L’acqua della Lombardia

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di Davide Migliorino

In una regione ricca d’acqua e popolosa come la Lombardia il servizio idrico viene organizzato su basi territoriali corrispondenti ai confini provinciali, all’interno dei quali viene poi individuato il gestore a cui affidare tale servizio. Quando questo scacchiere vedrà la sua composizione definitiva, ci dovrebbero essere 12 gestori con l’aggiunta della società MM S.p.a. per la sola città di Milano.

Tredici gestori “unici”, così come consente la legislazione attuale. Tredici “società” che “dovrebbero” (il condizionale è d’obbligo come vedremo) prevedere la sola partecipazione di soggetti e capitali pubblici, alle quali gli Enti locali affidano il servizio di gestione. 

Non è stato sicuramente un percorso semplice quello che ha portato (o che porterà) alla costituzione definitiva di questi gestori. Il caso più recente, e che ci riporta all’orecchio echi referendari, è sicuramente quello della provincia di Brescia dove il comitato locale è stato promotore di un appuntamento referendario e fautore della conseguente vittoria dei SI, per impedire che quote di partecipazione di Acque Bresciane S.r.l. fossero cedute a soggetti privati. Siamo ancora in attesa che il Consiglio Provinciale ratifichi il volere dei e delle cittadini/e recatisi alle urne lo scorso 03 novembre 2018. 

Vi è comunque ancora molta frammentarietà nella gestione del servizio idrico integrato, come è ben rappresentato dal territorio comasco e varesino e dalla sua società Alfa S.r.l.. Quest’ultima, dopo vari ritardi dovuti a due ricorsi da parte dell’allora ASPEM S.p.a. (10% di proprietà pubblica, 90% di proprietà di A2A S.p.a.) vedrà a lungo termine l’aggregazione totale di tutte le gestioni da parte di società e comuni varesini. Non sarà sicuramente nemmeno un percorso agevole mantenere questo stato delle cose e (speriamo) migliorarlo in un’ottica del pieno rispetto dell’esito referendario 2011. Intanto perchè siamo ormai abituati a leggi, a qualsiasi livello, che remano contro “ogni sorta” di gestione pubblica di un servizio come l’acqua. Ma anche (e soprattutto) perchè sul territorio è presente una delle quattro multiservizi che a livello nazionale si stanno spartendo la gestione di questi servizi pubblici con il solo scopo di creare profitto da re-distribuire ai soci a fine esercizio. Stiamo parlando di A2A S.p.a. (Milano e Brescia ne detengono il 50% delle azioni), che oltre a quello idrico, tratta anche servizi quali energia, gas, rifiuti ed è presente direttamente nelle provincie del nord della Lombardia, oppure è presente come azionista di riferimento, all’interno di quella che definemmo la “Multiutility del nord” – ACSM-AGAM S.p.a. – nata nel luglio 2018  dall’aggregazione di multiservizi operanti nelle provincie di Como, Lecco, Sondrio, Monza e Varese. 

A fronte quindi di una gestione territoriale perlopiù tecnicamente pubblica, abbiamo la sgradita presenza di queste multiservizi che allungano i propri tentacoli predatori nei vari territori lombardi, per niente ostacolate da provvedimenti legislativi che dovrebbero fare l’interesse pubblico.Proprio per questo motivo ci auguriamo che si possa presto votare in Parlamento il testo di legge scritto, ormai nel lontano 2007, dal Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua. Un testo che riporta veramente la gestione in mano pubblica, attraverso Aziende Speciali, anche in forma consorziata, ovvero Enti di diritto pubblico (non Società) che non possono avere alcuno scopo di profitto bensì l’obbligo di re-investire nel servizio dato al cittadino l’eventuale avanzo di bilancio. Che inoltre permettono maggiori strumenti di controllo e partecipazione da parte di utenti e/o lavoratori/trici, perchè rappresentano quegli Enti “di prossimità”, e quindi più vicini al cittadino. 

Occorre davvero la buona volontà da parte di tutte/i, non solo delle istituzioni, che hanno o dovrebbero avere il compito di salvaguardare l’interesse pubblico votando il nostro testo di legge, ma anche l’attenzione da parte delle cittadine e dei cittadini lombardi che troveranno nei comitati territoriali l’adeguato supporto per contrastare ogni tentativo di spregio della volontà popolare del giugno 2011.

Attualmente quello di Brescia è il comitato più attivo, quello che sta promuovendo, con notevoli risultati, consigli comunali aperti nei rispettivi comuni del territorio, affinchè venga deliberato da queste amministrazioni il rispetto dell’esito referendario dello scorso novembre. Il consiglio provinciale bresciano, per forza di cose, dovrà ascoltare la voce dei cittadini e delle cittadine a sostegno dei loro amministratori locali.

Vi è stata poi la battaglia del comitato di Sondrio dove il gestore “pubblico” si comportava appunto al pari di una società privata non assoggettata a controllo da parte dei comuni soci. Il comitato locale aveva avviato una prima raccolta firme su una petizione popolare (7 mila firme raccolte) e, con il supporto di associazioni di consumatori, ha avviato la procedura per una “azione di classe” nei confronti del gestore ma, non avendo ottenuto riscontri positivi, si è ricorso al TAR, anche con l’adesione di numerosi amministratori condominiali. Purtroppo il TAR non ha sentenziato…nulla, nè dando ragione a SECAM S.r.l. nè ai cittadini, respingendo il ricorso sostenendo che questi ultimi non avevano i requisiti per presentarlo.

Sulla trasparenza di gestione, il comitato di Varese ha più volte chiesto ad Alfa S.r.l. di pubblicare tutti gli atti proposti e votati dai propri organi costitutivi. La richiesta era nata dal fatto che al momento della scelta della forma di gestione di questo gestore, la Provincia di Varese aveva comparato l”‘in house” con l’Azienda Speciale – proposta dal comitato – sostenendo che “Società pubblica” ed “Ente pubblico” fossero la medesima cosa. A tutt’oggi della pubblicazione di questi documenti non vi è ancora traccia.

Dal punto di vista ambientale è recente la votazione in consiglio comunale a Milano di un o.d.g. basato su un’istanza del comitato milanese “STOP al GLIFOSATO” che, a livello internazionale, è riconosciuto come probabile cancerogeno (vedasi sentenza della Corte della California nei confronti della Monsanto recentemente fusasi con Bayer).

Questi sono solo alcuni degli aspetti (pubblicizzazione, trasparenza, ambiente) che verrebbero finalmente tutti rispettati se, come ci auguriamo e secondo la volontà popolare del Giugno 2011, il testo della nostra legge verrà votato in Parlamento, così come da noi scritto e senza alcun ritocco, per il quieto vivere di questo Governo. 

 Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 39 di Marzo – Aprile 2019. “Si scrive acqua, si legge democrazia

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