di Eliana Caramelli (Cobas Comune Venezia)
Una premessa importante
Crisi di bilancio, sforamento del patto di stabilità, riduzione dei servizi ai cittadini, aumento delle tariffe, tagli agli stipendi dei dipendenti comunali. È accaduto anche a Venezia: città ricca, con i suoi 260.000 abitanti e 22 milioni di turisti all’anno; città a cui non sono mancati, in passato, ingenti finanziamenti pubblici con la Legge Speciale, drenati dal Mose, grande opera sommersa da scandali e tangenti; città dove l’arresto del Sindaco Orsoni, nel 2014, per finanziamento illecito al proprio partito (PD), ha portato ad un difficile anno di Commissariamento.
Cosa stava succedendo? Se lo sono chiesti i lavoratori e le lavoratrici del Comune di Venezia, dal momento in cui si è cominciato a minacciare pesanti tagli al bilancio. Eppure, già nel 2012, alcuni di loro avevano proposto all’Amministrazione un percorso di spending review dal basso, costruita dai lavoratori, e una delibera di Consiglio per chiedere al Governo una modifica dei vincoli del Patto di stabilità, che già incombeva come una scure. Proposte inascoltate, mentre la scure dei tagli si è infine abbattuta, e i primi a pagare sono stati i cittadini, con i tagli nei servizi, e i lavoratori, ai quali sono state tolte prima varie indennità e poi il salario accessorio, ovvero ulteriori 200 €/mese a testa, su stipendi di €1.300 in media. La risposta alle proteste dei dipendenti, che hanno messo in atto anche l’occupazione del Municipio per 8 giorni nel febbraio del 2015, è stata sempre la stessa: “non ci sono i soldi”.
Ed è proprio da qui che parte l’inchiesta dei COBAS, basata tutta su atti ufficiali e documenti pubblicati, dalla quale emergono in modo chiaro tutta l’ambiguità e l’inefficienza nelle modalità di gestione e di controllo delle società partecipate, ben 26 per il solo Comune di Venezia.
Infatti, dal bilancio comunale 2015, si è visto come il 63% delle spese correnti fossero impegnate nella voce “acquisto di beni e servizi”, ovvero dirottate nelle casse delle varie società del Comune. Analizzando inoltre il fondo del personale del comparto (quindi non dirigente), si è visto come dal 2009 fosse venuta completamente a mancare, tra le voci di entrata, quella relativa alle sponsorizzazioni, che possono finanziare, per una quota massima del 30%, il fondo dei dipendenti (art. 43 L. 449/1997). Ma, guarda caso, dal 2012 tutte le sponsorizzazioni sono state passate alla società pubblica Ve.La. Spa.
L’inchiesta su Ve.La. Spa
Il “pasticcio” viene da lontano, con la costituzione nel 2007 (Giunta Cacciari) di Venezia Marketing&Eventi Spa (VM&E), società allora controllata dal Casinò municipale e da alcuni privati (tra i quali l’attuale Sindaco Luigi Brugnaro, allora Presidente Confindustria). Nel 2012, il Consiglio comunale opera una riorganizzazione societaria, liquidando le quote dei privati, assorbendo in Ve.La. Spa sia VM&E Spa che Lido Eventi&Congressi Spa, e trasferendo alcune nuove funzioni fino ad allora gestite direttamente dagli uffici comunali. Per farlo ci si appella alla definizione di “servizio di interesse generale di rilevanza economica”, vaga definizione di derivazione europea, grazie alla quale è possibile l’affidamento diretto in house, ovvero senza gara.
Nel 2014, l’allora Giunta Orsoni approva un Disciplinare tecnico e una serie di atti successivi, con i quali si cominciano a trasferire a Ve.La. SpA una serie di “benefits” di competenza comunale necessari all’“organizzazione, realizzazione e gestione di manifestazioni ed eventi di interesse turistico e culturale” (tra cui Carnevale, Redentore, Regata storica, Capodanno), ma che di fatto costituiscono anche un vera e propria fonte di guadagno extra. Basti pensare alla gestione degli spazi dell’Arsenale (per la quale a Ve.La. si riconosce un aggio del 15%) e della Pescheria di Rialto, assegnata nei fatti, senza un formale atto di concessione; o alla promozione del Marchio della Città di Venezia e al Portale unico del turismo, che, da solo, nel 2012 fatturava € 3.800.000.
A questo si aggiunge anche la gestione in via esclusiva di tutte le sponsorizzazioni e dei grandi spazi pubblicitari, nonché la gestione commerciale di importanti location di proprietà comunale per eventi pubblici e privati, cene di gala, spot commerciali (Teatro La Fenice, Palazzo del Casinò, Palazzo Ducale, Palazzo del Cinema del Lido).
Oltre a tutto questo, a Ve.La. Spa, sempre in nome dell’interesse generale, sono concesse deroghe a tutti i Regolamenti comunali ed esenzioni sulle tasse di occupazione suolo pubblico (Cosap) e pubblicità (Cimp), indipendentemente dai contenuti e dalle finalità degli eventi organizzati, in molti casi a carattere privato e di dubbio valore culturale.
Con mare calmo o mosso, Ve.La esce sempre vincente: da una parte incamera al posto del Comune tutte le possibili entrate dell’affitto degli spazi e dei numerosi e facoltosi sponsor privati, attratti dalla esclusività della Città di Venezia; dall’altra, scarica tutti i costi degli eventi (logistica, pubblicità, servizio d’ordine, rifiuti, etc.) sul Comune, il quale, tramite i propri uffici preposti, continua a coordinare anche la parte autorizzativa.
Viene da chiedersi quindi: ma il servizio offerto da Ve.La dov’è? Sarebbe importante saperlo, visto che il Comune, nel solo 2014, ha pagato a Ve.La. €1.780.000 di corrispettivo (corrispettivo che, negli anni, è aumentato del 78%, nonostante l’aumento di benefits e sponsor avrebbe dovuto rendere autosufficiente la società).
I Cobas hanno presentato pubblicamente l’inchiesta, chiedendo maggiore trasparenza, a partire dalla pubblicazione sul web dei contratti di servizio delle società, per arrivare a un chiaro bilancio dei costi e delle entrate derivanti da sponsorizzazioni, e rilanciando con proposte fattibili e concrete: reinternalizzare una parte dei servizi ceduti a Ve.La, visto che in Comune esistono tutte le professionalità per gestirli, approvare un Regolamento sulle sponsorizzazioni e ritornare ad assegnare il 27% di queste al fondo del dipendenti.
Ne guadagnerebbero senza dubbio le casse comunali ma anche l’immagine della città, sempre più invasa da feste esclusive e odiosi grandi spot.
Ad oggi, l’unico risultato raggiunto è che la Giunta Brugnaro ha assegnato a Ve.La anche la gestione dell’ex Azienda di Promozione Turistica. Ma, come Cobas, siamo intenzionati ad andare avanti: presenteremo un esposto alla Corte dei Conti ed amplieremo l’inchiesta anche ad altre partecipate del Comune di Venezia. (ulteriori info su www.cobasvenezia.it).
Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 23 di Gennaio-Febbraio 2016 “Verso una Nuova Finanza Pubblica e Sociale: Comune per Comune, riprendiamo quel che ci appartiene!“.