Ferrovie, migranti e privatizzazioni
Si può accostare il dramma che stanno vivendo i profughi che scappano dal nord Africa ai prossimi referendum per l’acqua bene comune del 12 e 13 gugno? Sembra un azzardo, una forzatura, però è proprio quello che ho pensato stanotte alla stazione di Villa San Giovanni…
Centinaia di profughi tunisini provenienti da Lampedusa, caricati su pullman e sbarcati a gruppi di 150 a Villa San Giovanni, un’età media molto bassa, ragazzini cresciuti troppo in fretta; tutti hanno il permesso di soggiorno, sono liberi, possono fare quello che vogliono!
E allora chi ha i soldi si fa il biglietto del treno per la meta preferita: a Bologna c’è la sorella, a Napoli il cugino, a Firenze l’amico fraterno, in Francia per i ricongiungimenti familiari.
Una situazione facilmente gestibile all’apparenza, tutti tranquilli, tutti calmi, cominciano a salire sui vari treni. Chi ha i soldi!
E chi non ce li ha? Chi non ce li ha perché povero? Chi non ce li ha perché glieli hanno rubati durante l’odissea che stanno vivendo?
Tu pensi: che problema c’é? Salgono su un treno, ne partono tanti (oddio, ne partivano tanti…), in fondo anche se ormai una SpA Trenitalia è sempre dello “Stato”.
E invece no! Se non hai i soldi non sali, e né la polizia, né il Prefetto, possono farci nulla: qualcuno deve pagare! Anche lo “Stato” deve pagare per servirsi dei treni dello “Stato”!
170 ragazzi sono stati costretti a dormire alla stazione e, se fosse stato per i dirigenti di Trenitalia, per quei servi che pretendevano il biglietto da gente che aveva vissuto la guerra e sofferto fame e sete, il numero sarebbe stato notevolmente maggiore!
Vedevo quei ragazzi, mi incazzavo per loro, civilissimi, educatissimi, quasi quasi pronti loro a rincuorare te, vedevo loro e pensavo ai francesi della Sorical e a quei calabresi che non potranno pagare quell’acqua, la nostra, che gli stanno servendo su un piatto d’argento.
Ci sarà la stessa faccia di merda a sciorinare decreti ministeriali, leggi del cazzo e articoli di contratti e convenzioni a dire: mi spiace ma se non paghi…
Riappropriamoci di ciò che è nostro, ridiamo centralità alle relazioni umane e non a quelle economiche…
Iniziamo a farlo il 12 e 13 giugno andando a votare ai referendum.
Peppe Marra.Csoa Cartella