Lettera ai Movimenti Sociali

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Occupy-Wall-Street-010

di Antonio De Lellis

Il debito pubblico è la matrice o il centro della ragnatela che cattura le prede ovvero i popoli.

Ogni raggio della ragnatela rappresenta un’espressione o una luce del problema specifico rispetto al quale i movimenti e comitati si impegnano in azione di contrasto.

Se però ignoriamo il centro della ragnatela, per quanto ci vada bene,  riusciremo a liberarci solo del raggio e consentiremo il permanere del centro della ragnatela.

Se il nostro agire resta sul singolo raggio, ma mira a non perdere di vista il centro, allora la nostra azione sarà di contrasto rispetto all’intero sistema predatorio, così come l’acqua rappresentò il centro di molte lotte contro il sistema neoliberista, allo stesso modo il debito dovrebbe rappresentare il centro o il punto da cui fare leva tutti insieme contro la più perfida matrice delle oppressioni: il debito.

Tra le principali lotte che il popolo dei movimenti ha ingaggiato c’è quella per la terra e contro i cambiamenti climatici generati da un’economia  predatoria che scarica il debito ambientale sulle future generazioni, inquinando e attaccando i territori, i mari, le acque, l’aria e uccidendo i più deboli, i bambini e i giovani, iniettando nel loro corpo veleni e malattie incurabili.

Poi ci sono le lotte contro le privatizzazioni issate come bandiere sui pennacchi dei beni comuni e dei servizi essenziali.

Inoltre vi sono le battaglie contro la mercificazione del lavoro e dei lavoratori in nome di una globalizzazione dell’insicurezza e del profitto, ma ovviamente propinata per punire coloro a cui viene addebitata la responsabilità del debito, causa di tutte le sottrazioni dei diritti.

Non meno importanti sono le battaglie per la difesa delle costituzioni repubblicane che contenendo i valori fondamentali e invalicabili, sono considerate ostacoli ad una crescita illegittima per pochi e senza regole.

E l’elenco può continuare.

Cosa manca o potrebbe essere migliorato nella visione e strategia complessiva dei movimenti? 

Manca il centro di riferimento da cui fuoriescono tutti i raggi inquietanti dell’oppressione. 

Il popolo viene diviso e la logica dell’individualismo si impossessa anche dei movimenti e dei comitati. Nella migliore delle ipotesi  siamo consapevoli dei nessi e delle interconnessioni, ma diamo un nome diverso al centro.

Il tentativo di questo lavoro è quello di proporre un nome che molti conoscono, ma che pochi considerano come il centro.

La diffusa disoccupazione e conseguente povertà è generata dalla scarsità di investimenti giustificata dall’assenza di risorse economiche presunta, ma mai dimostrata.

E’ piuttosto vero il contrario. Tant’è che il denaro risparmiato dalla spesa pubblica rispetto alle entrate fiscali è sempre di più, ma viene destinato al pagamento degli interessi passivi sul debito pubblico ovverosia sui titoli di stato. E’ tutto ciò accade anche al netto delle perdite per derivati, per opere inutili o imposte e dalla corruzione che ci costringe ad aumentare le entrate per coprire i relativi sprechi.

Ciò rappresenta la morte annunciata per dissanguamento di un popolo. Questo sistema del debito di usura internazionale ci toglie il sangue, ci toglie la vita non in modo dissimile da come accade in Grecia, ma solo più gradualmente.

E’ una lenta agonia contro la quale dovremmo unirci senza abbandonare le nostre lotte, ma cercando di unire un fronte popolare ampio perché da lì nascono e da lì entrano tutti gli accordi segreti che ci sottraggono sovranità ambientale, democratica, alimentare, giuridica.

Articolo tratto dal Granello di Sabbia di Maggio 2015 “Vantiamo solo crediti”, scaricabile qui.

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