Cos’è un audit?
L’audit non è una proposta “tecnica” ma uno strumento politico di autorganizzazione diffusa, per una iniziativa collettiva in cui si affermi l’idea che tutti i cittadini e tutte le cittadine sono in grado di occuparsi del proprio futuro, anche affrontando consapevolmente le tematiche economiche. L’audit del debito non è un fine in sé. E’ solo uno strumento, un mezzo, per l’emancipazione delle comunità territoriali.
A cosa serve una commissione cittadina per l’audit?
L’audit del debito rappresenta una opportunità per mostrare la vera natura di ciò che viene chiamato “pubblico”. Gli aspetti di trasparenza, di partecipazione democratica, di svelamento della natura privata del debito pubblico servono a definire un modello di città alternativo a quello dominante,.
L’audit del debito incoraggia e favorisce l’autorganizzazione dei cittadini, perché prendano familiarità sia con il controllo diretto e collettivo delle azioni di “quelli che stanno in alto”, sia con l’idea che sono in grado di gestire direttamente la loro vita di ogni giorno.
Quali sono i suoi compiti? Qual è la sua principale missione?
L’audit ha il compito di ricostruire il passato – come si è formato il debito – e di scavare nel presente -come viene gestita la spesa pubblica- per costruire un diverso futuro. La ragion d’essere di una campagna per l’audit del debito è il concreto incoraggiamento alla partecipazione diretta dei cittadini su tutte le scelte che li riguardano.
Perché un audit sul debito del Comune?
Il debito complessivo del paese, incluso quello generato dagli enti locali e da imprese statali, è consolidato nel debito pubblico nazionale, e quindi la gestione complessiva del
debito del paese avviene a livello centrale.
D’altra parte, gli impatti della gestione del debito tramite politiche di austerità fiscale
(aumento di tasse e taglio di spese) nonché gli esempi concreti di possibile generazione di debito
illegittimo o illegale – spesso collegato a casi di sprechi e corruzione – sono molto più visibili a
livello locale, ossia collegati alla gestione della finanza pubblica degli enti locali.
Alcuni dati per capire come la crisi del debito viene scaricata sugli enti locali
a) la quota comunale del debito della pubblica amministrazione è pari al 2,1% (dati Banca d’Italia, 2014);
b) la quota comunale della spesa pubblica complessiva è pari al 7,8% (dati IFEL, 2014).
Nonostante ciò:
a) il contributo richiesto agli enti locali (tagli ai trasferimenti + patto di stabilità) nelle manovre finanziarie è passato da 1.650 miliardi nel 2009 a 16.555 miliardi nel 2015 (+909%) (fonte: Camera dei Deputati, 2015);
b) il personale nei Comuni è passato da 479.233 unità nel 2007 a 426.263 unità nel 2013 (-11,1%).
Alcune domande da porsi per avviare l’audit
Perché il Comune è stato indotto a contrarre un tale debito che non smette di gonfiarsi?
A che titolo e con quali decisioni si sono contratti i singoli prestiti?
Al servizio di quali scelte politiche e di quali interessi sociali il debito è stato contratto?
Chi ne ha beneficiato?
Chi sono i creditori?
Quale è l’ammontare di interessi da pagare, e a che tasso?
Quale parte è stata già pagata?
Quale è l’ammontare del bilancio comunale destinata al ripagamento del debito e relativi interessi?
LEGGERE IL BILANCIO DEL COMUNE
L’analisi del bilancio è fondamentale perché esso rappresenta lo strumento di pianificazione e
gestione economica e finanziaria dei comuni italiani, in cui vengono dettagliate tutte le entrate e le
spese dell’ente divise in conto corrente e in conto capitale.
I bilanci dei comuni sono disponibili, anche su internet, in forma aggregata. Si possono richiedere i
bilanci estesi o più specifiche informazioni inerenti a questi tramite richieste formali di accesso
all’informazione secondo quanto sancito dalle leggi italiane n. 241 e n. 142 del 1990. In caso di
mancata o insufficiente risposta entro 30 giorni dalla domanda, il cittadino può chiedere chiarimenti
e quindi fare anche ricorso al tribunale amministrativo, con possibilità di appello al Consiglio di
Stato.
Nel leggere i bilanci, possibilmente con l’aiuto di cittadini più esperti di fiscalità, è importante
concentrarsi sull’esposizione debitoria accumulata dal comune e capirne, almeno in termini
aggregati, la sua composizione.
BILANCIO COMUNALE: ENTRATE
L’analisi delle entrate di bilancio del Comune costituisce un’operazione prioritaria per valutare le
capacità di gestione ordinaria e straordinaria. Questa voce di bilancio può essere distinta in due grandi categorie:
a) le entrate correnti, che comprendono le risorse utilizzate dal Comune per la copertura delle
spese di ordinaria amministrazione;
b) le entrate in conto capitale provenienti dalle risorse provenienti da canali diversi: dall’imposizione fiscale, dalle scelte in materia di tariffe e dai trasferimenti correnti, cioè
entrate di carattere straordinario, quali derivanti da alienazione di beni patrimoniali, da trasferimenti in conto capitale destinati a finanziare investimenti, e altri incassi di capitale.
Le entrate sono ordinate in:
• Titoli (fonte di provenienza)
• Categorie (tipologia)
• Risorse (oggetto)
La Risorsa è l’unità elementare delle entrate.
Esempio
Titolo I |
Categoria |
Risorse |
Entrate tributarie |
Imposte |
Tasi |
I primi tre titoli del bilancio costituiscono le entrate correnti:
Titolo I, entrate tributarie (imposte, tasse e tributi speciali);
Titolo II, trasferimenti correnti (da Stato, Regioni, Organismi comunitari ed Internazionali e da altri enti del settore pubblico);
Titolo III, entrate extra-tributarie (proventi di servizi pubblici, multe, utili e dividenti di aziende speciali e partecipate, ecc.).
Gli ultimi tre titoli costituiscono le entrate in conto capitale:
Titolo IV, entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossioni di crediti (entrate derivanti da vendita di beni patrimoniali, oneri di urbanizzazione, trasformazioni di aree, trasferimenti di capitale. Si tratta di entrate destinate al finanziamento degli investimenti e, per una parte degli oneri di urbanizzazione, anche ad alcune voci di spesa corrente);
Titolo V, entrate derivanti da accensioni di prestiti (entrate da mutui, prestiti e da emissioni di prestiti
obbligazionari);
Titolo VI, entrate da servizi per conto terzi.
Entrate correnti
TITOLO I: ENTRATE TRIBUTARIE
Categoria 1: Imposte
Categoria 2: Tasse
Categoria 3: Tributi speciali ed altre entrate proprie
TITOLO II: ENTRATE DERIVANTI DA CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI CORRENTI
Categoria 1: Contributi e Trasferimenti correnti dallo Stato
Categoria 2: Contributi e Trasferimenti correnti dalla Regione
Categoria 3: Contributi e Trasferimenti correnti dalla Regione per funzioni delegate
Categoria 4: Contributi e Trasferimenti correnti da parte di organismi comunitari e internazionali
Categoria 5: Contributi e Trasferimenti correnti da altri enti del settore pubblico
TITOLO III: ENTRATE EXTRA-TRIBUTARIE
Categoria 1: Proventi dei servizi pubblici
Categoria 2: Proventi dei beni dell’ente
Categoria 3: Interessi su anticipazioni di crediti
Categoria 4: Utili netti delle aziende speciali e partecipate, dividendi di società
Categoria 5: Proventi diversi
Entrate in conto capitale
TITOLO IV: ENTRATE DA ALIENAZIONI, DA TRASFERIMENTI DI CAPITALE E DA
RISCOSSIONI DI CREDITI
Categoria 1: Alienazione di beni patrimoniali
Categoria 2: Trasferimenti di capitale dallo Stato
Categoria 3: Trasferimenti di capitale dalla Regione
Categoria 4: Trasferimenti di capitale da altri enti del settore pubblico
Categoria 5: Trasferimenti di capitale da altri soggetti
Categoria 6: Riscossione di crediti
TITOLO V: ENTRATE DERIVANTI DA ACCENSIONI DI PRESTITI
Categoria 1: Anticipazioni di cassa
Categoria 2: Finanziamenti a breve termine
Categoria 3: Assunzione di mutui e prestiti
Categoria 4: Emissione di prestiti obbligazionari
TITOLO VI: ENTRATE DA SERVIZI PER CONTO TERZI
BILANCIO COMUNALE: USCITE
Le uscite del bilancio corrispondono alle spese e si suddividono in:
• Titoli sulla base dei principali aggregati economici;
• ciascun Titolo in Funzioni, in base ai vari tipi di attività e compiti assegnati all’ente;
• Servizi, in base agli uffici che gestiscono complessi omogenei di attività;
• Interventi, in relazione alla natura economica dei fattori produttivi nell’ambito di ciascun servizio.
Per la parte delle Spese, l’Intervento è l’unità elementare di bilancio.
Esempio
Titolo I |
Funzione |
Servizio |
Intervento |
Spese correnti |
Settore Sociale |
Assistenza e beneficenza |
Personale |
Le spese correnti costituiscono il Titolo I del bilancio di spesa.
Sono le spese destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi prestati dal Comune, nonché alla redistribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi.
Le spese in conto capitale costituiscono il Titolo II.
Individuano tutte le spese che incidono direttamente o indirettamente sulla formazione del capitale dell’ente. In sostanza sono le spese relative agli investimenti sia diretti che indiretti, ai conferimenti di capitali e alle operazioni relative alla concessione di crediti. Oggetto di tali spese, non dirette al normale svolgimento dell’attività dell’Ente, sono beni immobili, beni mobili durevoli destinati alla produzione di reddito, conferimenti di capitali.
Le spese finali sono il risultato del la sommatoria dei primi due titoli del bilancio di spesa (spese correnti e spese in conto capitale), e rappresentano le somme necessarie all’amministrazione per perseguire i propri scopi o fini istituzionali.
Il Titolo III delle uscite è costituito dai rimborsi di prestiti e ricomprendono tutte le erogazioni attinenti il rimborso in linea capitale di prestiti comunque assunti, dalle anticipazioni di tesoreria ai mutui;
Il Titolo IV delle uscite “spese per servizi per conto di terzi” sostituiscono le preesistenti partite di giro.
Per quanto riguarda le spese, quella che segue è la classificazione funzionale.
Classificazione funzionale
TITOLO I: SPESE CORRENTI
Funzione 1: Funzioni generali di amministrazione, di gestione e controllo
Funzione 2: Funzioni relative alla giustizia
Funzione 3: Funzioni di polizia locale
Funzione 4: Funzioni di istruzione pubblica
Funzione 5: Funzioni relative alla cultura ed ai beni culturali
Funzione 6: Funzioni nel settore sportivo e ricreativo
Funzione 7: Funzioni nel campo turistico
Funzione 8: Funzioni nel campo della viabilita’ e dei trasporti
Funzione 9: Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente
Funzione 10: Funzioni nel settore sociale
Funzione 11: Funzioni nel campo dello sviluppo economico
Funzione 12: Funzioni relative a servizi produttivi
TOTALE SPESE
TITOLO II: SPESE IN CONTO CAPITALE
Funzione 1: Funzioni generali di amministrazione, di gestione e controllo
Funzione 2: Funzioni relative alla giustizia
Funzione 3: Funzioni di polizia locale
Funzione 4: Funzioni di istruzione pubblica
Funzione 5: Funzioni relative alla cultura ed ai beni culturali
Funzione 6: Funzioni nel settore sportivo e ricreativo
Funzione 7: Funzioni nel campo turistico
Funzione 8: Funzioni nel campo della viabilita’ e dei trasporti
Funzione 9: Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente
Funzione 10: Funzioni nel settore sociale
Funzione 11: Funzioni nel campo dello sviluppo economico
Funzione 12: Funzioni relative a servizi produttivi
TITOLO III: SPESE PER RIMBORSO PRESTITI
Intervento 1: Rimborso per anticipazioni di cassa
Intervento 2: Rimborso di finanziamenti a breve termine
Intervento 3: Rimborso di quota capitale di mutui e prestiti
Intervento 4: Rimborso di prestiti obbligazionari
Intervento 5: Rimborso di quota capitale di debiti pluriennali
TITOLO IV: SPESE PER SERVIZI PER CONTO DI TERZI
Gli indicatori finanziari del bilancio
Indice |
Cosa significa |
La formula |
Come si legge |
Autonomia finanziaria |
Esprime il rapporto tra entrate proprie e totale delle entrate correnti e consente di misurare il grado di autofinanziamento dell’ente mediante le entrate proprie. |
[Entrate tributarie + Entrate extratributarie)] / [(Entrate tributarie + Contributi e trasferimenti + Entrate extratributarie)] |
Più elevato è il valore del rapporto, tanto maggiore è il grado di autofinanziamento dell’ente mediante le entrate correnti al netto dei trasferimenti. |
Pressione tributaria (al netto di compartecipazione Irpef, Tosap, Tarsu) |
Evidenzia il prelievo tributario medio pro capite. |
(Entrate tributarie) / (Popolazione) |
Più elevato è il valore del rapporto, tanto maggiore è il prelievo fiscale a livello comunale. |
Rigidità strutturale della spesa corrente |
Indica quanta parte della spesa corrente è destinata alle spese “vincolate”, e non è dunque disponibile per altri interventi.. |
[Spese personale + spese interessi passivi + spese rimborso prestiti)]/[ (Entrate tributarie + contributi e trasferimenti + entrate extratributarie)] % |
Quanto minore è il valore dell’indice, tanto maggiore è l’autonomia discrezionale della Giunta e del Consiglio in sede di predisposizione del bilancio. Quanto più il valore si avvicina al 40-45% delle spese correnti, tanto minori sono le possibilità di manovra dell’Amministrazione. Gran parte delle risorse correnti già utilizzate per il finanziamento delle spese per il personale e per interessi passivi. |
Propensione all’investimento (media ultimo triennio) |
Evidenzia l’incidenza delle spese di investimento sul totale delle spese di bilancio |
[Spese medie in conto capitale nell’ultimo triennio (Tit. II, escluso int. 10) ] / [ Spese medie nell’ultimo triennio (Tit. I+II+III) ] |
Fornisce un’indicazione sull’ammontare della spesa di investimento. La percentuale è tanto più elevata quanto maggiori sono gli investimenti dell’ente |
Ricorso all’indebitamento per finanziare gli investimenti |
Evidenzia quanto gli investimenti siano finanziati attraverso forme tradizionali (mutui finanziati dalla Cassa Depositi e Prestiti) e più flessibili, quali ad esempio emissioni di prestiti obbligazionari e mutui concessi da istituti bancari privati. |
[Entrate medie da mutui e prestiti (Tit. V, categorie 3 e 4)] / [Spese in conto capitale (Tit. II, escluso int. 10)] |
Gli investimenti sono l’unica eccezione che permette ad un ente di ricorrere a forme di indebitamento. |
Equilibrio di parte corrente |
Gli enti pubblici possono finanziare la spesa corrente e il rimborso dei mutui e prestiti con le sole entrate correnti salvo alcune eccezioni previste dall’ordinamento. |
Entrate correnti (Tit. I+II+III) / [Spese correnti (Tit. I) + Quote capitali rimborso mutui e prestiti (Tit. III, int. 3-5)] |
Tanto più alto è il valore dell’indice tanto più si evidenzia una sostenibilità delle politiche di bilancio, almeno nel breve periodo |
Debito residuo per abitante |
Esprime il livello medio di indebitamento per abitante. |
[Consistenza finale dei debiti di finanziamento] / (n. abitanti) |
E’ importante l’evoluzione temporale di tale indice, oltre che il suo valore assoluto. |
Investimenti per abitante(media dell’ultimo triennio) |
Esprime il livello medio di spesa per investimenti procapite. |
[Spese medie in conto capitale (pagato in c/competenza e in c/residui del Tit. II, escluso int. 10)] / [n. abitanti medio dell’ultimo triennio] |
E’ importante l’evoluzione temporale di tale indice, oltre che il suo valore assoluto. |
Sostenibilità del debito |
Esprime la sostenibilità a lungo periodo dello stock di debito, sulla base delle entrate correnti annue. |
[Entrate correnti (Tit. IIII)] /[consistenza finale dei debiti di finanziamento] |
Evidenzia condizioni di maggiore o minore equilibrio del bilancio sul lungo periodo. Operazioni di restituzione anticipata di mutui e prestiti si riverberano molto positivamente sul valore dell’indice. Un limite è connesso invece al fatto che l’indice nulla dice rispetto all’arco temporale nel quale il debito residuo debba essere restituito. |
Tasso di realizzazione dei residui attivi di parte corrente |
Esprime la capacità dell’ente di riscuotere le entrate accertate in esercizi precedenti e non riscosse, ma riportate come residui attivi a inizio esercizio finanziario. |
[Riscossione dei residui attivi riportati a inizio anno (Tit. I-III)] / [residui attivi riportati a inizio anno (Tit.IIII)] |
Più è alto il valore dell’indice, più è alto il rischio che vi siano fra i residui somme che potrebbero non essere mai riscosse. |
Incidenza residui di entrate proprie conservati a fine anno dalla gestione in c/residui, sul totale delle entrate proprie accertate |
L’indice evidenzia la quota di residui attivi del titolo I e III generati da accertamenti risalenti a due anni prima dell’anno di riferimento. |
[Residui di entrate proprie conservati a fine anno derivanti dalla gestione residui (Tit. I+III)] / [Entrate proprie (accertato in c/competenza Tit. I+III)] |
Più è alto il valore dell’indice, più è alto il rischio che vi siano fra i residui somme per le quali non sussiste la ragione del mantenimento del residuo a bilancio, con possibile pregiudizio degli equilibri di bilancio. |
Velocità di riscossione entrate tributarie [Tosap -Tarsu ed Addizionale Irpef Escluse] |
Misura il grado di traduzione delle posizioni creditorie in movimenti monetari. |
Entrate Tributarie )conto competenza) / Accertamenti entrate tributarie (escuse quelle solite) |
Più è alto il valore, più è efficiente il sistema di riscossione delle entrate tributarie. |
Incidenza Spesa per il personale sulle Entrate Correnti |
Confronta l’entità della spesa per il personale con il totale delle entrate correnti |
[Spesa Corrente Impegni, Totale Int. 1] / [Totale delle entrate Correnti accertate] |
|
Incidenza Spesa Interessi Passivi e Oneri finanziari diversi sulle Entrate correnti |
Confronta l’entità della spesa per Interessi passivi ed oneri finanziari diversi con il totale delle entrate correnti |
[Spesa Corrente Impegni, Totale Int. 6] / [Totale delle entrate Correnti accertate] |