Cosa significa quest’anno il giorno della memoria?

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Una riflessione di Attac Saronno 

Foto di Ali Abdul Rahman su Unsplash

Celebrare il Giorno della Memoria nel 2024 è, secondo alcuni, più complicato che in altri anni. Certamente, secondo noi, è più chiaro.

Perché molti riducono il Giorno della Memoria alla commemorazione di una sola parte della vittime del genocidio nazista perpetrato nei campi di sterminio di mezza Europa, Italia inclusa. Non solo gli ebrei, seppur numericamente di gran lunga i più colpiti, infatti, ne sono stati vittime: nomadi, disabili, omosessuali, comunisti, anarchici e altri oppositori politici. Oltre a venti milioni di sovietici uccisi fuori dai lager.

Eppure non è sempre stato facile nemmeno per noi amanti della memoria storica integrale riuscire a far ricordare le “altre vittime” della politica nazista e dei suoi collaboratori in Europa, fascisti italiani inclusi.

Una narrazione, quella che riduce alle sole vittime ebree lo sterminio nazifascista, funzionale anche ad accreditare in questi decenni gli innumerevoli crimini contro l’umanità e le numerosissime violazioni delle Risoluzioni della Nazioni Unite perpetrati da Israele dalla Nakba del 1948 in avanti.

Oggi, però, lo stato ebraico di Israele è protagonista dell’escalation di una pulizia etnica che vede già quasi 30 mila persone uccise in 100 giorni di assedio a Gaza: i perseguitati sono diventati i persecutori.

Lo conferma la prima sentenza emessa dal Tribunale Penale Internazionale de L’Aja del 26 gennaio 2024 parla di “elementi di genocidio” nella condotta che invita Israele a fermare con effetto immediato.

Una sentenza che fa cadere ogni velo sulle responsabilità della situazione attuale, mentre alcuni – non solo a destra – ancora si ostinano ad equiparare l’azione di Hamas del 7 ottobre a quanto compiuto dal giorno seguente da parte del governo israeliano di unità nazionale presieduto da Benjamin Netanyahu.

Di qui la chiarezza definitiva, a nostro avviso, su cosa significa la giornata della memoria: “mai più genocidi”, chiunque li compia verso chiunque. E mai più nazifascismo, in qualsiasi forma si ripresenti.

Per questo apprezziamo chi, in questa giornata, si sia mobilitato per ricordare, oltre alle vittime di religione ebraica dello sterminio nazista, anche le “altre” vittime della ferocia nazifascista.

Per questo le militanti di Attac saranno presenti nel gruppo delle decine di donne che chiederanno in maniera pacifica il “cessate il fuoco” immediato a Gaza in piazza Libertà nel pomeriggio del 27 gennaio.

Per questo invitiamo la cittadinanza a visitare la mostra fotografica “Adelmo e gli altri. Confinati omosessuali in Lucania” organizzata da ANPI e Agedo presso Villa Gianetti e presente fino all’8 febbraio.

Per questo chi può partecipi alla presentazione del libro “Campi fascisti” di Gino Marchitelli, domenica 28 gennaio alle 16, sempre a Villa Gianetti.

Per questo, infine, riteniamo gravissima la proibizione di manifestazioni a favore del popolo palestinese decretata dal Governo nazionale per la giornata del 27 gennaio: qui non solo esce la visione “riduzionista” dello sterminio nazifascista, ma anche la bieca strumentalizzazione di un governo nazionale di stampo neofascista, che non perde l’occasione per limitare il diritto costituzionale alla manifestazione del pensiero.

Proprio nel momento in cui ce ne sarebbe maggiormente bisogno, dato che la Memoria di ieri deve comportare la cessazione del genocidio del popolo palestinese oggi. 

ATTAC SARONNO 

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