Solidarietà ai lavoratori colombiani. Via Uribe!

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Appello alle forze sindacali

APPELLO ALLE FORZE SINDACALI

Il prossimo 30 aprile arriverà nel nostro Paese, per un incontro con Berlusconi ed un’udienza privata dal Papa, un noto narcotrafficante. Questo lugubre personaggio si chiama Álvaro Uribe Vélez, presidente della Colombia. Segnalato in un rapporto desegretato della DEA statunitense all’inizio degli anni ’90, veniva indicato al n°82 in una lista in cui figuravano i cento più pericolosi narcotrafficanti al mondo (http://www.gwu.edu/ nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB131/index.htm). Descritto come amico di Pablo Escobar e del cartello di Medellín, Uribe è colui che al tempo in cui era direttore dell’Aereonautica Civile colombiana concesse centinaia di licenze per l’apertura di piste, da cui partivano aerei carichi di droga per gli Stati Uniti. Approfittando della carica di governatore del dipartimento di Antioquia, legalizzò i gruppi paramilitari sotto la copertura di cooperative private di sicurezza chiamate “Convivir”.

Insediatosi alla Presidenza nell’agosto del 2002, era stato eletto da una minoranza degli aventi diritto al voto (ottenne sì più del 50% di preferenze, ma con un tasso di astensione di quasi il 60%) e grazie alle forti pressioni dei gruppi paramilitari, che ne finanziarono ed appoggiarono la campagna attraverso minacce, pressioni e violenze. Rieletto nel 2006 in maniera fraudolenta previa modifica della Costituzione conseguita tramite una vergognosa compravendita di voti, ancora oggetto di piú indagini da parte della magistratura colombiana, Uribe ha fatto della sua dottrina, denominata eufemisticamente “Sicurezza Democratica”, l’arma repressiva con cui annientare l’opposizione politica e sociale nel paese. Dalla data del suo insediamento, oltre 560 sindacalisti sono stati assassinati dal terrorismo di Stato; per tale ragione la Colombia rappresenta il paese al mondo in cui risulta più pericoloso esercitare l’attività sindacale.

Le grandi multinazionali insediate nel paese, come la Coca Cola, la Drummond, la Repsol e la Chiquita (solo per citarne alcune), finanziano i gruppi paramilitari per eliminare fisicamente i leader sindacali che portano avanti coraggiosamente le giuste rivendicazioni dei lavoratori, risolvendo in questo modo criminale le vertenze. All’inizio di questo mese una delegazione composta da parlamentari e sindacalisti canadesi, statunitensi ed inglesi ha visitato la regione colombiana di Arauca (al nord est del paese e confinante con il Venezuela), emettendo una durissima dichiarazione di condanna in cui si denuncia il carattere criminale del governo presieduto da Uribe (http://www.nuovacolombia.net/).

Solo pochi giorni orsono la famigerata Polizia antisommossa ESMAD, già rea di uccisioni di manifestanti, operai e studenti, è intervenuta per reprimere le giuste rivendicazioni dei lavoratori del carbone, in sciopero da oltre un mese, che chiedono salari dignitosi alla compagnia Fenoco. Il 5 aprile scorso Hernán Polo Barrera, presidente del Sindacato dei Lavoratori e Impiegati dell’Educazione (Sitraenal), è stato assassinato da sicari proprio sotto gli occhi della figlia sedicenne, che a sua volta è rimasta ferita da un proiettile. Le forze militari di Uribe, sommerse dal fango degli scandali a ripetizione per i reiterati crimini commessi, si sono pateticamente precipitate a dichiarare che il crimine non avrebbe avuto alcun nesso con l’attività svolta dal dirigente sindacale.

Il legame tra le forze repressive, i paramilitari e le multinazionali è ormai un dato accertato, tanto che ampi settori democratici statunitensi, e le rispettive basi sindacali, rifiutano la firma di un Trattato di Libero Commercio con la Colombia fino a quando la vita dei sindacalisti ed i diritti dei lavoratori colombiani non saranno garantiti.

Massacri, assassinii, torture, sparizioni ed incarcerazioni arbitrarie, cosí come persecuzioni, intimidazioni e minacce sono il pane quotidiano elargito da un regime che ha incrementato il terrorismo di Stato quale funesta arma con cui annientare coloro che si oppongono al suo carattere fascista ed escludente.

Ogni giorno in Colombia il terrorismo di Stato continua a mietere migliaia di vittime, “colpevoli” solo di ribellarsi alla miseria e alla povertà imposte a ferro e fuoco da un governo illegale ed illegittimo, che si configura come la cupola di una vera e propria cosca mafiosa che ha occupato i gangli del potere politico, istituzionale ed amministrativo.

Ci appelliamo alle forze sindacali del nostro Paese affinché ripudino questo criminale in giacca e cravatta che tanto dolore e sofferenza ha causato al suo popolo. Coloro i quali credono fermamente nei valori democratici ed includenti devono levare la loro voce di dissenso, dimostrando che qui in Italia la sua presenza non è gradita e manifestando la propria solidarietà con i lavoratori colombiani.

Associazione nazionale Nuova Colombia

www.nuovacolombia.net

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