Il disertore

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Il disertore

di Boris Vian, traduzione di G. Calabrese, dall’album di Ivano Fossati “Lindbergh (Lettere da sopra la pioggia)” – EPIC, 1992

In piena facoltà
Egregio presidente
Le scrivo la presente
Che spero leggerà

La cartolina qui
Mi dice terra terra
Di andare a far la guerra
Quest’altro lunedì

Ma io non sono qui
Egregio presidente
Per ammazzar la gente
Più o meno come me

Io non ce l’ho con lei
Sia detto per inciso
Ma sento che ho deciso
E che diserterò.

Ho avuto solo guai
Da quando sono nato
I figli che ho allevato
Han pianto insieme a me.

Mia mamma e mio papà
Ormai son sotto terra
E a loro della guerra
Non gliene fregherà

Quand’ero in prigionia
Qualcuno mi ha rubato
Mia moglie e il mio passato
La mia migliore età

Domani mi alzerò
E chiuderò la porta
Sulla stagione morta
E mi incamminerò.

Vivrò di carità
Sulle strade di Spagna
Di Francia e di Bretagna
E a tutti griderò

Di non partire più
E di non obbedire
Per andare a morire
Per non importa chi.

Per cui se servirà
Del sangue ad ogni costo
Andate a dare il vostro
Se vi divertirà

E dica pure ai suoi
Se vengono a cercarmi
Che possono spararmi
Io armi non ne ho.

Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 53 di Maggio – Giugno 2024: “Chi fa la guerra non va lasciato in pace

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