La società sostenibile vista da Bagnoli

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di Francesca Pilla

Vertice e controvertice, com’era prevedibile i due meeting hanno parlato lingue diverse, con gli industriali però completamente assorti nello snocciolare le proprie ricette neoliberiste per nulla attenti al movimento che intende attaccare dall’interno le colonne di un sistema fondato sulla centralità del profitto, e i sostenitori di un’altra economia invece vigili alle mosse di Cernobbio per entrare nel merito della discussione e rispondere a tono.

Così se il ministro dell’economia Giulio Tremonti ha proposto una riforma strutturale definita «colbertiana» per ridare fiducia alle persone, da Napoli Giulio Marcon, coordinatore di Sbilanciamoci ha risposto che è possibile e sostenibile finanziariamente un reddito d’inserimento per tutti, tanto quanto un programma di «piccole opere» per l’ambiente e lo sviluppo locale, un avanzamento degli investimenti in ricerca e formazione, l’utilizzo d’indicatori alternativi al Pil per la misurazione del benessere, un rinnovato ruolo dello Stato nell’economia e per la promozione dei diritti.

Se Tremonti poi si è detto sorpreso che alla riduzione delle imposte non sia corrisposto un aumento dei consumi, ma dei depositi in banca perché la gente ha paura, Riccardo Petrella, dell’Università di Lovanio ha spiegato che abbiamo bisogno di «collettivizzare» il sistema bancario, usare i prelievi fiscali per rendere pubblici i sistemi energetici, le risorse essenziali, beni e servizi, nonché per sostenere educazione, salute, cura degli anziani.

Quindi il ministro dell’istruzione Letizia Moratti ha sostenuto che una politica per i giovani significa nuovi progetti per un made in Italy più innovativo, nuove idee per la società e le imprese, più competitività con il resto del mercato mondiale, ma l’Udu (l’Unione degli universitari), ha chiesto libero accesso ai saperi e finanziamenti per la scuola pubblica.

Il ministro Roberto Maroni ha asserito che la riforma del welfare, in particolare della previdenza, partirà dal 2008 e sarà una misura strutturale e non ciclica per dare stabilità finanziaria, e Andrea Fumagalli, dell’Università di Pavia, ha rilanciato proponendo invece «un reddito di cittadinanza che oggi costituisce l’unica chance per ridistribuire la ricchezza, perché la precarizzazione del lavoro è anche precarizzazione della vita e il reddito di cittadinanza è uno strumento d’emancipazione della persona». Mentre Titti Di Salvo della segreteria Cgil ha sottolineato che è ancora aperto lo scontro con il governo sul diritto al lavoro come valore sociale riconosciuto e che la battaglia sull’articolo 18 è tutt’altro che persa.

Davide contro Golia insomma, ma alla fondazione Idis – che quest’anno ha ospitato per la prima volta la «contro Cernobbio» e sembra destinata a diventarne la sede permanente come proposto dalle diverse associazioni promotrici dell’iniziativa – sono pronti a puntare su un programma alternativo a partire da obiettivi concreti per «L’impresa di un’economia diversa».

Le organizzazioni si sono infatti impegnate in interventi specifici a partire dal Mezzogiorno: verrà fondato un osservatorio permanente sul sistema delle imprese, il modello di politica industriale, l’economia, promuovendo un confronto con gli imprenditori. Quindi un calendario con i prossimi appuntamenti e alcuni traguardi da raggiungere entro due anni. In primavera potrebbe essere convocato un nuovo forum sull’argomento: «Un’università delle idee – come ha spiegato Petrella – per discutere e formalizzare il piano comune da realizzare entro il 2006».

Sul tavolo la creazione di un’organizzazione mondiale delle cooperative, basata sul modello delle Coop italiane, cercare di finanziare un servizio pubblico europeo, intensificare la lotta all’industria bellica e infine sostegno agli «strumenti» d’informazione indipendenti.

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