Attac Italia alla 3 giorni di Madrid per Piano B per l’Europa : le nostre sensazioni

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di Francesca Coin

L’atmosfera era viva nei giorni del 19, 20, 21 febbraio a Madrid, in un’iniziativa che ha visto partecipare circa 2000 persone (gli organizzatori parlano di un totale di 5000 registrati).

L’idea era discutere cosa significa Plan B dopo l’esperienza greca e alla luce della situazione attuale, stretta, per usare le parole pronunciate in quell’occasione da Varoufakis, tra la prospettiva di democratizzazione o di disintegrazione europea. Gli assi portanti dell’incontro, che si tenevano nello spazio ampissimo del Matadero, includevano i seguenti temi:

  • Il tema del debito, inteso sia come opposizione alla debitocrazia che come condivisione di esperienze di audit sul debito nazionali e locali come tema centrale per i movimenti sociali – a questo sono stati dedicati workshop e plenarie su cui torno a breve.
  • La campagna contro il Ttip, l’architettura economica attuale e le economie alternative.
  • I diritti del lavoro e le nuove pratiche del conflitto, portando in questo caso al centro della discussione l’esperienza delle fabbriche occupate e la critica al ruolo dei sindacati: “dobbiamo fare autocritica e rivedere le forme di lotta che dobbiamo raggiungere per essere più efficaci” ha detto Guaman, docente di Diritto del Lavoro presso l’Università di Valencia.
  • Il femminismo e i diritti delle donne – “A Plan B will be for women or it will not be”, era il ritornello.
  • La crisi ambientale.
  • Il tema dei rifugiati, del razzismo e dell’accoglienza.

L’impressione epidermica è che lo stato del dibattito spagnolo, vitale e pragmatico, da un lato, e la centralità del tema del debito, dall’altro, siano due delle ragioni per cui l’iniziativa del Plan B è parsa particolarmente intelligente e partecipata. Il tema dell’audit era centrale alla luce del lavoro fatto in questi anni in Spagna in particolare nel comune di Madrid e di Barcellona dove l’esperienza della Plataforma de Auditoria Ciudadana de la Deuda (Pacd) ha portato avanti una verifica dal basso del debito cittadino in un processo finalizzato ad analizzare la generazione e l’evoluzione del debito nei comuni e il suo impatto nelle politiche sociali. Madrid e Barcellona sono i due esempi più importanti di uso dell’audit del debito nelle città spagnole, ma non gli unici. In tutti i casi la creazione di comitati locali di cittadini consente l’interazione tra un piano di analisi e di mobilitazione in cui la verifica dell’uso delle risorse della cittadinanza diventa un modo per disvelare pratiche di outsourcing o di privatizzazione da denunciare con processi di mobilitazione e occupazione. L’importanza che hanno avuto questi movimenti in Spagna, la loro ampiezza e la loro capacità di fungere da base di un processo di ricomposizione sociale sul piano locale ha contribuito a porre il tema del ripudio del debito pubblico e privato al centro della riflessione sul Plan B stesso. Come recita la dichiarazione finale, che si può leggere nella sua interezza qui:

“Vogliamo sfidare la richiesta più irrealistica e irrazionale di tutte: che l’Europa possa pagare il suo debito pubblico e privato. Affermiamo il diritto sovrano di tutti i popoli all’audit del debito e al ripudio del debito illegale e illegittimo”.

Entrando nello specifico del workshop sul debito nella mattina e nel pomeriggio di sabato, erano presenti vari soggetti, che portavano esperienze di audit municipale in Europa. Il workshop della mattina era un lavoro collettivo finalizzato a ragionare insieme sui problemi posti dall’audit del debito, ragionando specificamente sulle forze, le debolezze, le sfide e le opportunità organizzative e comunicative. Uno degli strumenti che sono stati individuati è la produzione di un breve video per ogni esperienza europea da rafforzare in modo standard, oltreché rafforzare le reti e le relazioni, anche ai fini della condivisione di esperienze e saperi tra le varie realtà europee.

Nel Pomeriggio l’attenzione era alle esperienze di audit cittadino in Europa, a partire dagli interventi di:

Cristina Quintavalle, Audit sul debito del Comune di Parma.

Patrick Saurin, Collective pour un audit citoyen de la dette publique CAC Francia

Jeremie Cravatte, Audit citoyen de la dette ACIDE Belgica

Ludovica Rogers e Joel Benjamin Debt resistance UK DRUK.

Javier Soraluce, PACD Barcelona

Yago Alvarez Plataforma de Auditoria Ciudadana de la Deuda

Carlos Sanchez Mato, Concejal de la economia y hacienda Madrid

Debt resistance UK si è soffermato sul lavoro svolto con i cosiddetti lobo loans – prestiti di lungo periodo, 40-70 anni, forniti da banche private con un tasso d’interesse variabile inizialmente molto basso che aumenta a scadenza di 5 anni – a quel punto il debitore ha l’opzione di ripagare il debito per intero o di accettare i nuovi tassi. In questi anni Debt resistance ha mandato circa 500 richieste di informazione alle autorità locali su questi prestiti, infatti circa 240 municipalità hanno contratto debiti in lobo loans per più di 1/3 come viene generalmente consigliato, in quanto in questo modo spostano una parte del debito fuori dai bilanci pubblici con il risultato di trovarsi spesso a pagare grandi penalità oppure tassi d’interesse doppi rispetto a quelli del Public Works Loan Board (PWLB). Il tentativo è mettere la municipalità contro la banca privata o di fare decretare i lobo loans illegali.

Particolarmente interessanti anche la relazione di Jeremie Cravatte di Cadtm, che metteva in relazione il debito municipale belga al debito statale e il ruolo delle banche private (che agiscono come piccoli Fmi nei confronti delle municipalità) e di Patrick Saurin. In generale ciò che emerge, in una fase storica in cui il debito è reso un fatto naturale, neutrale e astorico è la necessità, per riprendere l’intervento di Cristina Quintavalle, di mostrare “la geografia del potere” che si nasconde dietro alla composizione del debito: gli interessi particolari che il debito serve a discapito dell’interesse generale, trasformandone la denuncia in una leva per rovesciare il rapporto di forze esistente.

Questo è quanto è avvenuto in vari comuni ma questo è anche quanto ha fatto la Commissione di Verità sul Debito Pubblico in Grecia e su cui si è soffermata la plenaria con:

Zoe Konstantopoulou –

Eric Toussaint – Cadtm

Andrej Hunko -Die Linke

Carlos Sanchez Mato – concejal de Economia y Hacienda Madrid

Daniel Mounevar – ex assistente Y. Varoufakis – Podemos, Cadtm

Nonostante tutti sappiamo come si sia conclusa la lunga negoziazione del debito in Grecia nella primavera scorsa, il dibattito si è soffermato sul ruolo della Commissione di Verità sul Debito, evidenziando come l’esposizione della geografia del potere che si nasconde dietro il debito greco sia riuscita a scardinare il discorso mainstream e a mostrare che il debito non è “colpa greca”, come spesso viene affermato, bensì risultato di un processo ben più controverso fondato su rapporti di forza asimmetrici che in questi anni hanno portato a un flusso di capitali dalla Grecia verso l’estero, ben più che viceversa. Eric Toussaint ha ricostruito passo-passo l’evoluzione delle negoziazioni negli ultimi anni e anche gli errori che sono stati fatti; Zoe Konstantopoulou è stata ferma nel ribadire che i debiti illegali e illegittimi vanno ripudiati. Nelle conclusioni una delle frasi che ritornava di più era “non accetteremo più sacrifici per una moneta che si situa al di fuori del controllo democratico”. La strada è quella giusta.

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