di Vittorio Lovera
Questo numero del Granello di Sabbia sarà interamente dedicato al tema dell’Annullamento del Debito Illegittimo, a cui Attac Italia sta lavorando intensamente da almeno tre anni.
Sono ora maturi i tempi dell’azione, dopo quello indispensabile dedicato all’autoformazione, e con Settembre la questione dell’annullamento del debito diverrà a pieno titolo uno dei nostri mantra.
Molte delle vertenze di movimento stanno convergendo sull’affrontare il tema del debito secondo la loro specificità: una convergenza che potrebbe far ripartire un movimento italiano ultimamente sfilacciato e abulico, salvo le esperienze No Triv e la Campagna Stop TTIP
Prima di illustrare cosa contiene questo numero, non si può prescindere dal considerare i mutati scenari nei quali la questione del debito va a collocarsi.
In Italia.
L’arrogante “grillo parlante di Rignano sull’Arno” è stato “asfaltato” nel corso delle amministrative di giugno, via via viene scaricato dai poteri forti e sta trascinando con sé nella voragine l’ondivago PD. Per dirla alla Calvino, vale anche la “lettura del viceversa”, ovvero che l’assoluta inadeguatezza del PD su qualunque tema, di governo e non, ha irrimediabilmente affossato anche un leaderino emergente quale Matteo. Poco importa.
Qualunque opzione preferiate (vale pure una terza via, il combinato disposto delle due elencate) non può che suscitare un’ondata di piacere.
Il referendum per la discutibile ed antidemocratica riforma istituzionale, su cui Gufo Renzi & Fatina Boschi, hanno messo la faccia e puntato tutto sul 17 nero, si sta rivelando la loro prossima Waterloo: per la prima volta i sondaggi danno in vantaggio il NO, avvenimento che salverebbe la democrazia e ci libererebbe in un colpo solo dei due yuppies e dei loro scomodi alleati (gli Alfano e i Verdini). Non abbassiamo la guardia, anzi intensifichiamo la mobilitazione generale per la tutela della Costituzione e per ottenere finalmente una Renzi Free Zone: a casa !!!
Dopo la loro debacle amministrativa, immediato cambio di strategia comunicativa dei Toscani di Governo (su consiglio di assoldati esperti di comunicazione dello staff di Obama): Renzi e Boschi finalmente desaparecidos dalle comparsate televisive e tentativo di far slittare il più in là possibile la data del Referendum, anche grazie alla pesante complicità dei Presidenti, in carica o ex: Mattarella e Napolitano.
Se il centro sinistra è stato asfaltato, è svaporato, speriamo definitivamente, anche l’ennesimo tentativo di dare “rappresentanza istituzionale” alla sinistra finto-radicale ed è in grave dissesto pure la destra, sia nella versione moderata che in quella aggressivo-muscolare.
Questo giro di roulette premia ampiamente il Movimento CinqueStelle, ora alla guida – dopo Parma e Livorno – di Roma e Torino.
Non ci sono rose senza spine e, in particolare Roma, si sta rivelando per i grillini una prova ostica, tra dissapori e rotture interne e vagoni di immondizie nelle strade.
Anche per loro, chiamati ad amministrare e vogliosi, pare, di “discontinuità”, la questione dell’annullamento del debito illegittimo potrebbe diventare una nuova stella da perseguire.
Non a caso, nel dibattito finale dell’Università Estiva di Attac Italia (Roma, 16-17-18 Settembre) abbiamo pensato di ascoltare l’opinione della Sindaca pentastellata Virginia Raggi, assieme a quella del Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, nuovo “insurgente”, sensibile al tema del debito.
Personalmente molto curioso, spero che i 5S sappiano imboccare l’onda giusta e starle in cresta.
Almeno per i prossimi tre mesi avremo un nuovo aroma in cucina: immaginiamo con un tentativo di tranciare i finora inestricabili legami tra vecchia politica bipartisan e poteri forti.
Nella nuova era temporale tre mesi sono il banco di prova tollerato, trascorso il quale la “gente” cambia opinione e orientamento: per ora, in bocca alla Lupa.
L’importante è che, nei primi tre mesi, non facciano subito “seppuku” alle loro 5 Stelle : la bocciatura a Torino dell’emendamento della consigliera d’opposizione Artesio per la trasformazione di Smat in azienda di diritto pubblico, è un ben triste segnale rispetto ai percorsi di discontinuità promessi: anche sul tema dell’Acqua Pubblica, procedono a vista, allineati e separati, con Direttorio e Casaleggio Jr, che non vedono di buon occhio svolte troppo antiliberiste.
In Europa
Nell’ultimo Consiglio nazionale di Attac Italia sono stati molteplici gli interventi che hanno segnalato il rischio di una “balcanizzazione dell’Europa”. Un’Europa impresentabile, già fragile su tutto, attraversata da una serie di attacchi terroristici drammatici (Nizza), sempre più spesso emulati da fighters solitari & psichiatrici, ha dovuto subire anche l’ umiliazione della vicenda Brexit.
Il referendum “leave or remain” pensato dal Renzi anglosassone, il conservatore Cameron, esclusivamente a fine di propaganda interna, è scappato di mano proprio come a Matteo nostro quello sulla Costituzione, diventando boomerang di dimensioni così colossali da sfaldare la fragilissima costruzione europea, tenuta assieme solo da fievoli vincoli economici.
Nata quasi per scherzo, Brexit ha resistito a tutti i tentativi di raddrizzamento-condizionamento
operati dall’esthablishment economico-finanziario ed alla fine i Leave hanno vinto.
Lo showdown del progetto unionista europeo si è consumato quindi nel giro di un solo anno, ai due estremi del continente. Da una parte il referendum greco contro il ricatto della Troika, disatteso dai suoi stessi ispiratori, i quali si sono condannati a diventare la propria nemesi. Dall’altra parte il referendum britannico, che invece si è consumato a freddo, senza spade di Damocle sulla testa. Da una parte un paese povero che non ha azzardato un’uscita a sinistra dalla UE; dall’altra un paese ricco che sceglie la via d’uscita a destra, al motto di “teniamo per noi il nostro welfare”.
Non possiamo, qui ed ora, dilungarci in analisi più approfondite, pero’… liberamente tratti dal sito Giap, vi fornisco alcuni passaggi politici – liberamente estrapolati – da un articolo letterario di Wu Ming 4 (Hoxbit. Il Tramonto dell’Unione e la voce di Saruman) :
“Si potrebbe chiosare: ecco a cosa ha portato la progressiva resa della sinistra storica alle logiche liberiste che sottostanno alla retorica dell’Unione. Ma trovare conferma ai pessimi presagi, per altro vecchi di vent’anni, non dà alcuna soddisfazione. Se infatti si escludono scozzesi e nordirlandesi (che guardano le cose da un’angolazione diversa), i sudditi britannici che hanno votato per restare nell’Unione Europea sono quelli che vivono a Londra (ma non nell’estrema periferia della metropoli), nelle città del centro-nord, e nelle città universitarie. L’Inghilterra profonda, quella provinciale e periferica, ha visto la maggioranza dei suoi abitanti votare per “l’indipendenza” dall’Unione. Dopo oltre duecento anni, l’Inghilterra è ancora attraversata dalla contrapposizione prodotta dall’avvento della rivoluzione industriale, quella tra grande città e countryside. Le indagini sociologiche dicono che l’identikit del votante tipo a favore della Brexit è quello di una persona di mezza età (o un po’ più anziana), di reddito medio-basso e di bassa scolarizzazione, residente in piccoli centri abitati. Il punto è che la xenofobia e la richiesta di protezionismo non sono soltanto figlie dell’ignoranza o del basso livello d’istruzione, come alcune teste ben pettinate vorrebbero far credere (magari per arrivare a mettere in discussione il suffragio universale), ma appunto sono soprattutto conseguenza della desocializzazione, della precarizzazione dell’esistenza, dello smantellamento del welfare. Una tendenza che l’Unione Europea ha perseguito fin dal suo atto di nascita, e già anticipata dai governi conservatori inglesi degli anni Ottanta-Novanta. In assenza di un’analisi di classe e di un movimento che cambia lo stato delle cose, prendono il sopravvento la solitudine e l’incertezza, che portano a dire: “C’è poca trippa per gatti, e quella poca teniamola per noi”.
La ribellione si esprime in maniera molto diversa a seconda dei contesti e dei paesi. Si va dalla triste parabola greca che ha visto i pretesi rivoluzionari diventare affidabili pompieri, alla Brexit, passando per la crisi politica spagnola e la grande contestazione sociale in Francia. L’Italia è commissariata de facto dal novembre 2011, ma da noi poco si è mosso. Ed è pure vero che non pochi dei movimenti nati sotto le stelle cadenti dell’UE mancano di una lettura radicalmente sociale e si scagliano indistintamente contro i più poveri e contro i più ricchi. Dagli all’immigrato «scroccone» e dagli anche alla «casta» che ci mangia in testa! È una retorica che può produrre mostri – com’è già successo nella storia d’Europa durante il secolo scorso – proprio perché muove da contraddizioni reali e le interpreta in una chiave ambigua e confusionaria, di fatto catturando energie potenzialmente utili a mettere in crisi gli interessi del grande capitale, ma incanalandole altrove. Dalla stessa parte possono trovare spazio indifferentemente la rivendicazione del protezionismo e l’elogio della fiscalità leggera; l’esaltazione della cittadinanza e la richiesta di gerarchizzazione dei diritti (poter scegliere quanti e quali immigrati fare entrare); l’ammirazione per i capitalisti illuminati e la compassione per gli operai licenziati; l’apologia del programma di San Sepolcro e la visita alle Fosse Ardeatine. Per dirla con i cinesi, grande è la confusione sotto il cielo, e l’unica cosa certa è che si preparano tempi duri. E interessanti.“
Un’Europa da rifondare. Dall’Europa delle banche all’Europa sociale.
Fermenti di movimento in Spagna, in Francia e in diffusione altrove.
Il tema del Debito assurge sempre più, da qualunque angolazione lo si voglia affrontare, quale
pre-condizione per qualsivoglia percorso di cambiamento.
In queste Anticipazioni del Granello diamo innanzitutto ampio spazio ai risultati del prezioso lavoro di Antonio De Lellis e degli attacchini genovesi (ma non solo) che hanno voluto e saputo organizzare, in occasione del 15° anniversario del G8 di Genova, un Convegno Internazionale sul tema dell’annullamento del Debito. “Dal G8 alla Laudato Sì. Il Giubileo del Debito ?” il titolo del Convegno, organizzato con il patrocinio della Fondazione Palazzo Ducale, con la presenza di relatori internazionali e di movimento e di una importante Rappresentanza ufficiale della Chiesa, molto attiva e determinata sulla questione del Debito. Il Convegno si è concluso adottando La Carta di Genova, documento di partenza per attivare momenti pubblici e adesioni ad un percorso che sfoci nell’indizione di una Commissione per la Verità sul Debito Italiano. Del Convegno riportiamo le opinioni di Antonio De Lellis, le valutazioni comparse su Il Manifesto e Il Fatto Quotidiano di Marco Bertorello e Salvatore Cannavò, gli interventi di Guido Viale, di Alex Zanotelli e di Eric Toussaint e pubblichiamo sia la Carta di Genova che l’appello di adesione a Cadtm Italia.
Cadtm Italia, nata dall’affiliazione di Attac Italia al network internazionale del CADTM, Comitato internazionale per l’annullamento del debito, sarà un Centro Studi e Coordinamento per tutte le questioni attinenti l’auditoria del debito, locale e nazionale. Una struttura collettiva che – partendo dal Forum Nuova Finanza Pubblica e Sociale – riunirà tutti coloro che ritengono che le politiche di discontinuità non possano assolutamente prescindere dalla questione dell’annullamento del debito. Un’intervista di Milena Rampoldi (ProMosaik) a Jerome Duval, ci aiuta a comprendere meglio l’opportunità di aver aderito al network del CADTM.
Mentre in “ Debito, vogliamo parlarne ?” Marco Bersani ci introduce alle motivazioni che ci hanno portato a incentrare sul tema del Debito l’Università estiva di Attac, altri contributi inquadrano genesi e propagazione sistemica del Debito: “dal Debito del Sud al Debito Sovrano” di Matteo Bortolon, “Il Debito come paradigma dell’Economia” di Marco Bertorello, “Il Giubileo del Debito” di Francesca Delfino, mentre Andrea Baranes, riflette assieme a noi su “Finanza Pubblica e derivati” e Giulio Marcon ci fornisce una lettura da un punto di vista più istituzionale.
Un ampio spazio è poi lasciato ai contributi di movimento sul tema delle auditorie sul debito locale.
Pubblichiamo la lettera aperta che “DecideRoma” ha inviato alla Sindaca Raggi, con Enric Pons conosciamo l’esperienza che riguarda oramai oltre 40 città spagnole attraverso il lavoro della Plataforma Auditoria Ciudadana De La Deuda, ed andiamo a conoscere come si sta muovendo il Sud, con le esperienze di Catania (CataniaBeneComune) e Napoli (MassaCritica)
Abbiamo ritenuto importante dare un seguito al libro collettaneo “Come si Esce dalla Crisi” e l’abbiamo incentrato proprio sulla questione del debito. In questo numero una presentazione di “L’altenativa all’Europa del Debito”, Edizioni Alegre, contenente i contributi di Marco Bersani, Marco Bertorello, Francesca Coin, Danilo Corradi, Vittorio Lovera, Gigi Malabarba, Christian Marazzi, Eric Toussaint, Cristina Quintavalla.
Chiudiamo il numero con due rubriche, Democrazia partecipativa (lo Statuto del Comune di Vignola) di Pino Consentino, e Le Authority – Storia ed Evoluzioni di Stefano Risso
Tutto cambia.
Il tempo scorre ad una velocità davvero impressionante.
Renzi è già da rottamare.
Manuel Barroso ha abbandonato ieri (2014) la Presidenza della Commissione Europea e oggi è ovviamente diventato Presidente (non esecutivo) della Goldmam & Sachs.
Attac Italia festeggia 15 anni (di quelli veri, lenti e faticosi) di autoformazione e di lotte.
Il percorso iniziato, verso l’annullamento del debito illegittimo, è l’occasione per liberare il presente e riappropriarci del futuro.
Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 25 di Settembre-Ottobre 2016 “Chi è in debito con chi?“