Referendum Costituzionale: Voglio cambiare davvero, quindi VOTO NO

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La riforma costituzionale voluta da Renzi è coerente con le politiche dei governi che l’hanno preceduto, da Prodi a Berlusconi, da Monti a Letta: mani libere all’arricchimento dei pochi a danno dei molti.

Mentre da una parte si sono spalancate porte e finestre alla moltiplicazione senza limiti di prodotti finanziari, alle fusioni tra banche, alla “banca universale”, insomma a quella che Galbraith definì “l’economia della truffa”, il lavoro veniva svalutato e avvilito, producendo una drastica redistribuzione di ricchezza a favore dei ricchi e gettando le basi della crisi in cui siamo immersi dal 2007.

Per continuare queste politiche occorre rimuovere ogni velleità di ribellione del popolo.
Occorre centralizzare il potere politico, per togliere ogni prospettiva di successo a qualunque rivolta locale.
Questo è l’obiettivo della “riforma” renziana: un ulteriore accentramento del potere politico, fino a rendere possibile il dominio assoluto di un capo, impresa che la Costituzione del 1948 rendeva impraticabile, e con l’attuale costituzione rimane impervia.

Quello che occorre è una riforma costituzionale opposta a quella renziana. Per prima cosa eliminare il pareggio di bilancio incluso in Costituzione nel 2012, all’articolo 81. É un provvedimento che sancisce la sottomissione del popolo italiano al comando degli usurai internazionali. Bisogna invece ripubblicizzare tutto il sistema del credito, ristabilire il valore centrale e primario del lavoro, decentrare il potere, introdurre un’efficace tassazione delle transazioni finanziarie, costruire una reale democrazia partecipativa.
Per fare ciò bisogna anche cambiare la Costituzione inserendovi il principio che i poteri legislativo ed esecutivo, a tutti i livelli, sono condivisi da istituzioni elettive e popolo, e quest’ultimo ha una serie di strumenti per esercitare le sue prerogative.

Non vi sono altre strade per uscire da una crisi di civiltà che sta sgretolando la società e i costumi, prima ancora dell’economia.

Serve innovazione, Renzi è il passato
Per questo, io VOTO NO!

Attac Italia

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