di Edgardo Iozia (Associazione Melitea – Società della Cura)
Melitea ha partecipato alla organizzazione e alla realizzazione della Carovana Balkanroute calling lo scorso 20 giugno 2021. Eravamo un centinaio di attivist* che si sono recat* da Trieste a Maljevac per protestare contro i respingimenti e la violenza al confine tra Bosnia e Croazia. Da quella iniziativa nasce il desiderio di visitare le “frontiere” italiane, ove incontrare i “transitanti”, cioè chi arriva nel nostro Paese e cerca di raggiungere la famiglia o gli amici in altri Stati. Tutto l’arco alpino da Trieste a Ventimiglia, il Monviso, il Monginevro.
A Genova in occasione del ventennale del G8 abbiamo incontrato alcune organizzazioni, con le quali abbiamo iniziato a pensare a una iniziativa in comune. Inizialmente l’idea era quella di una “staffetta” che partisse da Lampedusa e risalisse la penisola fino ai passi alpini, da fare in presenza. Un viaggio per ripercorrere le strade di chi arriva via mare o via rotta balcanica, dalla porta di Trieste. L’evoluzione della pandemia nell’autunno, ha consigliato di passare a un progetto da sviluppare in digitale, invitando i partecipanti, se lo ritenevano possibile, a organizzare degli eventi da condividere sul territorio.
Il nome. Melitea con altri partecipanti aderisce alla campagna internazionale Abolish Frontex. Oltre 150 associazioni, collettivi, gruppi che convergono sull’obiettivo di un radicale cambiamento delle politiche migratorie europee. Il progetto Sulla stessa rotta/Abolish Frontex si inserisce nella campagna perché consente di diffonderne i contenuti e avere l’opportunità di ottenere nuove adesioni.
I partecipanti. L’obiettivo iniziale minimo per poter realizzare il progetto era la sua condivisione con almeno 15 associazioni in tutta Italia. Non abbiamo potuto accettare tutte le iscrizioni, che ammontano a 52, compresa una in Danimarca! L’iniziativa è stata condivisa da diverse associazioni di migranti. Un’altra peculiarità è rappresentata dal pluralismo culturale e dal fatto che non tutti i partecipanti siano direttamente coinvolti nelle attività in sostegno dei migranti. Gruppi di teatro di strada, librerie, collettivi di portuali, scuole di danza, associazioni di Giuristi, associazioni di medici solidali, giornali, associazioni sportive, antispeciste, ambientaliste, pacifiste. Realtà che esprimono vicinanza e solidarietà a chi transita o si ferma in Italia e che, a modo loro, sono nella parte giusta del campo.
Gli obiettivi. Il primo obiettivo era quello di rovesciare la narrazione prevalente di una Italia indifferente, razzista, nemica. Le realtà che stiamo incontrando in questo viaggio dimostrano che esiste, ramificata, proattiva, efficace una società articolata ed accogliente. Solidarietà, impegno sociale e politico, antirazzismo, antifascismo (due facce della stessa medaglia) sono i tratti comuni. Un altro importante obiettivo è costruire ponti nell’arcipelago solidale. Non abbiamo l’ambizione di costruire l’ennesima rete. A questo proposito i primi ponti nell’ambito dei partecipanti al progetto sono stati già gettati con eventi organizzati in Calabria, in Umbria, a Roma, a Firenze il 5 giugno ed altri che lo saranno a breve: sono in preparazione degli eventi a Trento, Genova, Torino e in Val di Susa. A Roma lo scorso 21 maggio si sono incontrate diverse associazioni, comunità e collettivi. Qui l’articolo riferito a questo evento. Il tema proposto è stato “Migrazioni e razzismo”, suggerito anche dai recenti comportamenti di doppio standard tra emigrati di serie A e gli altri. La Direttiva 55/1999,riesumata dai cassetti della Commissione Europea ha sancito il razzismo ufficiale e formale dell’Unione Europea. Le recenti dimissioni del boss di Frontex non bastano a coprire le continue violazioni alle leggi e alle convenzioni internazionali. Oltre ai promotori: Associazione Melitea, Comunità Etiope, Disobbedienza animale, La Comune Roma, Società della Cura, Wilpf Italia, hanno preso parte attiva l’associazione ASDD, delle donne afghane, il Centro socio-culturale Ararat della Comunità Curda, l’associazione afghana Newroz, Baobab Experience, la Comunità e i giovani palestinesi, Gaynet, la CFEI delle Chiese evangeliche, la Associazione per la decrescita, Sinistra Italiana.
È l’inizio di un percorso che non vuole sostituirsi ad altri già in essere, ma cerca di affrontare in modo nuovo le grandi questioni del pianeta, intimamente interconnesse che la pandemia prima, le guerre antiche e recentissime poi, stanno portando violentemente alla luce. Accoglienza, Lavoro, Dignità, Inclusione sono le parole chiave del progetto “Sulla stessa rotta #AbolishFrontex” ; parlano di Libertà di movimento, di Giustizia Climatica, di TransFemminismo, di Diritti umani e civili, di Pace nei e tra i popoli, di Beni Comuni, di Democrazia dal basso, di Lavoro dignitoso, di Diritti di tutte le specie viventi, di Sostenibilità e lotta ai capisaldi della violenza, dell’estrattivismo, del capitalismo figli del patriarcato imperante. Ogni tre giorni una nuova associazione prende il testimone di questa “staffetta” virtuale che si inserisce nei sentieri della convergenza con e tra i movimenti più antichi e nuovissimi tutti insieme per una cambiamento radicale.
Foto: “Balkanroute calling: carovana per la libertà di movimento“, Melting pot Europa
Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 50 di Giugno-Luglio 2022: “Guerra e migranti, guerra ai migranti“