TAVOLO DI LAVORO 1 – DEMOCRAZIA E AUTOGOVERNO

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Non ci riuniamo per lamentare il deperimento degli spazi della democrazia: le sirene di allarme non fanno molti proseliti e non abbiamo eden perduti da riconquistare. Abbiamo però la matura consapevolezza che il suo destino ci riguardi tutti, a prescindere dal giudizio che ciascuno dà delle sue forme trascorse e dei suoi orizzonti venturi. Ha senso dunque interrogarsi sul suo nucleo irrinunciabile di diritti, partecipazione, eguaglianza ed emancipazione; chiedersi, soprattutto, cosa stia prendendo subdolamente il suo posto.

Abbiamo una certezza da cui partire. A perdere potere – decisionale, politico ed economico – sono le persone che vivono un quotidiano di impegni e sacrifici; la soglia di povertà si allarga, le politiche neoliberali rendono permanenti precarietà e incertezza, il sistema promette libertà e poteri che hanno un prezzo, che solo pochi possono permettersi. Questo modello fa sentire il suo peso soffocante nelle metropoli, tra tagli e spazi pubblici e privati condannati all’abbandono, alla svendita. Come negli schemi più classici dell’autoritarismo, il governo si preoccupa di cancellare i residui spazi di democrazia, divide e deporta lavoratori, commissaria le amministrazioni locali: le proteste e non la povertà sono il suo problema.

Abbiamo anche delle tracce da seguire. Delle coordinate teoriche certo, e poi tante forme di sperimentazioni di chi come noi, e meglio di noi, sta scrivendo una costellazione sperimentale di pratiche della convivenza e della decisione politica: dal Rojova al Chiapas, dalla Val Susa a Porto Alegre, da Barcellona alla Grecia. Al “tavolo autogoverno e democrazia” abbiamo deciso di cominciare prestando attentamente l’orecchio al suolo, per ascoltare quello che si muove nella nostra città metropolitana sul terreno dei movimenti sociali, delle lotte, ma anche oltre.

Abbiamo cominciato a “mappare” – interrogandole e coinvolgendole – le realtà che si pongono come noi il problema della democrazia, della riappropriazione di spazi pubblici e privati, dell’autogestione e della ricerca di nuovi modelli istituzionale radicalmente partecipativi. Vogliamo che queste pratiche migliorino contaminandosi, ma soprattutto che vadano oltre la sola cura ed uso degli spazi che abbiamo liberato.

Abbiamo coinvolto e vogliamo coinvolgere tutte quelle realtà territoriali, comitati di quartiere, associazioni, studiosi, singoli, gruppi che non si limitano a rivendicare un altro mondo, ma provano ad agirlo nel loro quotidiano; con loro vogliamo tessere insieme il mosaico di un laboratorio cittadino sull’autogoverno.
Intendiamo aprire degli scenari di possibilità per un nuovo governo del territorio, capace di elaborare forme permanenti e popolari per la raccolta e il coordinamento di istanze, bisogni e desideri.

Intendiamo promuovere seminari che interroghino queste pratiche, produrre contaminazioni tra le stesse, elaborare atti e strumenti amministrativi inediti che possano coinvolgere larghi pezzi di quei soggetti oggi sistematicamente esclusi ed elusi dai processi decisionali. A partire da tema del governo e della cura dei beni comuni e degli spazi pubblici, del controllo popolare delle bonifiche ambientali e del territorio, delle forme di relazione tra diversi soggetti fondati sull’orizzontalità.

La contaminazione non ci spaventa perché le nostre identità sono loro stesse in processo, declinate in un fare comune in cui possiamo solo ritrovarci.

ulteriori informazioni: http://www.massacriticanapoli.org/tavoli/democrazia-e-autogoverno/

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