Gli effetti delle privatizzazioni e le possibili alternative

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di Alessandro Santoro Ricercatore di Scienza delle Finanze Università degli Studi di Milano-Bicocca

Caratteristiche economichedel servizio idrico•Fase della produzione (captazione/adduzione): è caratterizzata dalla presenza di limiti fisici perché le dimensioni dei bacini idrografici sono date.•Fase della distribuzione: è caratterizzata da limiti tecnico-economici ed in particolare dalla presenza di economie di scala (costo decrescente al crescere della quantità distribuita).•Fase della vendita: è caratterizzata da molteplicità di domande e da rilevanza sociale di queste (il consumo di acqua ha un coefficiente di concentrazione del 13%)

Motivazioni della gestione pubblica•I limiti fisici e tecnico-economici determinano l’inefficienza sociale delle soluzioni di “mercato puro”: non ci può essere pluralità di produttori e/o distributori e la concorrenza nel mercato è socialmente inefficiente e va limitata.•Ma se si limita la concorrenza e si affida la gestione al privato si rischia di creare dei monopoli locali e quindi di generare comunque inefficienze.•La rilevanza sociale consiglia l’adozione di una politica tariffaria che tenga conto dei bisogni che vengono soddisfatti: la massimizzazione del profitto è socialmente iniqua.•Importanza di tenere sempre presenti entrambi gli aspetti del binomio efficienza/equità.

Caratteristiche delle soluzioni privatistiche•Partono dal presupposto che la gestione da parte di un’impresa pubblica sia per definizione meno efficiente di quella di un’impresa privata: inefficienza interna ovvero sprechi di risorse, stipendi troppo elevati rispetto alla produttività, ecc.•Non potendo affidarsi al “mercato puro” ovvero alla concorrenza nel mercato, prevedono che vi sia un numero limitato di produttori/distributori e che questi siano selezionati attraverso procedure di competizione “per il mercato”: le aste o gare.•Rimettono il controllo di efficienza e di equità sui mono o oligo polisti ad authorities di controllo e/o ad organi politici.•Prevedono spesso la collocazione in borsa dell’impresa privatizzata (c.d utilities o multiutilities).

Imprese pubbliche vs imprese private•E’ vero che le imprese pubbliche sono talvolta inefficienti, ma anche le imprese private hanno le loro fonti di inefficienza: conflitti sindacali, rendite di posizione dei manager, ecc.•In effetti è stato recentemente scritto che “la relativa maggiore efficienza dell’impresa privata rispetto a quella pubblica è spesso un mito che non regge alla prova dei fatti: (…)dall’analisi comparata non emergono conclusioni univoche” (Acocella, Elementi di Politica Economica, 2003).•In un recente lavoro di valutazione delle privatizzazioni inglesi si è rilevato che esse non hanno dato luogo ad alcun significativo incremento di produttività per cui o le inefficienze non esistevano o se esistevano si sono mantenute anche dopo le privatizzazioni (Florio, Privatizzazioni e benessere, Economia Pubblica, 2/2003).•L’efficienza dipende da una serie di elementi di cui la proprietà pubblica o privata non sembra essere il principale.

La competizione “per il mercato”•La teoria delle aste è un’applicazione piuttosto astrusa e complessa, risalente agli anni ’70, della teoria dei giochi.•Oltre a tutte le assunzioni proprie della teoria dei giochi (perfetta razionalità) la teoria delle aste assume che:•l’autorità pubblica che conduce l’asta abbia una buona informazione di base sulle tecnologie delle singole imprese: ma le asimmetrie informative in certi settori sono molto importanti;•le singole imprese non colludano tra loro: ma in certi settori, ed in particolare in quello idrico, le imprese sono riconducibili a pochi grandi gruppi ed è naturale che colludano;•non vi sia corruzione dell’autorità pubblica: ma la trattativa tra pubblico e privato espone naturalmente a questo rischio (vd. il caso Grenoble).

Il controllo sull’attività privata•Spesso si dà troppo facilmente per scontato che le authorities siano effettivamente in grado di controllare in modo efficace l’attività privata e di impedire che si formino rendite monopolistiche.•Per esempio nel caso delle privatizzazioni britanniche sembra provato che le utilities privatizzate hanno fruito di margini di profitto quasi-monopolistici malgrado fossero regolamentate (cfr. Florio, 2003).•Per l’Italia, lo stesso mercato finanziario sembra essere convinto che le utilities privatizzate faranno profitti rilevanti: le utilities hanno rappresentato i “titoli difensivi” nel recente periodo di orso borsistico.•Nel settore idrico c’è anche un problema di qualità dell’acqua: le imprese private possono avere interesse a peggiorarla per aumentare la domanda di acqua in bottiglia.

Le alternative: modalità di gestionepubblica partecipata•1) Municipalizzata con “open regulation” all’americana: trasparenza, informazione, controllo democratico;•2) Regiefrancese con partecipazione indiretta: associazioni, sindacati,movimenti;•3) Modello Porto Alegre: decisione diretta sulle opzioni di medio periodo, delega tecnica ma controllata.•Ripensiamo alle modalità di partecipazione in chiave di efficienza sociale: capacità di individuare i bisogni & maggiore efficacia vs. maggiori costi applicativi (vd. Piacenza).•Da dove partire: con il decreto legge allegato alla Finanziaria 2004 sembra possibile la gestione in house!

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