Come convergere: il tempo di Pluriverso, un universo plurale di alternative al modello dominante

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Secondo corso

Crisi ecoclimatica: visioni di alternativa, esperienze concrete

 

Sesta lezione

Come convergere: il tempo di Pluriverso, un universo plurale di alternative al modello dominante

Alessandra Filabozzi ed Emanuele Leonardi

4 novembre 2025

Qui la videoregistrazione della lezione:

Bibliografia utile

  • VV, Pluriverso, Orthotes (2021)

Pluriverso contiene oltre cento saggi sulle iniziative di trasformazione sociale e sulle alternative allo sviluppo oggi dominante, e più in generale ai processi di globalizzazione. Questi ultimi affondano le radici nella modernità, nel capitalismo, nel dominio di Stato e nelle pratiche maschiliste. In questo Dizionario del post-sviluppo sono contenute da un lato riflessioni critiche rispetto alle soluzioni di mercato, al greenwashing delle multinazionali e agli approcci riformisti. Dall’altro lato, il volume raccoglie pratiche globali e cosmovisioni radicalmente alternative: in esse trova espressione la consapevolezza che un mondo ecologicamente saggio e socialmente giusto non solo sia possibile e necessario, ma per certi versi già esista.

 

  • Maura Benegiamo, La terra dentro il capitale, Orthotes (2021)

 Nei primi anni Duemila il fenomeno del land grabbing, ossia del passaggio di mano di enormi estensioni di terre agricole, ha evidenziato l’affermarsi di nuovi modi di pensare al cibo e al problema della sussistenza energetica su scala globale. Sullo sfondo di una crisi ecologica epocale, nell’Africa subsahariana, nuovi modelli di sviluppo mirano a riconfigurare in maniera radicale gli spazi rurali e le pratiche produttive. Come mostra il caso delle comunità pastorali in Senegal, le cui lotte sono oggetto di questo studio, la comprensione di tali processi richiede di riflettere su una storia più ampia: i tempi lunghi dello sviluppo capitalista, l’avanzare del modello coloniale estrattivista e le forme di opposizione, a loro volta radicate nelle esperienze della dominazione coloniale. È proprio attorno alla questione della crisi e delle sue origini che emergono dinamiche di resistenza, incarnate nelle idee e nelle azioni di chi propone modi alternativi di pensare la riproduzione, il territorio e le forme dell’abitare. La possibilità di una transizione ecologica dipenderà allora dalla capacità di liberare lo sguardo, verso nuove alleanze socio-ecologiche.

 

  • Alessandra Corrado, Il paradigma dei semi, Aracne (2010)

La categoria dei regimi alimentari è utile per decifrare i termini di definizione e le configurazioni dell’attuale fase di transizione neoliberista, entro cui la crisi agro-alimentare è prodotta. Attraverso un cambiamento epistemologico che mette in discussione la lettura riduzionista del processo di sviluppo agricolo si vuole dar conto di possibili altre narrazioni della storia, ma soprattutto di modelli di agricoltura e forme di esistenza plurali. Il paradigma dei semi individua i termini di riferimento per le forze che competono sul campo. I semi, se da un lato si configurano come strumenti di biopotere, per l’integrazione nel regime tecno-scientifico imperiale, dall’altro possono rappresentare strumenti di resistenza e di lotta biopolitica, per l’autonomia contadina e la riappropriazione delle condizioni di esistenza. Le esperienze delle reti sementi contadine sono lette attraverso questo paradigma.

 

  • Marco Fama, Sviluppo: teorie, problemi prospettive, Mondadori (2024)

Da ormai più di settant’anni lo sviluppo continua a rappresentare uno dei principali obiettivi dichiaratamente perseguiti dai governi e dalle organizzazioni multilaterali. Eppure, la storia dello sviluppo è costellata di promesse mancate e fallimenti clamorosi. Forse è finalmente arrivato il momento di sbarazzarci di questa parola così ingombrante, anche se, in fin dei conti, tutto dipende dal significato che le si attribuisce. Facendo dialogare tra di loro diversi campi del sapere, questo libro aiuta a fare chiarezza sul concetto di sviluppo, sulle diverse prospettive teoriche da cui esso è stato analizzato e decostruito, oltre che sui problemi e sulle criticità che ancora oggi lo caratterizzano. Tanti temi attualmente al centro del dibattito pubblico, quali le disuguaglianze o la crisi ecologica, non possono essere adeguatamente affrontati senza posare lo sguardo sui processi di sviluppo dell’economia-mondo capitalistica. Lo stesso dicasi delle crescenti tensioni geopolitiche. Interrogarsi criticamente sullo sviluppo, in effetti, significa anche sforzarsi di immaginare un mondo senza guerre.

 

  • Paola Imperatore, Emanuele Leonardi, L’era della giustizia climatica, Orthotes (2023)

Da quando le strade di tutto il mondo si sono riempite di giovani inneggianti alla giustizia climatica, pare che la formula transizione ecologica sia sulla bocca di tutti. Come se fosse una novità, un colpo di genio che le élite a tutti i livelli – ONU, UE, governi nazionali – avrebbero partorito per venire incontro alle comprensibili istanze di ragazze e ragazzi.

Il libro di Paola Imperatore ed Emanuele Leonardi smonta questa narrazione, mostrandola per quella che è: una menzogna. L’era della giustizia climatica, inaugurata nel 2019 dagli scioperi globali, è infatti in primo luogo la presa d’atto del fallimento dell’idea che la centralità del mercato possa risolvere la crisi climatica. Piaccia o meno, a dispetto dei trattati “ambientalisti” (Kyoto 1997 e Parigi 2015), l’aumento continuo delle emissioni negli ultimi trent’anni – e, anzi, l’incremento del tasso di emissione! – testimonia la disfatta di questa transizione ecologica dall’alto. Non è un caso che i climate strike dicano una cosa semplice: “grazie per il tentativo, non è andata, lasciate spazio a noi” – cioè all’alternativa radicale, di sistema.

Emerge dunque uno spazio politico inedito, tutto da riempire ma già ora carico di straordinario potenziale: la transizione ecologica dal basso, basata sul connubio imprescindibile tra protezione ambientale e contrasto alle diseguaglianze sociali.

Su questo sfondo, il libro reinterpreta la storia dei movimenti ecologisti in Italia, le dimensioni della giustizia climatica odierna e l’esplosione della convergenza delle lotte – guidata da realtà diverse, con approccio intersezionale, su impulso del Collettivo di Fabbrica della ex-GKN di Campi Bisenzio.

 

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