E ora anche Attac sarebbe un’associazione a delinquere

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di Cecchino Antonini (Liberazione)

Quattro i reati contestati al militante diAttac Italia (che potrebbe non essere l’unico destinatario di unprovvedimento del genere): invasione di terreni, danneggiamento su edificidestinati a uso pubblico, favoreggiamento e associazione per delinquere.I fatti risalgono al 26 ottobre 2002: «In contemporanea e in alternativa conla kermesse della Nestlé-Perugina “Eurochocolate”, il movimento avevaorganizzato “Equochocolate”», ricorda Bersani, 44 anni, responsabile deiservizi sociali di Nerviano, comune del milanese. Non lontano da Perugia, aMarsciano, venne organizzata anche un’azione dimostrativa da parte digiovani comunisti, Attac e Altragricoltura. «Striscioni e interventi dellaconferenza stampa – continua a raccontare – contestavano la privatizzazionedel sapere da parte delle multinazionali delle biotecnologie».

Tutto sisvolse in un centro di ricerche dell’università, «alla luce del sole, senzaforze dell’ordine, senza fastidi per il personale: era domenica e lo stabileera vuoto. Ai cronisti vennero mostrati bidoni e altri gadget a disposizionedei ricercatori con su le etichette delle multinazionali biotech: Monsanto,Pioneer, Aventis e altre».

Ne è scaturita un’indagine lunga un anno. Bersani ne ha sentore solo amarzo, quando i carabinieri di Saronno lo interrogano per sapere se quelgiorno era lì, se era sua una certa vettura.Bersani si dice tranquillo: «Però è importante segnalare – spiega – questoclima in cui ogni espressione di contestazione viene tradotta in capi diimputazione. Nello specifico ritengo ridicole le accuse. Penso che si trattidi un ennesimo tentativo di intimidazione. Ma non smetteremo certo didisturbare i manovratori. Chi fa la guerra non va lasciato in pace».

Nel frattempo, a S. Artemio e Casier (Treviso) due centri d’accoglienzaoccupati dai migranti sono stati sgomberati, nel giorno del lutto nazionale,da 200 tra agenti e carabinieri. Per lo “Sportello degli Invisibili”«un’operazione di vendetta» contro un esperimento triennale di convivenzafra etnie diverse. Sabato alle 15 ci sarà una prima risposta con lamanifestazione regionale indetta a treviso contro la guerra, sulla scortadell’appello parigino del Fse.

Sempre ieri, a Priverno (Latina), cinque studenti del Teodosio Rossi sonostati identificati in caserma dai carabinieri per aver esposto da una classeuna bandiera del Che e striscioni contro «la guerra del petrolio» e solidalicon la resistenza all’occupazione straniera («l’Iraq agli iracheni») . «E’stato un segnale per battere il qualunquismo – racconta a Liberazione uno diloro – una protesta contro le strumentalizzazioni messe in atto perriabilitare la guerra all’indomani della morte degli italiani. Ne siamoaddolorati ma crediamo che siano vittime di una politica indegna di ungoverno che appoggia l’occupazione».

Il preside, secondo i ragazzi, avrebbeceduto alle pressioni di alcuni docenti che volevano far tacere la protesta.Uno in particolare, pare un cc in congedo, avrebbe dato in escandescenzeprendendo a calci i muri e urlando «come un forsennato» prima di telefonarealla stazione cc.

E a tutto ciò si aggiunge l’offensiva politica e mediatica contro ilmovimento e il sindacato accusati dalle destre di contiguità con ogni tipodi terrorismo. Nel mirino anche il mediattivismo, unico argine, spesso, al”pensiero unico”. Si sono distinti nell’affondo ai «siti italiani affondicontro, dal salotto di Vespa, contro «alcuni siti italiani» cheinciterebbero «ad andare in Iraq per attaccare le forze occupanti» EdwardLuttwak, ospite con Frattini di Porta a Porta, e i quotidiani di Feltri edella “famiglia Mediaset”.

E, ancora ieri, il vicepresidente dei senatori diForza Italia, Lucio Malan, ha denunciato alla polizia Moreno Pasquinelli delCampo Antimperialista di Assisi, che sta raccogliendo soldi per laresistenza irachena. L’uomo sarebbe colpevole di aver dichiarato alla Bbc(dove sarebbe stato presentato come esponente pacifista) di non porsi ilproblema se quel denaro potrà essere utilizzato per l’acquisto di armi.

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