di Vittorio Lovera
Presentiamo di seguito due documenti, La Carta di Genova 2016 e l’appello per l’adesione al Comitato Italiano per l’annullamento del debito illegittimo (CADTM Italia), che riteniamo essere due atti congiunti e fondamentali per attivare un reale percorso di riconversione ecologica e sociale della società.
La questione del debito è oramai diventata prioritaria per ogni iniziativa che voglia mettere al centro un altro modello di società, di quartiere, di Comune, di stato sovrano.
Riguarda la vertenza per l’asilo nido, per il canile pubblico, per la manutenzione scolastica, per il prezzo delle rette, per l’efficacia dei servizi pubblici, per la questione casa, per salvare il paesaggio, per la ripubblicizzazione dell’acqua. Ci tocca direttamente tutti i santi giorni. Tocca la nostra quotidianità.
Insomma, riguarda le nostre vite: nasciamo con già l’accollo di un debito pro-capite e andandocene lo lasceremo in eredità, quadruplicato. Un meccanismo subdolo e perverso. Un meccanismo inarrestabile. Come i soldi a strozzo.
Il debito è agito su scala internazionale, nazionale, locale come emergenza, allo scopo di far accettare come inevitabili le politiche liberiste di alienazione del patrimonio pubblico, di mercificazione dei beni comuni, di privatizzazione dei servizi, di sottrazione sempre più marcata di democrazia.
Qual è il percorso che ha permesso di giungere ad una redazione collettiva di due documenti così rilevanti?
Costruire in basso, dal basso, significa saper lavorare sotto traccia, senza clamori, senza troppi proclami e senza mai mostrare i muscoli alla minime ovvie contrarietà.
Al contrario significa lavorare duro, con tenacia e costanza, per sedimentare, su posizioni nette e radicali sentitamente condivise, un’alleanza ampia, stabile, coesa.
E’ un lavoro di semina, di viaggi e assemblee pubbliche nei territori, prima con pochi uditori poi, un po’ per volta, in assise sempre più partecipate e coinvolte, è un lavoro di studio e di divulgazione delle esperienze locali, nazionali, internazionali.
Racconti, ascolti, ci si interroga reciprocamente, e si cresce collettivamente in sapere e consapevolezza.
Insomma, è l’applicazione fino all’estrema ratio di uno dei dogmi attacchini, quello dell’autoformazione orientata all’azione, oramai divenuto prezioso e condiviso bene comune dei Movimenti.
E man mano che trascorre il tempo necessario alla raccolta maturi nettissima la percezione che il lento seminare collettivo abbia prodotto un forte e prospero attecchimento, capace oramai di resistere a qualunque infestante parassita.
La Carta di Genova è, a mio modo di vedere, il frutto di un intenso lavoro di almeno tre anni, che ha avuto la fortuna di avere quale base di ancoraggio l’esperienze maturate nel meraviglioso percorso collettivo del Forum dei Movimenti per l’acqua pubblica.
La prossima azione, l’annullamento del debito illegittimo, l’abbiamo costruita con queste peculiarità. Una vasta rete eterogenea, costruita nel tempo, con approfondimenti costanti e forte presa di coscienza individuale, che ha maturato la consapevolezza che le politiche di austerità e quelle del debito hanno un nesso indissolubile con qualunque vertenza specifica, nazionale o territoriale.
Non si possono ipotizzare politiche di svolta, di discontinuità che non pongano quali pre-condizioni l’auditoria del debito e l’annullamento del debito illegittimo
Denudare la geografia del potere che si nasconde dietro alla composizione del debito significa trasformare la visibilità della rete di interessi privati che sfruttano il debito ai propri fini, in una leva per rovesciare il rapporto di forza esistente. Ovunque l’audit sia stato portato avanti dal basso ha aperto a processi di mobilitazione sociale volti in primo luogo a rivelare e a scardinare gli interessi particolari che usano il debito per estrarre rendita dalla società. Disvelare la geografia del potere che si nasconde dietro al debito e riprenderci ciò che è nostro, è questa la visione che ci guida. È solo con la rottura della gabbia del debito che possiamo dare scacco matto alle politiche liberiste, ed è ciò che intendiamo fare nei mesi a venire con tutti e tutte coloro che condividono questi obiettivi: dare seguito al radicale e diffuso bisogno di riappropriazione collettiva per riprenderci ciò che ci appartiene.
La costituzione del Forum Nuova Finanza Pubblica e Sociale al Teatro Valle di Roma (con oltre 700 attivisti presenti), la successiva assemblea pubblica di Firenze, il percorso di presentazione capillare del testo collettaneo “Come si Esce dalla Crisi”, e di “La vita prima del Debito” e “Il Giubileo del Debito”, la gestione di una rubrica fissa su Il Manifesto, i percorsi di auditoria partiti a Parma, Livorno, Milano, Venezia, Pisa, ed in forma ancora più interessante a Roma (DecideRoma) e a Napoli (Massa Critica), il convegno-seminario tenutosi a gennaio a Livorno, sono alcune delle tappe che hanno consentito di credere di poter organizzare un Convegno Internazionale sul tema del Debito ma soprattutto di avere già un livello di condivisione di pensiero che riesce ad agglutinare, nel corso di una giornata di lavoro, il pensiero del braccio destro di Papa Bertoglio, Cardinal Turkson, con quello di Eric Toussaint, fondatore del Cadtm e Presidente della Commissione per la verità del debito greco, con quello di noi dei Movimenti Altermondialisti.
Poco altro da aggiungere: il testo chiarirà ulteriormente quelle sensazioni che ho provato a delinearvi. A seguire anche il testo dell’appello di adesione a Cadtm Italia, il Comitato italiano per l’annullamento del debito illegittimo, che sarà la casa comune, Il Centro Studi a servizio delle realtà e dei singoli che hanno compreso che per ottenere una società più giusta, equa, democratica, sociale, ecologica, occorre liberarci dall’iniquo fardello del debito illegittimo.
Verso l ‘annullamento del Debito illegittimo
CARTA DI GENOVA
19 luglio 2016
Convegno “Dal G8 di Genova alla Laudato si’: il Giubileo del debito?”
A 15 anni dal G8 di Genova e nell’anno del Giubileo della misericordia ci siamo dati appuntamento per condividere una delle questioni globali più urgenti: il progressivo indebitamento dei popoli dell’intero pianeta. Su questo tema abbiamo deciso di confrontarci con pensatori laici e credenti impegnati da anni su questo tema.
La responsabilità collettiva della misericordia, che è il dare opportunità di vita a tutti, richiede di giungere ad una denuncia pubblica delle indifferenze, delle riserve, e ad una pubblica, concorde assunzione di responsabilità al fine di snidare i privilegi e le ipocrisie, che contribuiscono a rendere sempre più ricche e prepotenti le classi dominanti e sempre più povere e vessate le parti sfruttate ed emarginate delle popolazioni.
Da diversi anni il debito è agitato, su scala internazionale, nazionale e locale, come emergenza allo scopo di far accettare come inevitabili le politiche liberiste di alienazione del patrimonio pubblico, mercificazione dei beni comuni, privatizzazione dei servizi pubblici, sottrazione di democrazia e di diritti. Di fatto, il debito rappresenta lo shock che serve “a far diventare politicamente inevitabile ciò che è socialmente inaccettabile”.
Anche in Europa, sta prevalendo l’ideologia della finanza e dei vincoli di bilancio che hanno creato debito, diseguaglianze, risvegliato egoismi, nazionalismi e spinte isolazionistiche che ampliano il solco di un’Europa senza anima, riportando indietro l’orologio della storia a periodi caratterizzati da drammatici conflitti.
Sotto i nostri occhi si consuma l’orrore di esclusioni e della pericolosissima costruzione di muri materiali e mentali, conseguenza di un malinteso senso del limite che colpisce bersagli umani invece di colpire le logiche che animano la finanza senza regole.
Sembra infatti prevalere un’economia estrattiva, che porta con sé privatizzazioni di beni comuni, distruzione, miseria, guerre, migrazioni epocali e irreversibili cambiamenti climatici che colpiscono aree del pianeta vulnerabili, creando un debito ecologico pagato soprattutto da paesi non responsabili dei disastri ambientali ed esclusi dalla distribuzione della ricchezza, ma gravati da un debito pubblico, in gran parte illegittimo, che li rende schiavi, e, ancor di più, di un sistema economico che sfrutta il pianeta e l’umanità.
In questa direzione va anche l’analisi del “Pontificio Consiglio Giustizia e Pace” nel messaggio che il suo presidente, cardinal Peter K. A. Turkson, ha inviato ai partecipanti a questo Convegno “Dal G8 alla Laudato sì: il Giubileo del debito?“ e del quale questo breve stralcio è illuminante e politicamente rilevante: “Negli ultimi anni, in conseguenza alla crisi economica e finanziaria internazionale il problema del debito pubblico si è manifestato con vigore anche nelle economie dei paesi sviluppati e, in particolar modo, in Europa. Di fonte ad una crisi del debito divenuta sempre più globale, sarebbe opportuno – in questi ultimi mesi dell’anno giubilare della Misericordia – riflettere nuovamente sull’opportunità di ridurre, se non addirittura condonare il debito a quei paesi che schiacciati da questo fardello non riescono a porre le basi per lo sviluppo umano delle persone, soprattutto delle nuove generazioni. Papa Francesco ci ricorda nella Misericordiae Vultus, Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, come “il richiamo all’osservanza della legge non possa ostacolare l’attenzione per le necessità che toccano la dignità delle persone”. Sempre nel messaggio viene sottolineato come anche il Centro Africano per lo Sviluppo e gli studi di strategia dichiari che “il debito demolisce le scuole, gli ospedali e le cliniche e i suoi effetti sono non meno devastanti di quelli di una guerra”.
L’ideologia del debito mette sotto scacco la democrazia, predeterminando le scelte politiche ed economiche tanto a livello nazionale quanto a livello locale, mettendo a rischio la stessa funzione pubblica e sociale degli enti di prossimità e minando il tessuto sociale delle comunità.
Agire contro l’ideologia e la materialità del debito costituisce di conseguenza un impegno prioritario che vogliamo collettivamente assumere.
Non è la prima volta che, in questi 15 anni, i movimenti sociali e ecclesiali si incontrano per mettere in comune analisi, riflessioni e azioni sociali per contrastare “l’economia che uccide” e “la tirannia invisibile” (Evangelii Gaudium 53, 56) dei mercati finanziari.
Assieme abbiamo promosso iniziative per il controllo democratico dei movimenti dei capitali finanziari; assieme abbiamo contrastato i trattati di libero scambio (dalla direttiva Bolkestein all’attuale TTIP – ipotesi di trattato di libero scambio tra USA e UE); assieme abbiamo promosso sensibilizzazione e mobilitazione in difesa dei beni comuni e per un nuovo modello di società e di democrazia.
Sempre assieme, oggi riteniamo di dover agire per promuovere ad ogni livello la liberazione dei popoli e delle comunità dal debito illegittimo ed odioso, attivando la partecipazione diretta delle persone.
Da tempo anche nel nostro Paese sono iniziati percorsi di indagini e revisioni contabili (audit) del debito in diversi territori e Comuni (Roma, Napoli, Parma, Livorno, etc.), smascherando la geografia dei poteri che dietro di esso si nasconde.
Proprio a partire da queste esperienze è stata avviata anche in Italia la nascita del Comitato per l’abolizione dei debiti illegittimi (Cadtm), un percorso collettivo per valutare il tema dell’annullamento del debito quale punto nodale per un’economia ed una finanza più giuste.
E’ sulla base di queste riflessioni e considerazioni condivise che noi oggi riuniti a Genova dopo questa giornata di lavoro collettivo, approviamo la presente Carta d’intenti comuni, ed esprimiamo l’interesse ad impegnarci come singoli o organizzazioni proponendo a tutte le realtà interessate ed attive a livello locale, nazionale ed internazionali, la costruzione di un percorso che abbia i seguenti obiettivi:
a) promuovere un diverso modello sociale ed economico che metta al centro la piena dignità di ogni persona nel rispetto della vita del pianeta, nostra casa comune;
b) promuovere una campagna di sensibilizzazione sui temi del debito, della finanza e della ricchezza sociale, che sappia comunicare in forme semplici la complessità di questi temi;
c) avviare, in forma partecipativa e dal basso l’istituzione di una Commissione popolare d’indagine e di verità sul debito pubblico italiano, al fine di sapere se, e in quanta parte, tale debito è illegittimo.
Come emerso dalla discussione comune di questa giornata, pensiamo ad un percorso:
1. che parta anche da realtà locali e settoriali (sanità, istruzione, servizi essenziali, grandi opere ecc.), perché sui temi specifici e dal basso si avverte maggiormente la pressione dell’austerity e dei tagli, risultando anche uno spazio di maggiore coinvolgimento che può produrre un nuovo senso comune, creando alleanze con vari settori della società civile;
2. che sia accompagnato da un gruppo di facilitazione che elabori una prima proposta di lavoro, da sottoporre a tutte le realtà interessate, per un primo appuntamento nazionale, tenendo conto della data che verrà fissata per il referendum costituzionale;
3. che sia caratterizzato da un lavoro dal basso e popolare per rendere i contenuti accessibili, con una comunicazione efficace per evidenziare pubblicamente la relazione tra malessere sociale e debito, avvicinando il tema alla gente e creando consapevolezza sui nessi tra debito e declino del welfare;
4. che coinvolga in particolar modo i giovani e le figure competenti;
5. che abbia le caratteristiche di un movimento popolare aperto e inclusivo verso le differenze sociali, culturali, e religiose;
6. che definisca strategie efficaci con obiettivi di breve, medio e lungo periodo, con periodiche verifiche di fattibilità;
7. che interroghi e investa anche le istituzioni, senza farsi vincolare dal rapporto con le istituzioni medesime;
8. che si intrecci con altre campagne già avviate sulla finanza pubblica, a partire da quella per la socializzazione della Cassa Depositi e Prestiti;
9. che sia collegato alla difesa e all’attuazione dell’articolo 47 della Costituzione per incoraggiare e tutelare l’accesso al risparmio popolare e per disciplinare il credito;
10.che metta in rete le esperienze delle città ribelli al debito locale, in vista della riappropriazione, da parte del popolo, del diritto all’insolvenza dei debiti illegittimi.
Condividono la Carta di Genova e la sottoscrivono*:
Arci nazionale
Attac Italia
Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Vecchiano (PI)
Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
Commissione per l’audit del debito del Comune di Parma
Communia Network
Cooperativa Bottega Solidale, Genova
Fair
Fondazione “Lorenzo Milani ” ONLUS di Termoli
Il Limone Lunare, Genova
Osservatorio sul bilancio comunale di Livorno
Pax Christi Italia
Rete Radie Resch, Genova
1. Alberti Fabio, Roma 2. Alioti Gianni, Genova 3. Aloisi Vanda, Genova 4. Astigiano Simonetta, Genova 5. Balbi Cecilia Serenella, Genova 6. Balbi Paola, Genova 7. Bartolini Paolo, Genova 8. Bersani Marco, Roma 9. Bertorello Marco, Genova 10. Bertulacelli Norma, Genova 11. Bettio Sandra, Genova 12. Bevilacqua Graziella, Genova 13. Bigliazzi Vittorio, Genova 14. Bonavita Liliana, Sarzana 15. Bonotto Tarcisio, Verona 16. Borghetti Valerio, Aulla 17. Borzani Luca, Genova 18. Brasesco Pierclaudio, Genova 19. Bruno Antonio, Genova 20. Burcini Maurizio,
21. Busnelli Roberto, Saronno (VA) 22. Calegari Letizia, Genova 23. Calvi Cristiano, Genova 24. Calzolari Andrea, La Spezia 25. Campedelli Alberto, Correggio 26. Caniglia Giorgio, Dolceacqua (IM) 27. Caselli Silvana, Genova 28. Celentano Massimo, Genova 29. Cenacchi Annarita, Bologna 30. Cifatte Angelo, Genova 31. Cima Laura, Torino 32. Cimmino Claudio, Genova 33. Coin Francesca, Milano 34. Conti Alberto, Castrocaro Terme e Terra del Sole (FC) 35. Corazza Giancarlo, Genova 36. Corradi Danilo, Roma 37. Coscione Peppino, Genova 38. Cosentino Pino, Genova 39. Cosoli Mariangela, La Spezia
40. Costa Michela, Genova 41. Culotta Claudio, Genova 42. Dalla Giovanna Massimo, Genova 43. De Lellis Antonio, Termoli 44. Delfino Francesca, Montesilvano (PE) 45. Devoto Adriana, Genova 46. Di Nicola Renato, Pescara 47. Donati Piero, Ortonovo (SP) 48. Esposito Giovanni, Bolano (SP) 49. Fabbri Marco, Genova 50. Fasce Luigi, Genova 51. Fasoli Giampiero, Genova 52. Ferrari Marcello, Livorno 53. Ferrera Sergio, Genova 54. Ferretti Avelino, Reggio Emilia 55. Filoni Chiara, Bruxelles 56. Firenze Roberto, Milano 57. Forgione Enzo, Genova 58. Franco Fabrizio, Sarzana 59. Gaggero Maria Grazia, Genova 60. Gaggio Giuliani Haidi, Genova 61. Gambale Antonio, Genova 62. Garaventa Cristopher, Genova 63. Gesualdi Francesco, Vecchiano (PI) 64. Giampaoli Mauro, Sanremo 65. Giardi Adriana, Genova 66. Ghirardelli Antonella, Salsomaggiore Terme (PR) 67. Giannetta Clara, Pisa 68. Gonnella Giuseppe, Genova 69. Grillo Ivo, Genova 70. Guglieri Mario Giovanni, Genova 71. Innocenti Mauro, Bologna 72. Kovac Stefano, Genova 73. Kuby Susanna, Venezia 74. Lazzarotto Anna, Genova 75. Lena Pino, La Spezia
76. Leto Antonella, Palermo 77. Lombardi Rosaria, Bolano (SP) 78. Lotta Aldo, Cagliari 79. Lovera Vittorio, Roma 80. Lucchetti Deborah, Genova 81. Luciano don Flavio, Cuneo 82. Malandra Jacqueline, Tortona 83. Manca Raffaele, Genova 84. Manti Antonio, Genova 85. Marini Elisa, Campo S. Martino (PD) 86. Marradi Claudio, Genova 87. Melone Roberto, Albenga 88. Michelotti Sabrina, Parma 89. Mucci Maria, Cascina (PI) 90. Negro Luciana, Salsomaggiore Terme (Pr) 91. Nicolella Clizia, Genova 92. Nuscis Giovanni, Sassari 93. Orlandini Dino, Genova 94. Pallareti Marilena, Forlì 95. Parisi Felicetta, Napoli 96. Parisi Pino, Genova 97. Pelliti Giorgio, La Spezia 98. Petani Adria , Cagliari 99. Piccoli don Silvio, Termoli 100. Picena Luigi, Genova 101. Poggi Mauro, Arenzano (GE) 102. Quintavalla Cristina, Parma 103. Repole Simona,Livorno 104. Ricchiuti mons. Giovanni, Altamura (BA) 105. Ricciardi Giannoni Maria, Parma 106. Risso Stefano, Torino 107. Rocca Mario, Milano 108. Rodari Erica, Milano 109. Romano Pino, 110. Ruffini Carla Maria, Reggio Emilia 111. Sacchetti Franco, Vasto (CH) 112. Samorì Luigi, Modigliana (FC)
113. Sander Sonia, Genova 114. Santucci Mauro, Chiavari (GE) 115. Sartorio Marina, Genova 116. Sassi Edoardo, Termoli 117. Savoia Marina, Genova 118. Segaliari Paolo, Genova 119. Serniotti Piero, Torino 120. Simonetti Giorgio, Pordenone 121. Sommella Mario, Acerra (NA) 122. Sonzini Valentina, Genova 123. Stumpo Marcella, Termoli 124. Tasso Ambretta, Genova 125. Terminiello Federica, Genova
126. Tonda Silvio, Susa (TO) 127. Tretola Mario, Cuneo 128. Tuccio Maria Teresa, Genova 129. Ventullo Ornella, Genova 130. Valentinetti mons. Tommaso, Pescara 131. Viale Guido, Milano 132. Visintin Antonella, Torino 133. Volpato Chiara, Genova 134. Zannoni Danilo, Genova
135. Fiorenza Bettini, Siena 136. Padre Alex Zanotelli, Napoli
*adesioni aggiornate ad agosto 2016
Per contatti e adesioni, fare riferimento ad:
Antonio De Lellis adelellis@clio.it
Antonio Manti mantanna@tin.it
APPELLO PER CADTM ITALIA
(Comitato per l’annullamento del debito illegittimo)
Il mondo in cui viviamo è sempre più ingiusto.
La forbice tra i pochi che possiedono tutto e la gran parte delle popolazioni che non hanno nulla, in questi ultimi trenta anni si è allargata a dismisura.
Nel capitalismo finanziarizzato, l’economia contemporanea si è trasformata da attività di produzione di beni e servizi in economia basata sul debito.
La liberalizzazione dei movimenti di capitale, la privatizzazione dei sistemi bancari e finanziari, unita alla convinzione –dettata dalla favola liberista- che il futuro potesse essere sempre e costantemente più copioso e munifico del presente ha indotto i detentori di capitali a prestarli facendo conto su generosi e costanti innalzamenti della redditività finanziaria, a prescindere dall’andamento dei profitti delle attività reali che andavano direttamente o indirettamente a finanziare.
E’ così che le attività finanziarie si sono progressivamente “autonomizzate”, investendo non più solo l’economia, ma l’intera società, la natura e la vita stessa delle persone.
Le scelte adottate dalle elite politico-economiche dell’Unione Europea e dei governi nazionali per rispondere alla crisi scoppiata dal 2008 in avanti, hanno trasformato una crisi -che a tutti gli effetti è sistemica- in crisi del debito pubblico.
Da allora, il debito pubblico è agitato su scala internazionale, nazionale e locale, come emergenza allo scopo di far accettare come inevitabili le politiche liberiste di alienazione del patrimonio pubblico, mercificazione dei beni comuni, privatizzazione dei servizi pubblici, sottrazione di diritti e di democrazia.
Oggi la trappola del debito pubblico mina direttamente la sovranità dei popoli, la giustizia sociale e l’eguaglianza fra le persone.
Anche nel nostro Paese, il debito pubblico è da tempo utilizzato per ridurre i diritti sociali e del lavoro e per consegnare alle oligarchie finanziarie i beni comuni e la ricchezza sociale prodotta.
Rompere la trappola del debito diviene dunque l’obiettivo principale per avviare un altro modello di società, basato sulla sovranità, la solidarietà e la cooperazione tra i popoli, la pace, l’eguaglianza, la giustizia sociale e un modello economico ecologicamente e socialmente orientato.
Da tempo, il Cadtm (Comitato per l’annullamento del debito illegittimo), rete internazionale fondata in Belgio nel 1990 e presente con comitati in Europa, Africa, America Latina e Asia, agisce in collaborazione con altre organizzazioni e movimenti per una battaglia a tutto campo finalizzata all’annullamento del debito illegittimo e per l’abbandono delle politiche di aggiustamento strutturale e di austerità.
Il Cadtm ha partecipato all’audit del debito pubblico in Ecuador e alla Commissione parlamentare per la verità sul debito pubblico in Grecia e partecipa ai movimenti contro i debiti illegittimi in numerosi paesi.
Da tempo riteniamo che, anche in Italia, la questione del debito debba essere al centro dell’azione dei movimenti sociali, perché senza una decostruzione dell’ideologia del debito, e senza un processo di verità sulla sua natura, scopi e legittimità, nessuna riappropriazione sociale di ciò che a tutti appartiene può raggiungere il proprio obiettivo.
Per questo, forti dell’esperienza accumulata in questi anni dentro i percorsi aperti con il Forum per una nuova finanza pubblica e sociale e con l’internità a tutti i movimenti sociali prodottisi a livello locale e nazionale, e dopo un primo accordo di adesione alla rete Cadtm, sottoscritto da Attac Italia in rappresentanza collettiva, nell’Assemblea mondiale di Cadtm a Tunisi dell’aprile 2016, abbiamo deciso di far nascere Cadtm Italia, come luogo plurale e inclusivo di associazioni che condividano l’obiettivo di mettere la contestazione dell’ideologia del debito alla base dell’azione collettiva per una radicale trasformazione della società
L’intento comune è quello di costituire un organismo che promuova i temi globali e nazionali inerenti il debito e al contempo crei una sorta di supporto alle realtà che hanno avviato o intendono avviare audit cittadini. Un organismo che svolga funzioni di Centro Studi per costruire analisi e informazione alternativa alla narrazione dominante sul debito e che nel contempo agisca da Comitato operativo per il supporto alle inchieste sul debito pubblico promosse a qualsiasi livello.
Perché occorre liberare il presente per riappropriarsi del futuro. E sappiamo che il tempo è ora.
Primi promotori:
Attac Italia – Centro Nuovo Modello di Sviluppo – Commissione per l’audit del debito pubblico di Parma – Communia Network – Cooperativa Bottega Solidale Genova – Fair — Fondazione “Lorenzo Milani” Onlus di Termoli – Pax Christi Italia –
e i firmatari della Carta di Genova
Prossimo appuntamento
15 settembre 2016 – ore 15.00
Università La Sapienza – Aula 6 – Facoltà di Lettere
ROMA
ANNULLARE IL DEBITO ILLEGITTIMO
assemblea di lancio di Cadtm Italia
con Eric Toussaint ( Portavoce Cadtm internaziomale)
parteciperanno:
Marco Bersani – Marco Bertorello – Alberto Bevilacqua –
Matteo Bortolon – Francesca Coin – Danilo Corradi – Antonio De Lellis –
Chiara Filoni – Francesco Gesualdi – Vittorio Lovera – Deborah Lucchetti –
Piero Maestri – Antonio Manti- Cristina Quintavalla – Alex Zanotelli – Mons. Valentinetti Vescovo di Pescara
Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 25 di Settembre-Ottobre 2016 “Chi è in debito con chi?“