Dalle proposte all’azione: una campagna di Attac per un sistema fiscale europeo giusto e progressivo

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di Domenico Tinelli (Attac España)

La lotta per la democrazia è anche e soprattutto una lotta per realizzare una società più giusta.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel periodo che gli storici definiscono come “I Trenta Anni Gloriosi” del capitalismo (1945-1973), le disuguaglianze economiche e sociali si ridussero  significativamente nei Paesi industrializzati dell´Europa Occidentale e del Nord America. Grazie all’applicazione di politiche keynesiane di incentivo della domanda e di ridistribuzione della ricchezza, quel periodo fu caratterizzato dalla creazione dello Stato Sociale, l’universalizzazione dell’assistenza sanitaria e dell’educazione e la progressiva creazione di un sistema di sicurezza sociale.

Purtroppo, a partire dagli ’80 del secolo scorso, l’introduzione di politiche neoliberiste  sempre più aggressive ha provocato  un arretramento di quelle conquiste. Uno degli effetti più evidenti è stato un ritorno allarmante alla concentrazione della ricchezza in poche mani. A livello politico, l’aumento delle disuguaglianze economiche si è tradotto in una perdita di  fiducia delle classi medie e popolari nel sistema democratico e in un incremento del sostegno ai movimenti populisti o di estrema destra.

Ridurre le disuguaglianze è pertanto fondamentale per salvaguardare il nostro sistema democratico. Una delle leve per riuscirci è contare su un sistema fiscale progressivo e giusto. Oggi la progressività ed equità del sistema fiscale va non solo difesa strenuamente, ma anche e soprattutto perfezionata, ispirandosi a un chiaro criterio: ricompensare e premiare i redditi da lavoro, penalizzare le rendite improduttive e quelle originate dalle speculazioni finanziarie.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio fiscale europeo – organismo di ricerca legato alla Scuola di Economia di Parigi e finanziato dalla UE – nel 2022 la ricchezza finanziaria nascosta nei paradisi fiscali ha raggiunto i 12.000 miliardi di dollari su scala globale (12% del Pil planetario). Inoltre, i profitti delle multinazionali trasferiti verso paradisi fiscali societari hanno raggiunto la cifra record di 1.000 miliardi di dollari. Si tratta del 35% di tutti i profitti realizzati dalle grandi società.

Preoccupati di fronte al rischio di perdere il consenso degli elettori a causa dell’ormai scandalosa accumulazione di ricchezza nelle mani dei nuovi “padroni delle ferriere”, rappresentati dagli oligopoli tecnologici, bancari, finanziari e delle grandi utilities, alcuni governi hanno adottato recentemente imposte una tantum, che hanno però più un valore simbolico che di vera ridistribuzione della ricchezza.  Nel 2022 il Governo spagnolo ha introdotto una tassa “di solidarietà” sui grandi patrimoni (a partire dai 3 milioni di euro), che però si applicherà solo nel periodo 2023-2024. Allo stesso modo, Paesi come l’Italia, il Belgio, la Svezia e la stessa Spagna hanno creato imposte temporanee sui profitti straordinari del settore bancario o energetico. Nell’ottobre del 2022 anche l’Unione Europea ha approvato un regolamento per l’introduzione di un “contributo di solidarietà” del 33% sugli extraprofitti del settore energetico, limitato però agli introiti del 2022.

In altri casi, non si è andati oltre i proclami e le buone intenzioni. Nel corso del 2023 il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha proposto varie volte una tassa minima del 25% per i multimilionari, invitandoli amabilmente a “pagare un po’ più di tasse”. Sempre lo scorso anno, all’inizio della presidenza del Consiglio Europeo, il presidente del Governo Pedro Sánchez annunciò tra le priorità della presidenza spagnola l’approvazione di una tassa europea per i super-ricchi e le multinazionali, anche se alla fine non se ne è fatto più nulla.

Iniziative più concrete sono partite dalla società civile, dal mondo accademico e intellettuale. Ne è un esempio l’iniziativa cittadina europea “Tax the Rich”, che si propone di raccogliere un milione di firme affinché la Commissione Europea presenti una proposta legislativa per creare un’imposta europea sulle grandi fortune, destinata a finanziare un fondo per ridurre gli effetti del cambio climatico. Tra i promotori dell’iniziativa: il leader dei socialisti belgi, Paul Magnette; l’economista francese Thomas Piketty; il segretario generale di Oxfam Danimarca, Lars Kock. Allo stesso tempo, l’Osservatorio fiscale europeo propone un’imposta globale minima del 2% sulle grandi fortune.

Insomma, il momento politico e sociale è propizio per dare impulso a una forte iniziativa a favore della giustizia fiscale a livello europeo e globale. Nel 2023 la Rete Europea di ATTAC ha accordato un documento congiunto di proposte sulla fiscalità in Europa.

Come ATTAC Spagna crediamo che sia arrivato il momento di fare un passo in avanti e passare dalle proposte all’azione. A questo scopo abbiamo ideato e lanciato una campagna di sensibilizzazione delle istituzioni e dei cittadini europei per la creazione di un sistema fiscale giusto e progressivo nella UE.

La campagna è incentrata su tre “cavalli di battaglia”:

  1. Un’Imposta Europea sulle Transazioni Finanziarie (“Tobin Tax” europea), con un’aliquota dello 0,5% sulla vendita di azioni, obbligazioni e valute e dello 0,1% sui derivati.
  2. Un’Imposta Europea sulle Grandi Fortune, con aliquote progressive dallo 0,5% al 20% e una fascia di esenzione fino a 1 M €. Questa misura sarebbe destinata a finanziare la creazione di fondo europeo per il clima.
  3. Un’Imposta Minima sui Profitti consolidati delle imprese multinazionali, con aliquote comprese tra il 20% e il 40%.

La campagna, che si sviluppa in collaborazione con altri membri della Rete Europea di ATTAC, si concentrerà principalmente nel primo semestre del 2024. La scelta non è casuale: vogliamo approfittare dell’opportunità rappresentata dalle elezioni europee di giugno per captare l’attenzione delle forze politiche progressiste, di altre organizzazioni della società civile e dei mezzi di informazione.

Con questo obiettivo, la campagna si articolerà sia in azioni a livello nazionale delle delegazioni di ATTAC coinvolte, sia in azioni a livello europeo. Tra le prime, prevediamo la diffusione dei contenuti della campagna su mezzi di comunicazione nazionali, su reti sociali e canali di comunicazione di ATTAC, mailing e contatti con forze politiche e candidati alle elezioni europee.

Per quanto riguarda le seconde, uno dei punti culminanti sarà l´organizzazione di un workshop di presentazione degli obiettivi della campagna durante il primo evento europeo di ECSA (European Common Space for Alternatives), una neonata rete europea di convergenza e proposta tra i movimenti della società civile europea, creato a partire dall’esperienza del Social Forum. L’evento si terrà a Marsiglia dal 26 al 28 aprile.  Allo stesso tempo, sarà importante stringere alleanze con altre iniziative a livello europeo, come la già citata iniziativa cittadina europea “Tax the Rich”.

Anche se è solo un primo contributo per la costruzione di un sistema fiscale progressivo e giusto a livello europeo, siamo convinti che questa iniziativa rappresenti una splendida opportunità per recuperare e rivendicare con forza il ruolo di ATTAC come movimento a difesa della giustizia economica e contro la speculazione finanziaria. Per questo motivo, invitiamo tutte le delegazioni di ATTAC – e, tra loro, ATTAC Italia – a parteciparvi attivamente!

Foto: Campagna “Tax the Rich

Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 52 di Febbraio-Marzo 2024: “Europa: a che punto è la notte?

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