SCHEDA 6: Come leggere il bilancio comunale

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Cos’è un audit?

L’audit non è una proposta “tecnica” ma uno strumento politico di autorganizzazione diffusa, per una iniziativa collettiva in cui si affermi l’idea che tutti i cittadini e tutte le cittadine sono in grado di occuparsi del proprio futuro, anche affrontando consapevolmente le tematiche economiche. L’audit del debito non è un fine in sé. E’ solo uno strumento, un mezzo, per l’emancipazione delle comunità territoriali.

A cosa serve una commissione cittadina per l’audit?
L’audit del debito rappresenta una opportunità per mostrare la vera natura di ciò che viene chiamato “pubblico”. Gli aspetti di trasparenza, di partecipazione democratica, di svelamento della natura privata del debito pubblico servono a definire un modello di città alternativo a quello dominante,.

L’audit del debito incoraggia e favorisce l’autorganizzazione dei cittadini, perché prendano familiarità sia con il controllo diretto e collettivo delle azioni di “quelli che stanno in alto”, sia con l’idea che sono in grado di gestire direttamente la loro vita di ogni giorno.

Quali sono i suoi compiti? Qual è la sua principale missione?

L’audit ha il compito di ricostruire il passato – come si è formato il debito – e di scavare nel presente -come viene gestita la spesa pubblica- per costruire un diverso futuro. La ragion d’essere di una campagna per l’audit del debito è il concreto incoraggiamento alla partecipazione diretta dei cittadini su tutte le scelte che li riguardano.

Perché un audit sul debito del Comune?

Il debito complessivo del paese, incluso quello generato dagli enti locali e da imprese statali, è consolidato nel debito pubblico nazionale, e quindi la gestione complessiva del

debito del paese avviene a livello centrale.

D’altra parte, gli impatti della gestione del debito tramite politiche di austerità fiscale

(aumento di tasse e taglio di spese) nonché gli esempi concreti di possibile generazione di debito

illegittimo o illegale – spesso collegato a casi di sprechi e corruzione – sono molto più visibili a

livello locale, ossia collegati alla gestione della finanza pubblica degli enti locali.

Alcuni dati per capire come la crisi del debito viene scaricata sugli enti locali

a) la quota comunale del debito della pubblica amministrazione è pari al 2,1% (dati Banca d’Italia, 2014);

b) la quota comunale della spesa pubblica complessiva è pari al 7,8% (dati IFEL, 2014).

Nonostante ciò:

a) il contributo richiesto agli enti locali (tagli ai trasferimenti + patto di stabilità) nelle manovre finanziarie è passato da 1.650 miliardi nel 2009 a 16.555 miliardi nel 2015 (+909%) (fonte: Camera dei Deputati, 2015);

b) il personale nei Comuni è passato da 479.233 unità nel 2007 a 426.263 unità nel 2013 (-11,1%).

Alcune domande da porsi per avviare l’audit

Perché il Comune è stato indotto a contrarre un tale debito che non smette di gonfiarsi?

A che titolo e con quali decisioni si sono contratti i singoli prestiti?

Al servizio di quali scelte politiche e di quali interessi sociali il debito è stato contratto?

Chi ne ha beneficiato?

Chi sono i creditori?

Quale è l’ammontare di interessi da pagare, e a che tasso?

Quale parte è stata già pagata?

Quale è l’ammontare del bilancio comunale destinata al ripagamento del debito e relativi interessi?

LEGGERE IL BILANCIO DEL COMUNE

L’analisi del bilancio è fondamentale perché esso rappresenta lo strumento di pianificazione e

gestione economica e finanziaria dei comuni italiani, in cui vengono dettagliate tutte le entrate e le

spese dell’ente divise in conto corrente e in conto capitale.

I bilanci dei comuni sono disponibili, anche su internet, in forma aggregata. Si possono richiedere i

bilanci estesi o più specifiche informazioni inerenti a questi tramite richieste formali di accesso

all’informazione secondo quanto sancito dalle leggi italiane n. 241 e n. 142 del 1990. In caso di

mancata o insufficiente risposta entro 30 giorni dalla domanda, il cittadino può chiedere chiarimenti

e quindi fare anche ricorso al tribunale amministrativo, con possibilità di appello al Consiglio di

Stato.

Nel leggere i bilanci, possibilmente con l’aiuto di cittadini più esperti di fiscalità, è importante

concentrarsi sull’esposizione debitoria accumulata dal comune e capirne, almeno in termini

aggregati, la sua composizione.

 

 

BILANCIO COMUNALE: ENTRATE

L’analisi delle entrate di bilancio del Comune costituisce un’operazione prioritaria per valutare le

capacità di gestione ordinaria e straordinaria. Questa voce di bilancio può essere distinta in due grandi categorie:

a) le entrate correnti, che comprendono le risorse utilizzate dal Comune per la copertura delle

spese di ordinaria amministrazione;

b) le entrate in conto capitale provenienti dalle risorse provenienti da canali diversi: dall’imposizione fiscale, dalle scelte in materia di tariffe e dai trasferimenti correnti, cioè

entrate di carattere straordinario, quali derivanti da alienazione di beni patrimoniali, da trasferimenti in conto capitale destinati a finanziare investimenti, e altri incassi di capitale.

Le entrate sono ordinate in:

Titoli (fonte di provenienza)

Categorie (tipologia)

Risorse (oggetto)

La Risorsa è l’unità elementare delle entrate.

Esempio

Titolo I

Categoria

Risorse

Entrate tributarie

Imposte

Tasi

I primi tre titoli del bilancio costituiscono le entrate correnti:

Titolo I, entrate tributarie (imposte, tasse e tributi speciali);

Titolo II, trasferimenti correnti (da Stato, Regioni, Organismi comunitari ed Internazionali e da altri enti del settore pubblico);

Titolo III, entrate extra-tributarie (proventi di servizi pubblici, multe, utili e dividenti di aziende speciali e partecipate, ecc.).

Gli ultimi tre titoli costituiscono le entrate in conto capitale:

Titolo IV, entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossioni di crediti (entrate derivanti da vendita di beni patrimoniali, oneri di urbanizzazione, trasformazioni di aree, trasferimenti di capitale. Si tratta di entrate destinate al finanziamento degli investimenti e, per una parte degli oneri di urbanizzazione, anche ad alcune voci di spesa corrente);

Titolo V, entrate derivanti da accensioni di prestiti (entrate da mutui, prestiti e da emissioni di prestiti

obbligazionari);

Titolo VI, entrate da servizi per conto terzi.

 

 

 

Entrate correnti

 

TITOLO I: ENTRATE TRIBUTARIE

Categoria 1: Imposte

Categoria 2: Tasse

Categoria 3: Tributi speciali ed altre entrate proprie

TITOLO II: ENTRATE DERIVANTI DA CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI CORRENTI

Categoria 1: Contributi e Trasferimenti correnti dallo Stato

Categoria 2: Contributi e Trasferimenti correnti dalla Regione

Categoria 3: Contributi e Trasferimenti correnti dalla Regione per funzioni delegate

Categoria 4: Contributi e Trasferimenti correnti da parte di organismi comunitari e internazionali

Categoria 5: Contributi e Trasferimenti correnti da altri enti del settore pubblico

TITOLO III: ENTRATE EXTRA-TRIBUTARIE

Categoria 1: Proventi dei servizi pubblici

Categoria 2: Proventi dei beni dell’ente

Categoria 3: Interessi su anticipazioni di crediti

Categoria 4: Utili netti delle aziende speciali e partecipate, dividendi di società

Categoria 5: Proventi diversi

Entrate in conto capitale

 

TITOLO IV: ENTRATE DA ALIENAZIONI, DA TRASFERIMENTI DI CAPITALE E DA

RISCOSSIONI DI CREDITI

Categoria 1: Alienazione di beni patrimoniali

Categoria 2: Trasferimenti di capitale dallo Stato

Categoria 3: Trasferimenti di capitale dalla Regione

Categoria 4: Trasferimenti di capitale da altri enti del settore pubblico

Categoria 5: Trasferimenti di capitale da altri soggetti

Categoria 6: Riscossione di crediti

 

 

TITOLO V: ENTRATE DERIVANTI DA ACCENSIONI DI PRESTITI

Categoria 1: Anticipazioni di cassa

Categoria 2: Finanziamenti a breve termine

Categoria 3: Assunzione di mutui e prestiti

Categoria 4: Emissione di prestiti obbligazionari

TITOLO VI: ENTRATE DA SERVIZI PER CONTO TERZI

 

 

 

BILANCIO COMUNALE: USCITE

Le uscite del bilancio corrispondono alle spese e si suddividono in:

Titoli sulla base dei principali aggregati economici;

• ciascun Titolo in Funzioni, in base ai vari tipi di attività e compiti assegnati all’ente;

Servizi, in base agli uffici che gestiscono complessi omogenei di attività;

Interventi, in relazione alla natura economica dei fattori produttivi nell’ambito di ciascun servizio.

Per la parte delle Spese, l’Intervento è l’unità elementare di bilancio.

Esempio

Titolo I

Funzione

Servizio

Intervento

Spese correnti

Settore Sociale

Assistenza e beneficenza

Personale

Le spese correnti costituiscono il Titolo I del bilancio di spesa.

Sono le spese destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi prestati dal Comune, nonché alla redistribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi.

Le spese in conto capitale costituiscono il Titolo II.

Individuano tutte le spese che incidono direttamente o indirettamente sulla formazione del capitale dell’ente. In sostanza sono le spese relative agli investimenti sia diretti che indiretti, ai conferimenti di capitali e alle operazioni relative alla concessione di crediti. Oggetto di tali spese, non dirette al normale svolgimento dell’attività dell’Ente, sono beni immobili, beni mobili durevoli destinati alla produzione di reddito, conferimenti di capitali.

Le spese finali sono il risultato del la sommatoria dei primi due titoli del bilancio di spesa (spese correnti e spese in conto capitale), e rappresentano le somme necessarie all’amministrazione per perseguire i propri scopi o fini istituzionali.

Il Titolo III delle uscite è costituito dai rimborsi di prestiti e ricomprendono tutte le erogazioni attinenti il rimborso in linea capitale di prestiti comunque assunti, dalle anticipazioni di tesoreria ai mutui;

Il Titolo IV delle uscite “spese per servizi per conto di terzi” sostituiscono le preesistenti partite di giro.

 

 

Per quanto riguarda le spese, quella che segue è la classificazione funzionale.

Classificazione funzionale

 

TITOLO I: SPESE CORRENTI

 

Funzione 1: Funzioni generali di amministrazione, di gestione e controllo

Funzione 2: Funzioni relative alla giustizia

Funzione 3: Funzioni di polizia locale

Funzione 4: Funzioni di istruzione pubblica

Funzione 5: Funzioni relative alla cultura ed ai beni culturali

Funzione 6: Funzioni nel settore sportivo e ricreativo

Funzione 7: Funzioni nel campo turistico

Funzione 8: Funzioni nel campo della viabilita’ e dei trasporti

Funzione 9: Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente

Funzione 10: Funzioni nel settore sociale

Funzione 11: Funzioni nel campo dello sviluppo economico

Funzione 12: Funzioni relative a servizi produttivi

TOTALE SPESE

 

TITOLO II: SPESE IN CONTO CAPITALE

 

Funzione 1: Funzioni generali di amministrazione, di gestione e controllo

Funzione 2: Funzioni relative alla giustizia

Funzione 3: Funzioni di polizia locale

Funzione 4: Funzioni di istruzione pubblica

Funzione 5: Funzioni relative alla cultura ed ai beni culturali

Funzione 6: Funzioni nel settore sportivo e ricreativo

Funzione 7: Funzioni nel campo turistico

Funzione 8: Funzioni nel campo della viabilita’ e dei trasporti

Funzione 9: Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente

Funzione 10: Funzioni nel settore sociale

Funzione 11: Funzioni nel campo dello sviluppo economico

Funzione 12: Funzioni relative a servizi produttivi

TITOLO III: SPESE PER RIMBORSO PRESTITI

 

Intervento 1: Rimborso per anticipazioni di cassa

Intervento 2: Rimborso di finanziamenti a breve termine

Intervento 3: Rimborso di quota capitale di mutui e prestiti

Intervento 4: Rimborso di prestiti obbligazionari

Intervento 5: Rimborso di quota capitale di debiti pluriennali

TITOLO IV: SPESE PER SERVIZI PER CONTO DI TERZI

 

 

Gli indicatori finanziari del bilancio

 

Indice

Cosa significa

La formula

Come si legge

Autonomia finanziaria

Esprime il rapporto tra entrate proprie e totale delle entrate correnti e consente di misurare il grado di autofinanziamento dell’ente mediante le entrate proprie.

[Entrate tributarie + Entrate

extratributarie)] / [(Entrate

tributarie + Contributi e

trasferimenti + Entrate

extratributarie)]

Più elevato è il valore del rapporto,

tanto maggiore è il grado di

autofinanziamento dell’ente mediante

le entrate correnti al netto dei

trasferimenti.

Pressione tributaria (al netto di compartecipazione

Irpef, Tosap, Tarsu)

Evidenzia il prelievo tributario medio pro capite.

(Entrate tributarie) /

(Popolazione)

Più elevato è il valore del rapporto,

tanto maggiore è il prelievo fiscale a

livello comunale.

Rigidità strutturale

della spesa corrente

Indica quanta parte della spesa corrente è destinata alle spese vincolate”, e non è dunque disponibile per altri interventi..

[Spese personale + spese

interessi passivi + spese

rimborso prestiti)]/[

(Entrate tributarie +

contributi e trasferimenti +

entrate extratributarie)] %

Quanto minore è il valore dell’indice,

tanto maggiore è l’autonomia

discrezionale della Giunta e del

Consiglio in sede di predisposizione

del bilancio. Quanto più il valore si

avvicina al 40-45% delle spese correnti,

tanto minori sono le possibilità di

manovra dell’Amministrazione. Gran

parte delle risorse correnti già utilizzate

per il finanziamento delle spese per il

personale e per interessi passivi.

Propensione

all’investimento (media ultimo triennio)

Evidenzia l’incidenza delle spese di investimento sul totale delle spese di bilancio

[Spese medie in conto

capitale nell’ultimo triennio

(Tit. II, escluso int. 10) ] / [

Spese medie nell’ultimo

triennio (Tit. I+II+III) ]

Fornisce un’indicazione

sull’ammontare della spesa di

investimento. La percentuale è tanto

più elevata quanto maggiori sono gli

investimenti dell’ente

Ricorso

all’indebitamento per

finanziare gli

investimenti

Evidenzia quanto gli investimenti siano finanziati attraverso forme tradizionali (mutui finanziati dalla

Cassa Depositi e Prestiti) e più flessibili, quali ad esempio emissioni di prestiti obbligazionari e mutui concessi da istituti bancari privati.

[Entrate medie da mutui e

prestiti (Tit. V, categorie 3 e

4)] / [Spese in conto capitale

(Tit. II, escluso int. 10)]

Gli investimenti sono l’unica eccezione

che permette ad un ente di ricorrere a

forme di indebitamento.

Equilibrio di parte

corrente

Gli enti pubblici possono finanziare la spesa corrente e il rimborso dei mutui e prestiti con le sole entrate

correnti salvo alcune eccezioni previste dall’ordinamento.

Entrate correnti (Tit.

I+II+III) / [Spese correnti

(Tit. I) + Quote capitali

rimborso mutui e prestiti

(Tit. III, int. 3-5)]

Tanto più alto è il valore dell’indice

tanto più si evidenzia una sostenibilità

delle politiche di bilancio, almeno nel

breve periodo

Debito residuo per

abitante

Esprime il livello medio di

indebitamento per abitante.

[Consistenza finale dei debiti

di finanziamento] / (n.

abitanti)

E’ importante l’evoluzione temporale

di tale indice, oltre che il suo valore

assoluto.

Investimenti per

abitante(media dell’ultimo triennio)

Esprime il livello medio di spesa per investimenti procapite.

[Spese medie in conto

capitale (pagato in c/competenza e in c/residui

del Tit. II, escluso int. 10)] /

[n. abitanti medio dell’ultimo

triennio]

E’ importante l’evoluzione temporale

di tale indice, oltre che il suo valore

assoluto.

Sostenibilità del debito

Esprime la sostenibilità a lungo periodo dello stock di debito, sulla base delle entrate correnti annue.

[Entrate correnti (Tit. IIII)]

/[consistenza finale

dei debiti di

finanziamento]

Evidenzia condizioni di maggiore o

minore equilibrio del bilancio sul lungo

periodo. Operazioni di restituzione

anticipata di mutui e prestiti si

riverberano molto positivamente sul

valore dell’indice. Un limite è connesso

invece al fatto che l’indice nulla dice

rispetto all’arco temporale nel quale il

debito residuo debba essere restituito.

Tasso di realizzazione

dei residui attivi di parte

corrente

Esprime la capacità dell’ente di riscuotere le entrate accertate in esercizi precedenti e non riscosse,

ma riportate come residui attivi a inizio esercizio finanziario.

[Riscossione dei residui

attivi riportati a

inizio anno (Tit. I-III)] /

[residui attivi

riportati a inizio anno (Tit.IIII)]

Più è alto il valore dell’indice, più è

alto il rischio che vi

siano fra i residui

somme che potrebbero

non essere mai riscosse.

Incidenza residui di

entrate proprie

conservati a fine anno

dalla gestione in

c/residui, sul totale delle

entrate proprie accertate

L’indice evidenzia la quota di residui attivi del titolo I e III generati da accertamenti risalenti a due anni prima dell’anno di riferimento.

[Residui di entrate proprie

conservati a fine anno

derivanti dalla gestione

residui (Tit. I+III)] /

[Entrate proprie (accertato

in c/competenza Tit. I+III)]

Più è alto il valore dell’indice, più è alto

il rischio che vi siano fra i

residui somme per le quali non sussiste

la ragione del mantenimento del

residuo a bilancio, con possibile

pregiudizio degli equilibri di bilancio.

Velocità di riscossione

entrate tributarie [Tosap -Tarsu ed Addizionale Irpef

Escluse]

Misura il grado di traduzione delle posizioni creditorie in movimenti monetari.

Entrate Tributarie )conto

competenza) / Accertamenti

entrate tributarie (escuse

quelle solite)

Più è alto il valore, più è efficiente il

sistema di riscossione delle entrate

tributarie.

Incidenza Spesa per il

personale sulle Entrate

Correnti

Confronta l’entità della spesa per il personale con il totale delle entrate correnti

[Spesa Corrente Impegni,

Totale Int. 1] / [Totale delle

entrate Correnti accertate]

 

Incidenza Spesa

Interessi Passivi e Oneri

finanziari diversi sulle

Entrate correnti

Confronta l’entità della spesa per Interessi passivi ed oneri finanziari diversi con il totale delle entrate correnti

[Spesa Corrente Impegni,

Totale Int. 6] / [Totale delle

entrate Correnti accertate]

 

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