di Redazione Attac
Università attacchina a Cecina: Movimenti e crisi della rappresentanza
Dal 12 al 14 settembre, Attac Italia ha organizzato, per la terza volta consecutiva, la sua Università estiva a Cecina Mare, in provincia di Livorno. Sono circa 80 le persone ad aver partecipato, venendo non solo da più città della stessa Toscana o della vicina Emilia-Romagna, ma anche da Napoli, Roma, dall’Abruzzo, dalla Liguria, dal Piemonte o dalla Lombardia.
Oltre alla trentina di attivisti di Attac Italia, c’erano molti militanti che hanno conosciuto l’associazione tramite le esperienze del Forum dei movimenti per l’acqua pubblica o del Forum per una nuova finanza pubblica e sociale, e membri di altre organizzazioni a noi vicine, ma é considerevole anche il numero di persone venute che non fanno parte di nessuna organizzazione, ma seguono con interesse le nostre attività.
Quest’anno, il tema da noi proposto era “Movimenti, conflitti, democrazia, rappresentanza”: Attac Italia, insieme ad altri soggetti, dopo anni fruttuosi di attività in seno ai movimenti, ha voluto portare ad una riflessione sull’efficacia delle lotte socialiin campo, a fronte del “muro di gomma” di istituzioni che a livello internazionale, nazionale e locale non fanno l’interesse del bene comune. Di fronte ad uno stato allarmante della democrazia e una crisi palese della rappresentanza, é emersa in molti di noi la necessità di riflettere, discutere, confrontarci su questi temi, in coerenza con la proposta di lanciare la campagna “Riprendiamoci il Comune”.
Per tre giorni, si é discusso in modo partecipato, interattivo, ma anche sereno e conviviale del preoccupante stato attuale della democrazia in questo paese, dei cambiamenti della società e dei movimenti, delle forme di democrazia partecipativa esperimentate in seno a molti movimenti e ovviamente del rapporto tra gli stessi e le istituzioni.
Abbiamo avuto relatori di rilievo, come Paolo Cacciari, Lidia Cirillo, Donatella Dalla Porta, Mimmo Porcaro, Gaetano Azzariti e tanti altri che hanno saputo generare un dibattito ricco e variegato.
Nell’ultima giornata, in cui si é parlato dei “movimenti nel palazzo”, tutti hanno apprezzato di sentire l’esperienza di Ornella De Zordo, militante attiva della città di Firenze che da anni é consigliere comunale con la lista civica “Per un’altra città”; é stato anche un momento di confronto su un altro tipo di esperienza come quella del Movimento 5 Stelle, rappresentato in quella sede dalla presenza del deputato Alessandro Di Battista.
Nel suo intervento, molto apprezzato e poi trascritto e diffuso su espresse richieste, Marco Bersani ha saputo fare un’analisi lucida, prendendo spunta da quanto molti relatori avessero espresso in questi giorni.
Per lui era chiaro quanto quello che ci ha portato a ragionare sul tema della rappresentanza fosse dovuto all’atteggiamento delle stesse autorità pubbliche che “spesso promuovono la propria dissoluzione”, ma anche la “segretezza e l’opacità delle scelte, la privatizzazione della politica”,la teologia della governabilità (di cui ha parlato Gaetano Azzariti) ovvero, quell’idea per cui tutto avviene dall’alto e l’unico problema diviene come prendere quel potere.”
Prendendo atto, come sostenuto da Lidia Cirillo, che la società italiana fosse come un “universo deflagrato delle resistenze” e non “in preda ad una passivizzazione di massa”, e che vi sono tante esperienze dentro le quali – come ci ha detto Paolo Cacciari- si evidenzia “una domanda insopprimibile di democrazia”, ci occorre riflettere, ha continuato Marco Bersani, sull’altrettanto insopprimibile domanda di appartenenza talmente forte da determinare in molte persone la rinuncia ai propri diritti a patto di poter sperimentare una qualche forma di inclusione sociale, anche simbolica. Queste due declinazioni, la domanda di democrazia e la domanda di appartenenza, ci dicono molto delle attuali difficoltà delle esperienze di movimento a trovare forme di connessione e di unità più solide e capaci di farne avanzare gli obiettivi.
Si legge nella relazione scritta di Bersani: “la campagna “Riprendiamoci il comune” nasce dall’individuazione dell’ente locale come di uno dei luoghi in cui precipiterà lo scontro tra la necessità del modello liberista di mettere a valorizzazione finanziaria l’intera vita delle persone e le battaglie per i diritti, i beni comuni e la democrazia.
E’ sugli enti locali che si sviluppano già ora -e si approfondiranno in seguito- gli attacchi dei grandi interessi finanziari, perché è lì che è presente la ricchezza collettiva da depredare: territorio, patrimonio pubblico, beni comuni e servizi pubblici locali.”
In questi giorni di confronto, il dibattito si é spesso prolungato in ogni momento della giornata, dalle pause caffé ai pasti e agli aperitivi. In un clima molto conviviale, ci si é confrontato su un tema importante, anche con chi, all’inizio non si sentiva molto entusiasta ne appassionato da discussioni sulla rappresentanza. In tutti, ci siamo però espressi su un tema con cui, in seno ai movimenti, ci tocca confrontarci in un modo o nell’altro.
Tratto dal Granello di Sabbia di Ottobre 2014: “La Buona ScuolAzienda”, scaricabile QUI