TAVOLO DI LAVORO 2 – LAVORO, SERVIZI E FINANZA PUBBLICA

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Lavoro

A Napoli dal 2007 ad oggi la disoccupazione è cresciuta del 12 %, il doppio rispetto alla media nazionale: è al 24,6%, il doppio rispetto alla media nazionale.
La disoccupazione giovanile in Italia è al 44 %. In Campania al 61%.
Il numero dei Neet (Not (engaged) in Education, Employment or Training, persone non impegnate nello studio, né nel lavoro e né nella formazione) cresce in Italia in maniera intensa dal 2007. Oggi è al 26%, mentre  in Campania  è al 36%.
Cosa fa il governo? Trucca i dati sul lavoro e regala soldi alle imprese: con Il jobsact ogni impresa che assume un lavoratore a “tempo indeterminato” riceve 24 mila euro in sgravi fiscali (soldi pubblici!). Ma con i nuovi contratti, per il lavoratore non esiste nessuna garanzia contro il licenziamento!
Cosa fanno le istituzioni locali? Assolutamente niente, eccetto tagli al welfare che peggiorano la qualità della vita e le spese per le famiglie.

Sanità

La disastrosa situazione della sanità campana:
– decreto commissariale 49/2010 (con successive modifiche).
Alcuni dati:
Complessivamente si riduce il numero di posti letto da 20.929 a 19. 480 (di 1449 unità, di cui 2.402 posti letto per acuti soppressi a fronte dell’incremento di 953 per riabilitazione e/o lungodegenza)
Si specifica nel documento quanti posti vengono sottratti provincia per provincia e in alcuni ospedali specifici (Santobono-Annunziata 442, Cotugno 274, Pascale 221, Maugeri 180, Totale 1.117). L’obiettivo è di portare il numero di posti letto da una percentuale di 3,6 per mille abitanti al 3,4 (di cui 0,7% per riabilitazione e/o lungodegenza). Poi si procederà a farlo scendere ulteriormente al 3,2. Si impone poi l’accorpamento,non ancora completato, di varie strutture sanitarie come:
Monaldi, Cotugno e CTO (A.O. di rilievo nazionale Monaldi-cotugno-cto)
Ascalesi, Loreto mare, San Gennaro e Incurabili (A.O. “Ospedale del Mare”)A.O. Santobono-
Pausillipon e P.O. Annunziata (A.O. Unità pediatrica della Regione Campania)
L’assurdità è che in attesa delle nuove aperture (come l’ormai mitico Ospedale del mare) intanto i presidi che hanno deciso di dismettere vengono già chiusi come nel caso del Pronto soccorso della Ascalesi

– blocco totale delle assunzioni di personale sanitario e forte carenza di personale: mancano circa 5mila tra infermieri e operatori socio sanitari  (Fonte: Cisal Università)

-Paghiamo uno tra i ticket più alti d’Italia: Es. ticket visita specialistica ambulatoriale: al costo fisso nazionale di 36,15 la Campania aggiunge il cosiddetto “superticket” che va da 0 a 10 euro in base al reddito

Finanza pubblica ed economia sociale territoriale

Un’alternativa antiliberista per il governo del territorio

Analisi:
Pensare ad un governo del territorio partendo dai bisogni e dalle esigenze delle classi subalterne significa ripensare la città  nella sua totalità costruendo un programma organico antiliberista partecipato e dal basso.
Il tema della finanza pubblica e dei servizi è cruciale in questo periodo storico in cui gli enti locali rappresentano il terreno di scontro sociale principale su cui il capitalismo neoliberista e austeritario cerca a tutti costi di mettere le mani. C’è ancora una larga fetta di settore pubblico che deve essere privatizzato per i profitti di pochi (e sempre gli stessi) a svantaggio dei diritti di tutti: patrimonio pubblico; servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti, energia), per non parlare di scuola e formazione, sanità, welfare (anche se non sono diretta competenza dei governi locali).
La spoliazione degli enti locali è stata avviata da più un decennio ed oltre alla mancanza di trasferimenti economici dei governi centrali e la privatizzazione della Cassa Depositi e Prestiti (principale erogatore di prestiti a tasso bassissimo per i Comuni1) vi hanno concorso anche fattori principali di politica economica finanziaria nazionale ed internazionale: il Patto di Stabilità e Crescita, la Spending Review, decreto “Sblocca Italia” Fiscal Compact.
Sotto attacco è la funzione sociale degli enti locali come luoghi di “democrazia di prossimità” degli abitanti di un territorio. I processi di aziendalizzazione, esternalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici oltre ad alterarne gravemente le finalità, comportano una progressiva riduzione della qualità delle condizioni lavorative e contrattuali rendendo più difficile il terreno su cui si può sviluppare una lotta di tipo rivendicativo dei lavoratori delle stesse.   L’obiettivo del capitalismo neoliberista è la progressiva riduzione degli “spazi di democrazia” e l’impossibilità di pensare e progettare una “nuova economia sociale territoriale” partendo dai bisogni di chi il territorio lo abita.

Percorso e Proposta:
Contro il mastodontico processo di spoliazione delle comunità locali e contro gli strumenti di valorizzazione finanziaria del territorio, si indicano qui dei punti che devono essere sviluppati, ampliati, approfonditi collettivamente.  Si propone un percorso di autoformazione collettiva che coinvolga non solo strutture di movimento e realtà organizzate ma che sia capace di coinvolgere gli abitanti attraverso momenti di condivisione, assemblee ed incontri,  che facciano possibilmente nascere dibattiti pubblici. Fondamentale il coinvolgimento dei lavoratori partendo da un ampliamento ed un arricchimento delle istanze già aperte. Sarà il caso di cercare una comunicazione semplice e diretta, un linguaggio chiaro per evitare che tali tematiche siano percepite come  complesse, tecniche, di nicchia e specifiche, su cui è impossibile intervenire.

Alcuni punti per un percorso condiviso:

  • Auditoria pubblica e partecipata del debito del Comune di Napoli e delle partecipate: bloccare il refrain “i soldi non ci sono” e mettere in discussione la legittimità della creazione del debito napoletano.
  • Servizi pubblici locali come “Istituzioni del Comune”: i disagi dei trasporti, il collasso del servizio dei rifiuti; l’impossibilità di un’energia non solo in mano al privato (una volta c’era la napoletanaGas);  il sistema del privato sociale nel welfare territoriale e assistenza sociale devono farci ragionare in un’ottica di RI-pubblicizzazione di questi settori anche finalizzata ad un nuovo modello occupazionale (maggiore e di qualità, contro il precariato).  L’esempio dell’Abc è indicativo dell’esperimento giuridico ma è assente ciò che comporta la vera ri-pubblicizzazione dell’acqua.
  • Settori produttivi strategici territoriali per una economia sociale urbana: ripensare ad un’altra economia del territorio significa ripensare complessivamente ed in modo organico alla destinazione d’uso di tutte quelle aree dismesse (Gianturco, Bagnoli, ad esempio) in un’idea per la città sostenibile ed eco-compatibile fuori da tutte le retoriche “green capitalistiche”; riprendere il tema dei settori importanti come Porto e Aeroporto in un’ottica pubblica.
  • Fiscalità e rapporto con l’Ente locale: il federalismo fiscale si è risolto in uno spostamento del carico fiscale dalle fasce più ricche a quelle più deboli della popolazione, mentre aumenta la concentrazione della ricchezza. Obiettivo di una politica antiliberista dal basso deve essere capace di ridefinire  :
    1. le politiche tariffarie (e delle esenzioni) per orientare i consumi di servizi pubblici e ampliando la solidarietà nei confronti delle fasce deboli;
    2. lo spostamento del carico fiscale dal lavoro alla rendita introducendo l’imposta sui grandi patrimoni immobiliari;
    3. lo spostamento del carico fiscale dai ceti popolari alle grandi ricchezze, attuando una seria progressività delle aliquote su tutte le imposte comunali (addizionale IRPEF, IMU, TASI, TARI.

Ulteriori informazioni: http://www.massacriticanapoli.org/tavoli/lavoro-servizi-finanza-pubblica/

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