Genova 19 Luglio 2016 – Convegno Internazionale verso L’Annullamento del Debito Illegittimo “Dal G8 di Genova alla Laudato sì. Il Giubileo del Debito”

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di Antonio De Lellis (Attac Italia, Pax Christi)

Circa 200 persone hanno partecipato ieri al convegno “Il Giubileo del debito?” a Genova all’interno delle iniziative per i 15 anni dal G8, da cui è partita, su iniziativa di Attac Italia e delle realtà che hanno fatto parte del Forum Nuova Finanza Pubblica e Sociale, l’idea di costruire una sezione italiana del Catdm, il comitato internazionale per l’annullamento dei debiti illegittimi.
Dopo le impressioni di DeLellis, ideatore e moderatore del Convegno, pubblichiamo le valutazioni comparse negli articoli sull’iniziativa usciti su Il Fatto Quotidiano (Salvatore Cannavò) e su Il Manifesto (Marco Bertorello).

La Redazione

Impressioni

Una delle esperienze sociali più importanti della mia vita. Questa è stata la giornata di lavori del 19 luglio nel 15° anniversario dei fatti del G8 e nell’anno del Giubileo.
Genova non è casuale.

Questa città, così come il tema del debito, è un crocevia di storie, di sofferenze, di visioni. Chiunque lotta prima o poi si imbatte in questa questione ormai globale. Genova, così come il tema del debito, cerca di essere un telaio che mette insieme più fili affinché possano trasformarsi in un tessuto in cui si colgono, sì le differenze che però non dovrebbero essere mai squarci.

Ma Genova è anche stato il luogo di scontri in cui sangue innocente è stato versato: per me sorgente di una nuova umanità. A tutti coloro che prepararono e vissero quei giorni intensi e drammatici e che da quei giorni trassero la forza per continuare a saldare culture differenti, ma non indifferenti, a questi penso sia dedicata: “Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia”.
Ci unisce oggi l’attenzione ai problemi delle persone e dei popoli schiavi del debito e la propensione a privilegiare le esistenze  rispetto alle teorie ovvero i volti rispetto alle dottrine.

Dopo 15 anni dal G8 di Genova e nell’anno del Giubileo, come cittadini diversamente credenti, abbiamo vissuto qualcosa di importante, abbiamo condiviso una delle questioni globali più urgenti: il progressivo indebitamento dei popoli dell’intero pianeta. Abbiamo indagato come, anche in Europa, sembra prevalere l’ideologia della finanza e dei vincoli di bilancio che hanno creato debito, diseguaglianze, risvegliato egoismi, nazionalismi e spinte isolazionistiche che ampliano il solco di un’Europa senza anima, riportando indietro l’orologio della storia a periodi caratterizzati da drammatici conflitti.

Sotto i nostri occhi si consuma l’orrore di esclusioni e della pericolosissima costruzione di muri materiali e mentali, conseguenza di un malinteso senso del limite che colpisce bersagli umani invece di quelli che animano la finanza senza regole, rafforzatasi dopo la crisi a danno di un economia umana.

Sembra infatti prevalere un’economia estrattiva che porta con se privatizzazioni di beni comuni, distruzione, miseria, violenze, guerre, migrazioni epocali e irreversibili cambiamenti climatici che colpiscono aree del pianeta vulnerabili, creando un debito ecologico pagato soprattutto da paesi non responsabili, ma gravati da un debito pubblico in gran parte illegittimo.
Verrebbe da dire che ci stiamo allontanando dal terreno dell’umano!

Ci siamo confrontati in maniera responsabile per verificare se e quali impegni assumere per scongiurare gli effetti di una invisibile dittatura finanziaria e di una economia dei più forti, provando a scegliere di stare dalla parte di chi, come noi, paga il prezzo più elevato di queste ingiustizie. In particolare abbiamo verificato che è possibile promuovere ad ogni livello la liberazione dai debiti illegittimi, verificato la disponibilità ad attivare percorsi di Audit del debito pubblico a partire da quello degli enti locali, smascherando la geografia dei poteri che dietro di esso si nasconde.

La carta di Genova, risultato di questa giornata, è un impegno in prima persona, cercando di coinvolgere tutte le organizzazioni disponibili affinché siano adottate misure di contrasto al debito privato e pubblico che impediscono la piena partecipazione dei cittadini alla vita sociale, economica e democratica.

Abbiamo detto con forza che la vita viene prima del debito!

Proprio per questo vogliamo promuovere e vivere un diverso modello sociale ed economico che rimetta al centro la piena dignità di ogni persona nel rispetto della vita del nostro pianeta, nostra casa comune.
Quindici anni fa i movimenti dicevano che “un altro mondo è possibile” e da allora molta strada è stata fatta anche attraverso la grande stagione referendaria per l’acqua bene comune, del forum per una nuova finanza pubblica e sociale, dello stop al TTIP, delle piccole e grandi battaglie per il territorio, solo per citarne alcune, ma oggi la costruzione di quel mondo si è arricchito di un tassello importante: sono state gettate le basi per un vero movimento popolare aperto ed inclusivo verso le differenze sociali, culturali e religiose. Qualcosa che in Italia rappresenta un fatto storico. E questo è solo l’inizio!

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Valutazioni

Da Bergoglio ai No Debito, Genova ha ancora qualcosa da dire
Salvatore Cannavò da Il Fatto Quotidiano

La particolarità della giornata sta già nel nome: “Dal G8 di Genova alla Laudato si’ – Il Giubileo del debito?”. Questo il titolo della iniziativa che ha aperto ieri, al Palazzo Ducale di Genova, le giornate di ricordo del G8 del 2001. Iniziativa organizzata dalla Fondazione Palazzo Ducale e dal Comitato per l’abolizione dei debiti illegittimi (Cadtm) in collaborazione con Comitato Piazza Carlo Giuliani. E quel Laudato si’ conferma proprio quello che promette, un dialogo diretto tra esponenti del mondo “altermondialista”, dediti alla battaglia per l’abolizione dei debiti illegittimi, come Éric Toussaint che del Cadtm è il fondatore, e settori importanti della Chiesa. Alcuni presenti al convegno come monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne o monsignor Giovanni Ricchiuti, o, ancora, il presidente di Pax Christi Italia e padre Alex Zanotelli. Altri presenti nello spirito, anzi mediante la lettera con cui il cardinal Peter Turkson – da sempre indicato come il futuro “papa nero” (è del Ghana) – ha sostenuto l’iniziativa ma soprattutto l’idea di lavorare per alleggerire il peso del debito.

Il tema sembra utopico, se non peregrino, ma torna ripetutamente nel dibattito pubblico. Vuoi per le vicende greche – di cui Éric Toussaint ha offerto una lucida e critica, rispetto a Tsipras, ricostruzione – vuoi per vicende più piccole come quelle italiane. La campagna elettorale per Roma, ad esempio, è stata segnata dal tema della cancellazione del debito (o di una sua parte) contratto dal Comune nelle gestioni precedenti. In realtà, la tematica è ancora più subdola perché mentre si inveisce dal punto di vista degli economisti classici contro ricette considerate sciagurate, in realtà i debiti delle banche rappresentano la variabile che sta minando alla radice la solidità del progetto europeo.

Il debito, secondo la nuova alleanza tra ex no global – a gestire gran parte della giornata è stata Attac Italia – e Chiesa bergogliana, non è solo un’arma della finanza globale contro i Paesi periferici, ma anche il motore, forse l’unico negli ultimi dieci anni, della crescita finanziaria a livello globale. Crescita “drogata”, nelle forme più spurie, anche dalla Bce, dalla dilatazione dei debiti pubblici.

E così, da questa giornata snobbata dai più, nasce l’idea di costituire anche in Italia il Comitato per l’annullamento del debito (Cadtm), ormai presente in decine di Paesi e in quattro continenti, ma non ancora in Italia. A settembre verrà presentato ufficialmente e poi muoverà i suoi primi passi. E magari rivelarsi uno strumento utile per quegli amministratori, come i sindaci del M5S, che della questione del debito sono rimasti gli unici a parlare.

Il debito illegittimo
di Marco Bertorello da Il Manifesto

Oggi per l’intera giornata a Genova, nelle sale di Palazzo Ducale, nei medesimi luoghi in cui si tenne il G8 nel luglio di 15 anni fa, ci sarà un convegno organizzato dalla Fondazione del Ducale stesso e dal Cadtm, una struttura internazionale che da poco ha significativamente modificato la propria denominazione da Comitato per l’abolizione dei debiti del terzo mondo a Comitato per l’abolizione dei debiti illegittimi. Il Cadtm in questi anni, oltre a promuovere una visione differente sui debiti sovrani e sul loro frequente carattere illegittimo, ha partecipato direttamente alle indagini conoscitive dei debiti di Equador e Grecia.

Il convegno, dal titolo “Un Giubileo del debito?”, è frutto di una crescente collaborazione di differenti soggetti collettivi e individuali che da anni dedicano attenzione al ruolo dei debiti nell’economia contemporanea. Un incontro di laici e cristiani, un incontro tra esperti del debito, come il belga Eric Toussaint e i monsignori Tommaso Valentinetti e Giovanni Ricchiuti, rispettivamente arcivescovo di Pescara e presidente di Pax Christi. Tutti accomunati dalla volontà di riflettere e ridiscutere ruolo e funzione di un’economia sempre più fondata sulla finanziarizzazione.

Dalle contestazioni del G8, in cui una delle parole d’ordine era la cancellazione del debito dei paesi poveri, molte cose sono cambiate, ma molte semplicemente si sono acuite sul medesimo solco. Negli ultimi 15 anni abbiamo scoperto come il debito non sia solo un’arma della finanza globale puntata unicamente sui paesi periferici, ma anche un motore di una crescita finanziaria a livello globale. Un espediente per allontanare gli spettri di una crisi dovuta all’assenza di una effettiva crescita economica.

Nel corso di questi anni i debiti sovrani, dopo aver assorbito le perdite private, si sono rivelati insostenibili anche nei paesi occidentali. Lo scorso anno il drammatico caso greco ha svelato come un debito, seppur modesto per entità, possa diventare uno strumento di dominio politico, ancor prima che economico, uno strumento per imporre regole per tutti, per piccoli come per grandi paesi. Il caso ellenico rappresenta una sorta di fallimentare laboratorio dell’austerità intesa come rimedio della crisi. Negli anni Novanta c’erano paesi africani in cui la spesa sociale costituiva un quarto delle spese per interessi sul debito, oggi il riaffacciarsi in Grecia della malnutrizione e della mortalità infantile, cioè nella vecchia e ricca Europa, rappresenta il passaggio di testimone.

In questi anni, però, progressivamente si è compreso come il debito sia strumento di dominio e al contempo un viatico per imporre politiche economiche fondate su ulteriori sperequazioni sociali. Nel mondo sono emersi movimenti e organizzazioni che hanno posto l’attenzione su tali dinamiche, finendo per imporre indagini istituzionali e popolari sui bilanci pubblici nazionali e locali e fornendo quindi una radiografia dei debitori e dei creditori, di come erano stati spesi i soldi in nome della sovranità e di quali erano i soggetti che da tali spese avevano tratto vantaggio. Anche in Italia, a piccoli passi, è andata diffondendosi questa consapevolezza sul piano generale e non solo.

In diversi territori sono state realizzate indagini indipendenti sui bilanci delle amministrazioni locali, da Parma fino al più recente rapporto sul Comune di Roma. Anche le ultime campagne elettorali non hanno potuto evitare di riflettere sul ruolo dei debiti, sull’impossibilità di qualsiasi politica pubblica senza una rimessa in discussione degli stessi, frutto nel peggiore dei casi di malaffare e nel migliore di tagli continui da parte dello Stato centrale. Insomma sul tema qualcosa si muove.

Nella prossima fase occorrerà sfidare amministrazioni nazionali e locali su tale tema, nella consapevolezza che esso costituisce nella sua rigidità una sorta di architrave di qualsiasi politica dominante e nella sua rimessa in discussione l’unica strada per ipotizzare percorsi realmente alternativi, di apertura al cambiamento e all’innovazione. Su questi temi il convegno proverà a misurarsi e a rilanciare per creare le condizioni per una vera e propria campagna contro i debiti illegittimi e le conseguenti politiche fondate sull’austerità.

Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 25 di Settembre-Ottobre 2016 Chi è in debito con chi?

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