Prospettive suggerite dalla storia: riesumare il piano Keyenes

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Photo: Diverse Stock Photos

di Giovanni Maniscalco, Attac Roma

Il piano che John Maynard Keynes presentò a Bretton Woods nel 1944 per un nuovo ordine economico mondiale fu sconfitto dal peso della potenza USA.

Il progetto  vincente dello statunitense White ha portato ad uno sviluppo -che non ha pari nella storia per quasi trent’anni. Ma è stato limitato all´Occidente ed  ha accentuato le disuguaglianze nel mondo, che sono alla base dell’emergenza climatica e della conflittualità permanente; l’ideologia neoliberista che si è andata radicando in modo totalitario negli ultimi trenta anni ha accelerato questa deriva distruttiva.  Riesumare il piano Keynes – che è stato il tentativo storicamente più serio per cambiare direzione negli ultimi decenni- può essere un nuovo punto di partenza.

 

La battaglia di Bretton Woods

Nel 1944, mentre la II guerra mondiale volgeva al termine,  su iniziativa statunitense, delegati di 41 paesi si riunirono a Bretton Woods, New Hampshire, per delineare  l´assetto economico  mondiale futuro nel periodo di pace che si approssimava. Erano presenti anche i sovietici, anche se dopo non firmarono le risoluzioni finali.

Conducevano il gioco  le delegazioni statunitense (White) e britannica (Keynes). Harry Dexter White, infaticabile e immune dal timore reverenziale nei confronti di un´autorità indiscussa come l´anziano Keynes, non perse l’occasione per siglare  da vincitore  il suo piano basato sul dollaro, spazzando via gli ultimi residui dell´impero britannico. Al termine di un duro scontro, si affermò il suo progetto che, oltre ad istituire il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale (entrambi strumenti in mano statunitense), fece accettare a tutti i paesi firmatari il dollaro come moneta internazionale legata in cambio fisso con l ´oro – metallo del quale gli USA detenevano i ¾ delle riserve mondiali.

Con ciò, gli Stati Uniti potevano permettersi avanzi di bilancia commerciale acquisendo crediti netti (e quindi potere) verso l´estero – cosa che avvenne dal dopoguerra ai primi anni Cinquanta – e anche disavanzi nei conti con l’estero finanziati in parte cedendo oro  ed in parte concedendo crediti necessariamente denominati in dollari – cosa che avvenne successivamente.

Pertanto per pagare i loro debiti furono costretti a ridurre la riserva aurea ed a stampare dollari aldilà del reale controvalore delle loro riserve.

Infine, nell’agosto 1971, l’ambasciatore britannico richiese al dipartimento del Tesoro statunitense la conversione in oro di tre miliardi di dollari; analoga provocatoria richiesta fece la Francia. Ecco che il presidente Nixon con mossa eclatante il giorno 15 dichiarò l’incovertibilità del dollaro in oro, aprendo la via ad un mondo di cambi flessibili, gestiti da autorità monetarie locali o di area, mandando all´aria il quadro complessivo delineato a Bretton Woods- situazione ancora in atto.

Il piano Keynes non riuscì ad imporsi sicuramente perché gli USA volevano suggellare la loro supremazia e liberarsi dell´impero britannico. Ma anche perché Keynes -comprensibilmente dal suo punto di vista -si ostinava  in molti dettagli del progetto a battersi per il Regno Unito; questo limite di visione contribuì all´insuccesso.

White da parte sua non previde la guerra fredda; considerava l´URSS un alleato affidabile, tanto da condividere informazioni. Alla morte di Roosevelt (1945) con l´inizio dell´era Truman il vento cambiò e White fu accusato di essere una spia sovietica. Keynes morì nel 1946 e White nel 1948, pochi giorni dopo la sua audizione alla commissione McCarthy.

Ma queste sono altre storie…

Il piano Keynes

La questione cruciale e di partenza per Keynes era l´asimmetria  fra paesi riguardo ai  loro conti con l´estero. Oggi è più chiaro che ai fini dell´equilibrio economico il paese in disavanzo deve restringere la domanda interna e deprezzare il cambio favorendo l´esportazione; e il paese in avanzo dovrebbe, simmetricamente, apprezzare la propria valuta ed espandere la domanda interna.

Il rovello di Keynes era:  “il processo di aggiustamento è obbligatorio per il debitore e volontario per il creditore…” Era dell’idea che erano i paesi creditori più che quelli debitori ad essere responsabili degli squilibri; una posizione eterodossa, allora come ora.

Di qui la sua proposta (vedi bozza originale in Appendice) che possiamo definire un meccanismo di compensazione di tipo bancario semplice e geniale che favorisce la convivenza di paesi debitori e creditori.

Tutte le transazioni internazionali “residue”, cioè quelle che danno origine a surplus o deficit, sono oggetto dei “conti di compensazione” tenuti dalla Banca Internazionale di Compensazione (ICB). Ciascun paese ha  un conto nella International Clearing Bank in una moneta, il bancor, valida solo per i commerci internazionali, in cui denominare crediti e debiti che le banche centrali nazionali possono detenere entro certi limiti prefissati  – proporzionali alla loro quota di commercio mondiale. Ogni esportazione aggiungeva bancor nel conto del paese presso l’ICB, ogni importazione sottraeva bancor all’ICB. Superati i limiti prefissati, il paese in deficit doveva svalutare la sua moneta per migliorare la sua competitività, mentre il paese creditore che superasse certi limiti di surplus doveva apprezzare la sua moneta (suona incredibile!).

 

Attualità del Piano Keynes 

L’esigenza di un cambiamento di rotta è avvertita diffusamente. Lo sviluppo ineguale emerso dopo la II guerra mondiale, accelerato dalla ideologia neoloberista ormai predominante ha portato all’emergenza climatica e favorisce l’insorgenza di guerre. La consapevolezza di ridimensionare “valori” come competitività, meritocrazia, crescita incontrollata, individualismo-indipendenza = libertà, etc. si sta diffondendo.

L’Europa attualmente è stretta tra il modello commercial-armato degli USA e quello dei regimi autoritari sparsi un po’ dovunque. L’attuale configurazione dell’UE è un continuo inseguimento del modello statunitense, in stretta organicità. Eppure è l’Europa – forse – il solo soggetto politico mondiale che potrebbe essere in grado di modificare la rotta, non limitandosi alla sua dimensione continentale ma ampliando a tutti i paesi che vogliono aderire l’ingresso in un modello alternativo.

La corresponsabilizzazione del creditore e del debitore potrebbe rappresentare il filo per sciogliere la matassa e un primo passo nel cammino verso una nuova solidarietà tra esseri umani.

 

Appendice

First draft (8 September 1941)

Multilateral clearing between central banks trough International Clearing Bank. (…) each central bank has an “index quota” (IQ) (overdraft facility) equal to half the five- year moving average of the value of import+exports. (A world clearing union)

Fixed exchange rates. National currencies fixed against the international currency [bancor] (…)

Ceiling to the annual penalty-free overdraft – a quarter of the IQ. Exceeding the ceiling for over a year means the the Central bank in question is designated  a “Deficit bank” and a devaluation of not more than 5% is permitted. Exceeding more of IQ  triggers a compulsory 5% devaluation and outward capital controls. The bank in question is designated a “Supervised bank”. Interest charged for debit balances, which increases with the size of the balances. (Debtor adjustment)

If a banks credit balances exceed a quarter of IQ the 5% revaluation permitted. If it exceeds half of the IQ then revaluation is compulsory. If surplus exceeds full value of IQ then excess amount confiscated. No interest received on credit balances (Creditor adjustment). (…)

 

 

 

    

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