Il tavolo tematico ambiente, territorio e diritto alla città si è dato come obiettivo l’indagine del rapporto contraddittorio tra processo di urbanizzazione, assetti ambientali e bisogni sociali nell’area metropolitana di Napoli.
Nell’ultimo trentennio il territorio a nord di Napoli è stato invaso da una urbanizzazione a macchia d’olio, prevalentemente residenziale ed in gran parte non pianificata o abusiva; un fenomeno determinato da più cause, come gli interventi infrastrutturali e residenziali del dopoterremoto, la crescita dei valori immobiliari e la deindustrializzazione del capoluogo. Parte della popolazione residente a Napoli e nel litorale vesuviano è emigrata in questa periferia metropolitana ad alta densità abitativa, che si estende lungo i principali assi viari ed autostradali, da un lato verso Caserta ed il Giuglianese, dall’altro verso il Nolano. Questa redistribuzione insediativa si è tradotta nella formazione di un’area metropolitana disequilibrata, con nuclei abitati che mancano di un disegno urbano riconoscibile, di adeguati servizi ed attrezzature alla scala locale e metropolitana; la conurbazione napoletana appare come una gigantesca periferia, dove le emergenze sociali legate ai bisogni abitativi ed occupazionali insoddisfatti sono esasperate da seri problemi ambientali: crescente consumo di suolo, diffusa instabilità idrogeologica, vaste aree inquinate da discariche fuori norma e sversamenti illegali di rifiuti industriali ed urbani, due zone vulcaniche ad alto rischio (Campi Flegrei e Vesuvio) che stringono da est e d ovest il tessuto urbano. A tutto ciò si aggiunge il negativo peso politico, sociale, urbanistico ed ambientale dei numerosi insediamenti militari USA e NATO e le pressioni sociali legate all’evolversi dei fenomeni migratori.
Le politiche pubbliche che dovrebbero governare queste dinamiche si dimostrano spesso inadeguate, malgrado le ingenti risorse pubbliche disponibili (come i fondi europei). Il patrimonio di edilizia residenziale pubblica non viene adeguatamente manutenuto ed utilizzato, né tantomeno incrementato, mentre avanzano gli sfratti e la privatizzazione di immobili pubblici che potrebbero essere utilizzati per abitazioni popolari e servizi alla residenza. La gestione del rischio vulcanico, fondata unicamente su complessi piani di evacuazione, non prevede seri programmi di decongestione residenziale delle zone rosse. La gestione dei rifiuti, sia nella scelta di soluzioni altamente inquinanti come inceneritori ed impianti per il recupero di energia, che in quelle a minore impatto come per il compostaggio ed il recupero di materia, collegati alla raccolta differenziata e alle politiche di riduzione/riuso, prevede modalità di decisione dall’alto che non cercano il dialogo e la condivisione delle scelte con le popolazioni che abitano i territori.
In questo scenario i piani di bonifica sono ampiamente in ritardo, di dubbia efficacia e legati a portatori di interessi quasi mai chiari (basti pensare a Bagnoli, Napoli est e Pianura).
D’altra parte, in questi anni si sono sviluppati vasti movimenti e numerose esperienze di cittadini autorganizzati in difesa dell’ambiente, per un altro piano rifiuti, la riappropriazione dei beni pubblici e del patrimonio residenziale per finalità sociali e collettive.
Il lavoro del tavolo si è impostato su tre assi di lavoro: diritto alla casa, diritto alla città, diritto all’ambiente. L’indagine su ognuno di questi temi servirà sia a fornire un quadro generale delle questioni sia ad individuare delle specifiche iniziative (vertenze con le istituzioni, campagne di mobilitazione, etc.).
ulteriori informazioni: http://www.massacriticanapoli.org/tavoli/territori-ambiente-diritto-alla-citta/