Intervista a Marco Bersani, Attac Italia, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
di Daniele Nalbone (Liberazione del 5 dic 2010)
In ogni piazza, ieri, “l’acqua” si è collegata con Cancun. Al centro della giornata “di avvicinamento” al referendum il vertice delle Nazioni unite sul clima. Quali sono i nessi fra questi due luoghi?
A Cancun sono riuniti i governi per discutere di cambiamento climatico e si sono mobilitati i movimenti sociali di tutto il pianeta con la consapevolezza che quei governi non potranno, mai e poi mai, prendere decisioni in grado di invertire la rotta in tema di clima. Tutti noi sappiamo che è impossibile che dal vertice escano risoluzioni in grado di “insaccare” i poteri forti e mettere un freno al predominio incontrastato dei capitali finanziari che, ahinoi, vivono di inquinamento. In questo scenario, le persone riunite a Cancun sono l’unica speranza perché si inverta la rotta e la cittadinanza possa riappropriarsi di beni comuni come l’acqua, l’energia o cambiare le politiche mondiali di gestione dei rifiuti. Contemporaneamente, i cittadini in piazza oggi (ieri, ndr) in Italia hanno portato la forza e l’esperienza dal basso di un percorso che ha raccolto un milione e mezzo di firme per una battaglia di riappropriazione sociale strettamente connessa con tutte quelle vertenze, in piazza a Cancun, che si battono contro una crisi ormai sistemica.
Perché si è deciso, per rilanciare il referendum sull’acqua, di dar vita a una protesta dislocata sui territori e non a un momento nazionale?
Oggi è importante portare tra la gente, quindi nei territori, la battaglia nazionale per l’acqua pubblica, per la richiesta di una moratoria sui processi di privatizzazione che si stanno verificando in tutto il paese e perché la votazione si svolga, a prescindere dallo scenario politico in cui ci troveremo nei prossimi mesi, nel 2011. La prossima tappa per lanciare la “seconda parte” della campagna referendaria, quella che andrà verso il voto, sarà invece lanciata, il prossimo 18 marzo, da una nuova mobilitazione nazionale che aggregherà in un unico luogo tutte le vertenze oggi (ieri, ndr) in piazza a livello territoriale. Solo così è possibile far in modo che una realtà reticolare e diffusa come il Forum per l’acqua sia in grado di collegarsi in un’unica vertenza nazionale.
Lo scenario politico nazionale, oggi, è profondamente cambiato rispetto a quando è iniziata la battaglia per l’acqua pubblica. Come si avvicina il “popolo dell’acqua” al 14 dicembre, giorno della fiducia all’esecutivo Berlusconi?
Il Forum dei movimenti per l’acqua è un luogo molto articolato, che racchiude in sé posizioni molto differenti. Personalmente credo che la sfiducia al governo Berlusconi sia già stata deliberata, e non dal Parlamento, ma dalle centinaia di migliaia di persone scese in piazza in questi ultimi dodici mesi, dalla Fiom agli studenti, dal “popolo dell’acqua” alle decine di conflitti territoriali in corso. E allora, ben venga la sfiducia all’attuale premier, ma attenzione a non regalare la fiducia a chi ha dimostrato, nei fatti, di essere contiguo a quel modello politico. L’importante, il 14, sarà andare oltre il berlusconismo e non solo contro Berlusconi.
Guardando invece oltreoceano, e vista dal punto di vista del “popolo dell’acqua”, con quale spirito è presente la delegazione italiana a Cancun?
Guardando all’acqua, gli italiani potranno portare a Cancun un risveglio delle coscienze e delle persone mai visto prima. Oltre la metà degli attivisti oggi impegnati nella battaglia per l’acqua è infatti alla sua prima esperienza di impegno sociale ed è la dimostrazione che la malsana idea che la vita delle persone possa essere regolata unicamente dal mercato è ormai entrata in crisi. E sono stati gli uomini e le donne “dell’acqua”, “dei rifiuti”, “dei territori” a fermare, e invertire, questa idea.
Fonte: liberazione 5 dicembre 2010