Secondo uno studio congiunto tra Wto (World Trade Organisation) e Ilo (International Labour Organisation), il libero commercio ha fallito nel creare migliori condizioni di lavoro nei paesi in via di sviluppo.Al contrario avrebbe arricchito l’economia informale di nuovi posti di lavoro, con tutta l’insicurezza che li caratterizza: “ad una forte crescita nell’economia mondiale, non è per nulla seguito un corrispondente incremento nelle condizioni di lavoro e degli standard di vita per molti”. Secondo il rapporto della Wto e dell’Ilo, il lavoro informale nelle economie in via di sviluppo comprenderebbe tra il 30 ed il 90% della forza lavoro complessiva.”Il commercio ha contribuito alla crescita ed allo sviluppo ovunque” ha dichiarato Pascal Lamy, direttore della Wto, “ma questo non si è automaticamente tradotto in un miglioramento della qualità del lavoro”.Secondo Lamy “L’apertura dei mercati necessita di proprie politiche per creare buoni posti di lavoro. Questo è ancor più evidente con l’attuale crisi che ha ridotto il commercio ed cacciato molti nel lavoro informale”.Secondo il rapporto, la crescita dell’economia informale ha avuto inoltre l’effetto di impedire ai Paesi di diversificare le proprie economie e le proprie esportazioni, contribuendo alla depressione globale: “un incremento nell’incidenza del lavoro informale di 10 punti percentuali è equivalente alla riduzione nella diversificazione dell’export di un corrispondente 10%”. Oltretutto un’economia informale diffusa rende il Paese più vulnerabile a shock economici esterni. “Inoltre” continua il rapporto, “diverse stime suggeriscono che i Paesi con una dimensione dell’economia informale sopra la media sono tre volte più a rischio nel subire gli effetti avversi della crisi rispetto a quelli con tassi di informalità più bassi”.La domanda che sorge spontanea è… ma noi non l’avevamo detto? Motivo in più per attivarsi il 28 novembre prossimo, alla vigilia dell’apertura della Ministeriale Wto a Ginevra. Forse, oggi più che mai, è bene ricordare loro che non devono svendere il nostro futuro. Attivati anche tu e tieniti aggiornato su www.faircoop.net/faircoop