Il sonno della Regione genera mostri

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di Massa Critica, Napoli

Limitare la mobilità collettiva è doloroso, ma è necessario. La priorità è prendersi cura, fare tutti insieme gli sforzi necessari per fare in modo che la sanità pubblica regga questa emergenza.

Non smetteremo di ricordare di chi è la responsabilità del suo smantellamento e non vogliamo smettere di desiderare quelle libertà che oggi ci vediamo restringere; quindi ci aspettiamo che si prendano tutte le misure che servono per superare la pandemia e uscire quanto prima dall’emergenza.

E senza dimenticare la solidarietà, perché mai come stavolta sappiamo che possiamo uscirne solo se non lasciamo indietro nessun*.

Quindi, restiamo a casa, ma, ci chiediamo, è sufficiente “restare a casa” per affrontare l’emergenza?

Siamo sinceri, erano giorni che analizzavamo i dati della regione #Campania e rimanevamo sconcertati dal basso numero di test effettuati.

La regione Campania è ultima a livello nazionale per numero di test effettuati sull’intero spettro della popolazione (aggiornato alla data del 17 marzo, dati rilevati su https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/ ). Come si può vedere dai grafici allegati anche altri dati della regione Campania sono molto preoccupanti e sensibilmente peggiori di molte altre regioni, anche più grandi e del sud.

Di fronte a questi numeri, ci chiediamo se il governatore De Luca voglia anche fare qualcosa di necessario anche se meno folkloristico, cioè assicurare il tampone almeno alle persone con sintomi in linea con quelli del #COVID19, per sapere se hanno o meno contratto il virus.

L’avevano già chiesto con forza i sindacati di base degli operatori e delle operatrici sanitari, che sono davvero in prima linea in questa battaglia. Nei fatti, la Regione Veneto sta già procedendo a una campagna di test a tappeto, seguita a ruota dall’Emilia Romagna.

Perché non si fa in Campania?

Come ci dice l’Organizzazione mondiale della sanità, “non puoi combattere un fuoco a occhi bendati. E non possiamo fermare questa pandemia se non sappiamo chi è infettato” (https://www.who.int/…/who-director-general-s-opening-remark…).

Tanti possono seguire la cautela, personale e collettiva, di restare a casa.

Ma quanti sono costretti ad andare al lavoro inconsapevoli di aver contratto il virus?

Quanti asintomatici, che come pare oramai accertato sono la stragrande maggioranza dei contagiati, rischiano di mettere a repentaglio, loro malgrado, la salute di chi gli sta vicino?

È l’ora di potenziare lo screening!

Grafici

Legenda

1) % tamponi/abitanti: le regioni con la colonna più in alto ha fatto più test rispetto agli abitanti

2) rapporto casi accertati/rispetto ai tamponi: le regioni con la colonna più in alto sono quelle con molti casi rispetto ai tamponi fatti, dunque questo numero è indicativo del tasso di crescita dell’infezione nella regione specifica.

3) Il grafico tre indica il rapporto tra i tamponi effettuati e i casi positivi. (Nota esplicativa: se si fanno pochi tamponi aumenta la probabilità di individuare solo i sintomatici che hanno contratto il virus. Più è alta la colonna maggiore Al crescere del rapporto possiamo ipotizzare la quantità di casi asintomatici intercettati.

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