L’acqua non può diventare «l’oro blu» del futuro

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L’ONU PREPARA IL «RAPPORTO SULLO SVILUPPO UMANO» PER IL 2006

L’acqua, il simbolo per antonomasia origine della vita, è sempre più spesso messa in difficoltà: ora costretta a difendersi da forme d’inquinamento aggressive, ora dalle mire speculative che vogliono sottrarla al diritto gratuito delle popolazioni di usufruirne.

Per questo si moltiplicano da qualche anno, a livello mondiale, iniziative, incontri e progetti. Recentemente è stato istituito l’Advisory Panel che avrà il compito di redigere l’annuale «Rapporto sullo sviluppo umano» per il 2006 delle Nazioni Unite.

Unico rappresentante italiano è il prof. Riccardo Petrella, presidente dell’Acquedotto Pugliese (il più grande acquedotto europeo). «L’umanità può tentare di pensare alla economia della gratuità dei servizi e dei beni essenziali alla vita, come l’acqua, su scala mondiale», ha affermato durante i lavori di un convegno sul tema dell’acqua organizzato nell’aula magna del Politecnico dall’Osservatorio Gruppo Acqua e da Ingegneria Senza frontiere di Bari.

Il prof. Riccardo Petrella, è un profondo conoscitore del problema ed eticamente impegnato da tempo per difendere il diritto all’acqua. Economista politico (studi all’Università di Firenze), è consigliere della Commissione Europea a Bruxelles e professore di mondializzazione presso l’Università Cattolica di Lovanio (Belgio). Insegna anche alla «Libera Università di Bruxelles» (sessione olandese). Presidente del Gruppo di Lisbona è collaboratore di «Le Monde Diplomatique» ed è stato per cinque anni presidente dell’Association des Amis de Le Monde Diplomatique.

Nel volume pubblicato qualche anno fa («Il Manifesto dell’acqua») sottolineava come oggi oltre un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso all’acqua potabile; nel 2020 saranno più di tre miliardi. E si chiedeva: È un’utopia pensare che tutti nel mondo potranno disporre dell’acqua fra vent’anni? Quali sono le soluzioni percorribili? È giusto privatizzare e lasciare al mercato il compito di risolvere il problema? L’acqua non deve diventare il petrolio di domani. E sosteneva che contrariamente all’idea che l’acqua sia «l’oro blu», essa deve essere considerata come bene comune, patrimonio dell’Umanità.

Fedele al suo impegno etico ha inviato una lettera ai militanti dell’acqua all’indomani della sua nomina alla massima carica dell’Acquedotto pugliese. «La gratuità dei servizi e dei beni essenziali della vita – ha detto ancora Petrella – non è un’utopia. Tutti noi diciamo che siamo in una società globalmente interdipendente, se usiamo le parole per dare senso alle parole, interdipendenza cosa significa? significa che la mia vita dipende da quella degli altri, che il mio futuro, il mio benessere, dipende da quello degli altri e viceversa».

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