di Marco Schiaffino
Se Sir Arthur Conan Doyle fosse ancora in vita, ci scriverebbe un racconto. Lo intitolerebbe probabilmente “La mano invisibile” e tratterebbe del più grande assassino seriale della storia. Nessun regime, nessun dittatore e nessun serial killer sarebbe in grado di competere con l’assassino seriale che l’opinione pubblica identifica generalmente con il rassicurante nome di “libero mercato”. Più crudele di un qualsiasi Moriarty e più efferato del peggior Hannibal, il libero mercato uccide utilizzando qualsiasi strumento. Nelle ultime settimane, in Italia, ha utilizzato le alluvioni, ma in genere non disdegna pandemie, fame, incidenti sul lavoro e disastri nucleari.
Purtroppo per noi, non c’è nessuno Sherlock Holmes sulle sue tracce. Di più: il nostro serial killer può contare su un gran numero di ispettori Lestrade, che da “normalmente” incapaci, sono diventati complici e conniventi. A ogni assassinio, a ogni strage, i rappresentanti dei governi mondiali rispondono spianando ulteriormente la strada al killer. Succede in Italia, dove ai morti in Liguria e in Lombardia il governo Renzi risponde con lo smantellamento di quel poco di controllo pubblico che potrebbe (dovrebbe) frenare e controllare la cementificazione del paese, tutelando il paesaggio e le vite dei suoi cittadini. La logica del premier è sempre la solita: spazzare via lacci e lacciuoli che ostacolano la cultura del “fare” e lasciare mano libera al libero mercato. Peccato che il mercato, come sempre, se ne freghi dello stato idro-geologico del paese e sappia ragionare solo in termini di cubature, diritti di edificazione e incrementi finanziari. In un paese in cui si cementificano 8 metri quadri di territorio al secondo, il decreto “Sblocca Italia” (ribattezzato efficacemente “Rottama Italia” dai suoi oppositori) lo asseconda e fa piazza pulita degli enti di controllo e spinge a tavoletta su grandi e piccole opere. Il serial killer ringrazia e si prepara ai prossimi delitti.
In Italia, però, il primo ministro non è l’unico estimatore del popolare serial killer. In Lombardia, a dare un’ulteriore spinta ai cementificatori, ci sta pensando il governatore Maroni. Con la nuova legge regionale sul consumo di suolo, infatti, la regione Lombardia offre un termine di tre anni per gli imprenditori che vorranno costruire quello che non sono riusciti a costruire fino a ora. Niente male per un provvedimento intitolato “Disposizioni per la limitazione del consumo di suolo e la riqualificazione dei suoli degradati”. Purtroppo, anche se avessero intitolato il disegno di legge “Colpo di grazia al territorio lombardo”, sarebbe bastato qualche riferimento alle inviolabili e insindacabili “regole di mercato” per farlo digerire senza troppi problemi a un’opinione pubblica ormai assuefatta al pensiero unico neo-liberista. Con i dividendi poi, ci pagheremo i servizi dei TG Regionali sui cittadini travolti dalle frane.
Il vizietto di camuffare scelte criminali dietro un apparente progetto ecologico non è però un’esclusiva della giunta verde-nero lombarda. Il miglior colpo, in questi giorni, l’ha messo a segno la coppia Barack Obama – Xi Jinping. I due leader hanno annunciato la firma di un “accordo storico” in tema di riduzione delle emissioni di gas serra, che ha immediatamente suscitato il plauso di buona parte dei media. Stranamente, l’accordo ha suscitato anche l’entusiasmo delle borse, che hanno visto un immediato rialzo nelle quotazioni dei titoli legati alle imprese che si occupano di energia nucleare. Già, perché nell’ottica di Cina e USA, l’alternativa “pulita” alle centrali a carbone è la fissione. Come dire: “entro il 2030 ridurremo le emissioni in atmosfera per regalare qualche tonnellata di scorie radioattive in più al suolo”. Tanto si trova sempre qualche ditta di smaltimento che trova un angolino in Somalia per seppellire qualche centinaio di bidoni. L’opinione pubblica abbocca e applaude, gli investitori internazionali e la grande finanza si leccano i baffi e il nostro serial killer deve solo aspettare il momento buono per colpire di nuovo. Com’è che dicono negli States? Ah sì: “business as usual”.
Tratto dal Granello di Sabbia di Novembre – Dicembre 2014: “Riconversione ecologica”, scaricabile QUI