Accordo sulla FTT e politiche sociali europee.

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di Fabrizio Valli

 

Le agenzie di stampa hanno lanciato la  notizia che la Commissione UE ha trovato un accordo per una Tassa sulle Transazioni Finanziarie.

Che avvenga una cosa del genere è una vittoria della rete internazionale di Attac, che da più di dieci anni conduce una battaglia in questo senso, e della grande coalizione internazionale che si è attivata perché la FTT (Finanancial Transition Tax) venga adottata.

Finalmente i governanti Europei sono costretti, anche se in maniera propagandista, ad alludere al principio che anche chi ha scatenato questa crisi cominci a pagare per le sue conseguenze. Ma la proposta per essere credibile deve prevedere una tassa realmente efficace nel fermare la speculazione e il cui gettito non sia utilizzato per il proseguimento delle politiche neoliberiste e di salvataggio senza contropartite delle banche.

Nella speranza che questo non sia l’ennesimo annuncio e nell’attesa di analizzare la proposta, non si può non sottolineare il ritardo con cui si arriva a questa misura di minimo buonsenso e che nello stesso momento in cui viene annunciata l’adozione FTT, il parlamento europeo si appresta a votare le sei direttive sulla “governance economica” che obbligano gli stati membri, già colpiti dalla crisi, a nuove misure neoliberiste di massacro sociale, consistenti nella riduzione della spesa pubblica, dello stato sociale, del settore pubblico, nella compressione dei salari, in ulteriori privatizzazioni.

Le sei proposte consentiranno alle istituzioni della UE di prendere decisioni in merito ai bilanci degli stati membri e sui contratti di lavoro tramite meccanismi sui quali non può incidere la pressione popolare. Di fatto, conferiranno a un organismo non elettivo – la Commissione – il potere di controllare l’applicazione delle misure stesse e di imporre delle multe. Non ci accontentiamo di una FTT come specchietto per le allodole per continuare le stesse politiche di prima. Insistiamo nel chiedere ai deputati europei di respingere le sei direttive.

La FTT deve essere una prima misura rapidamente seguita, restando solo al campo finanziario, dal controllo dei movimenti di capitale, dalla soppressione dei paradisi fiscali, dall’eliminazione dei fondi speculativi, dalla creazione di un polo finanziario pubblico che copra l’insieme del settore bancario, dalla denuncia e non pagamento del debito illegittimo, da una tassazione adeguata delle imprese e delle fasce della popolazione più benestante in tutti gli stati membri dell’UE, introducendo una tassa sui possessori di grandi patrimoni e sui percettori di alti redditi e sulle proprietà;

Perché sia realmente un passo avanti contro le politiche che hanno causato questa crisi la FTT deve segnare il definitivo superamento delle politiche neoliberiste dell’UE contenute nel Trattato di Lisbona e nel Patto di Stabilità e Crescita, verso la democratizzazione dell’Unione Europea, lo sviluppo della partecipazione e della democrazia diretta, un equiparazione verso l’alto in materia fiscale e sociale, la difesa dell’ambiente, un ordine economico alternativo.

Solo i movimenti e le mobilitazioni possono portare a reali cambiamenti, a partire dal 15 ottobre.

Fabrizio Valli – Attac Italia

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