stagione del moderato “socialismo” riformista (stile Blair, per capirci) e qui, nel “made in Italy”, si “gufa” speranzosi affinché quell’onda lunga spiani definitivamente anche Matteo Renzi, il più pericoloso dei suoi interpreti.

Gli effetti delle politiche di austerity, di privatizzazioni selvagge e di globalizzazione spinta spingono le frange più emarginate, escluse e disperate a tornare ad esercitare il diritto di voto per affidarsi ai “nuovi demagoghi” Trump, Farage, Le Pen, Orban e lo stesso Grillo, più confuso e, forse, meno reazionario.

Candidati inadeguati e politiche continuiste, per contrasto ingenerano a sinistra un sempre maggior astensionismo, che rientra – quasi sempre fuori tempo massimo – solo per la paura che si affermi la controparte.
La discontinuità, che i cittadini globali desiderano, svolta a destra perché il cambiamento richiede nettezza e radicalità e, per motivi differenti, gli epifenomeni della discontinuità di sinistra hanno mostrato solo code di paglia, vedi Syriza-Tsipras in Grecia e Podemos in Spagna.

Negli States forse una scelta differente da parte dei democratici, del profilo e quindi del programma del candidato alla presidenza Bernie Sanders al posto della Clinton, sarebbe stata sufficiente ad invertire il risultato finale. Il dato di fatto inequivocabile è che, da sinistra o da destra, la gente vuole cambiamento e discontinuità vera, perché è ormai superato ogni livello di guardia ammissibile nelle condizioni di vita delle persone.

Leggete questa bella analisi di Massimo Marnetto, per anni coordinatore del Circolo Libertà e Giustizia di Roma e uno degli attivisti della Campagna 005, stesa mentre era ancora in atto lo spoglio delle elezioni presidenziali statunitensi.

E’ presto. Mi bevo un caffè amaro, vedendo il contatore dei voti di Trump scavalcare quello della Clinton.
L’uomo che non piaceva a nessuno, è stato votato da tutti. Penso che molto dipenda dall’insicurezza globale dell’Occidente e in particolar modo degli Usa. Quando c’è paura, scegli chi ti toglie di meno e non chi ti dà di più. La domanda di giustizia sociale può attendere. Quando le vacche torneranno grasse e i confini sicuri. Ora sono tempi incerti, la massa vede la globalizzazione unicamente come invasione. Di prodotti e di persone. 
I poveri fanno più paura dei ricchi. Allora si votano i miliardari per fermarli, per riportare l’ordine. L’antidoto che si cerca quando c’è l’epidemia della paura. Non è necessario che la società sia giusta, dicono gli spaventati, purché ci sia ordine. E i poveri tornino al loro posto, in fondo alla società, senza pretendere diritti; le donne tornino dietro agli uomini, senza disturbare con la loro domanda di uguaglianza e di avere finalmente una presidente donna; gli stranieri stiano fuori, senza portarci anche i loro problemi. La zattera è piccola. Dobbiamo prendere a remate in testa chi ci si attacca per salire, perché può farla rovesciare.
La Clinton non ha rassicurato chi soffre le disuguaglianze, per una distanza di status abissale tra sé e la classe media, per non parlare di afro-americani e latinos. Non solo. Poco credibile per la sua appartenenza a una dinastia, non ha raccolto i voti dei sostenitori di Bernie Sanders, l’unico che poteva sfidare Trump mobilitando i defraudati in una lotta di classe. Hillary è una minestra riscaldata, non l’elemento di rottura che attendevano i tanti che hanno sempre meno, per contrastare i pochi che hanno sempre di più.
Non so come andrà a finire. Se Trump vincerà, inaugurerà l’inizio del declino americano. Ma avrà almeno il vantaggio di mostrare il volto violento e ingiusto del capitalismo, troppo a lungo camuffato. In America e in Europa.

Ma qualche lampo di luce, in tutta questa desolazione?
La numerosa delegazione di Attac Italia, che con molte altre organizzazioni tra cui Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua Pubblica, Campagna Stop TTIP, Cadtm Italia per l’annullamento del Debito Illegittimo, Libera, Ri-Maflow, ha partecipato alla giornata conclusiva del “III incontro mondiale dei Movimenti Popolari” e ha incontrato Papa Francesco. Le cronache dei media hanno ridotto la portata dell’incontro e le parole di papa Francesco al “vergogna” lanciato per la condizione insostenibile dei migranti e dei rifugiati, ma si sono ben guardate dal riportare la lucida analisi, l’attribuzione delle responsabilità e la piattaforma che i delegati dei movimenti popolari di tutti i continenti hanno elaborato e che le inequivocabili parole di Papa Francesco hanno restituito.
Terra, Casa, Lavoro (in spagnolo le 3T : Tierra, Techo, Trabajo) diritto alla terra per chi la lavora, diritto alla casa, diritto al lavoro e alla dignità delle persone, e preservazione del “creato” per le generazioni future.
Contro i muri insanguinati pace e ponti.
Sovranità alimentare e rispetto dei diritti dei popoli indigeni contro la dittatura del denaro e del profitto, contro il dominio della finanza e la cultura dello spreco contro cui non è solo giusto opporsi ma è giusto lottare perché le ingiustizie siano cancellate.
La redazione del Granello di Sabbia mette sul sito www.attac-italia.org la versione integrale del discorso del Papa, le prime reazioni degli attacchini presenti dando spazio anche ai vostri commenti.
Laicamente occorre riconoscere, seppur provenienti da un ambiente non neutro su cui pesano secolari macigni, che oggi Papa Francesco e una parte della Chiesa, esprimono su sociale, finanza & capitalismo, ambiente, delle posizioni che le attuali “sinistre” di governo definirebbero ideologiche e massimaliste. Approfondiremo sicuramente la portata e le prospettive di questa porta che si apre…
Ma prima di tutto occorre abbattere l’altra chiesa, quella conservatrice del furbo scout Matteo Renzi!

Vogliamo cambiare davvero, quindi il 4 Dicembre votiamo NO!

Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 26 di Novembre-Dicembre 2016 Voglio cambiare davvero, quindi voto NO!