La custodia popolare di Mondeggi

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a cura del Comitato per la salvaguardia e il recupero della fattoria di Mondeggi – Bagno a Ripoli (FI)

Da circa tre anni qualche centinaio di persone presidia terreni e case di proprietà della Città Metropolitana di Firenze, situati a Mondeggi nel comune di Bagno a Ripoli. In queste pagine le ragioni della lotta, la vita quotidiana e gli ideali dei contadini mondeggiardi. I nodi politici, ecologici ed alimentari della questione.

MONDEGGI BENE COMUNE – FATTORIA SENZA PADRONI
Il percorso fatto

La società agricola di Mondeggi-Lappeggi S.r.l. in liquidazione, di proprietà della Città Metropolitana di Firenze, gestiva una storica tenuta appartenuta a famiglie nobili quali i Bardi, i Portinai, i della Gherardesca. Tradizionalmente articolata in diversi poderi abitati da contadini, legati ad un’antica villa padronale, la fattoria comprendeva circa duecento ettari di terra, comprensivi di parco, vigneti, olivete, pascoli e seminativi. L’antica organizzazione poderale della fattoria, fu sostituita nel tempo da un’impostazione aziendale riconducibile al modello di impresa agricola moderna con coltivazioni estensive, massiccio ricorso alla meccanizzazione delle lavorazioni e impiego costante di trattamenti chimici convenzionali.

Anni di gestione discutibile della s.r.l. hanno portato all’accumulo di più di un milione di euro di debito, ed è culminata nella messa in liquidazione della stessa Società. Ne è derivata una condizione di abbandono e incuria protratta per anni, che ha riguardato le stesse strutture poderali, ormai in parte diroccate. Tutto ciò si è tradotto in un progressivo degrado di un importante patrimonio storico-culturale e paesaggistico, che rappresenta invece una potenziale ricca fonte di produzione di cibo di qualità, nonché un forte elemento identitario per la comunità locale.

Nel 2011, anche a seguito dell’approvazione del decreto Salva Italia da parte del governo Monti viene promossa, da parte del movimento di Genuino Clandestino, la campagna Terra Bene Comune che, in opposizione alla loro vendita, lotta per una gestione partecipata e autonoma delle terre pubbliche da parte delle comunità locali.

L’attività del Comitato Terra Bene Comune – Firenze, sviluppando una rete con vari soggetti fiorentini come il Collettivo d’Agraria, la rete dei Gruppi di Acquisto Solidale ed alcuni centri sociali ed attivisti del territorio, è confluita nel comitato Verso Mondeggi Bene Comune con il quale ha proposto il recupero di tutta la fattoria di Mondeggi ormai abbandonata.

La sua prima azione è stata una due giorni di raccolta popolare delle olive con relativa spremitura dell’olio che, imbottigliato, è stato ridistribuito alla comunità locale durante mercati e iniziative nate per sensibilizzare e informare sui propositi e le prospettive per Mondeggi. Il comitato ha quindi iniziato a frequentare con continuità il luogo per eseguire lavori agricoli su porzioni di terra, tracciare orti, curare olivi, promuovere la pulizia e gestire la messa in funzione di un pollaio. Si sviluppa cosi una sempre più intensa attività di lavoro nei campi e di assemblee nelle case del popolo, scandita da incontri ed eventi culturali e ricreativi aperti a tutti, per coinvolgere e riportare le persone a vivere e rivivere Mondeggi.

Le discussioni assembleari hanno portato alla stesura e all’approvazione della Carta dei Principi e degli Intenti, una sorta di prima progettazione della strada da seguire, una bussola per orientare e convogliare le volontà dei partecipanti di questo percorso collettivo. Nello stesso periodo, il Comitato ricercava ed otteneva vari tavoli di confronto con le istituzioni circa il destino di Mondeggi.

Sul finire del febbraio 2014, il Consiglio Comunale di Bagno a Ripoli ha approvato una mozione con cui chiedeva alla Provincia di aprire una fase di approfondimento e valutazione su varie idee emerse in alternativa alla prospettiva della vendita. Purtroppo la Provincia era sempre più decisa a privatizzare e così, con uno dei suoi ultimi atti, prima di essere sostituita dalla Città Metropolitana, ha autorizzato la S.r.l. alla vendita dei suoi beni.

È a questo punto che il Comitato decide di opporsi attraverso un presidio contadino permanente. Tutto inizia a fine Giugno 2014 durante una 3 giorni di rinascita di Mondeggi, che ha visto la partecipazione di almeno un migliaio di persone, con vasta eco a livello nazionale. Il presidio ha cominciato immediatamente a dare concretezza alla carta dei principi e degli intenti, arrestando il degrado dell’area, avviando le ristrutturazioni necessarie e sviluppando i vari progetti agricoli e socio-culturali.

A novembre 2014 partono le assemblee nelle case del popolo per promuovere il Progetto Mo.TA (Mondeggi Terreni Autogestiti).

Tre Giorni (26-27-28 giugno 2015) di festa e iniziative hanno celebrato un anno di custodia di Mondeggi, culminata con una vivace assemblea territoriale introdotta e animata da autorevoli e competenti personalità.

Nell’autunno 2015 vengono organizzate 4 giornate di raccolta popolare delle olive con la partecipazione di centinaia di persone di tutto il territorio, che si sono aggiunte a tutte quelle che in maniera più continuativa hanno permesso di prendersi cura e di portare avanti la raccolta nella quasi totalità dell’oliveta di Mondeggi (più di 9.000 olivi).

Attualmente a Mondeggi sono presenti due nuclei di presidianti, residenti in due casolari. Tanto lavoro e collaborazioni, reti di solidarietà e pochi mezzi meccanici, hanno permesso una ricca serie di attività agricole, sociali e culturali. Attività agricole come la coltivazione di varietà antiche di grano e di altri seminativi, di alberi da frutto, di ortaggi e piante aromatiche, la gestione di olivi e vigne, l’allevamento ovi-caprino e di galline ovaiole, l’apicoltura, le produzioni erboristiche, la panificazione.

Questo è solo l’inizio del cammino verso la costituzione di Mondeggi come Bene Comune, durante il quale il movimento è stato ed è sostenuto sia dalla popolazione locale che da molti movimenti nazionali e territoriali, da professori e studenti universitari, da semplici cittadini e da giuristi di caratura nazionale.

L’agricoltura in quel di Mondeggi

Ad oggi Mondeggi è una fattoria di circa 170 ettari gestita da un’eterogenea comunità di circa 200 persone che – con vari livelli di partecipazione e coinvolgimento – si impegna a coltivare la terra in modo sostenibile, praticando un’agricoltura contadina rispettosa delle risorse naturali e della dignità delle persone e del lavoro.

La tecnologia agricola a Mondeggi prevede una meccanizzazione ridotta al minimo, nessun impiego di prodotti chimici e la valorizzazione delle varietà locali di semi e piante. Gli attrezzi, comprati e/o recuperati, sono spesso condivisi con fattorie limitrofe al fine di favorire il mutuo soccorso e l’eliminazione degli sprechi.

Per evitare l’uso di concimi chimici, la fertilità del suolo viene mantenuta e incrementata attraverso la rotazione delle colture e la fertilizzazione animale e vegetale. Così, nei circa tre ettari di terreni coltivati a frumento lo scorso anno, una parte è stata seminata con un miscuglio di senape, avena e favino, in un’altra sono stati fatti pascolare capre e cavalli. Questo anche allo scopo di sperimentarne gli effetti positivi sulla prevista coltivazione di ceci.

Se guardiamo alle attività agricole perseguite nel corso della custodia popolare, l’allevamento rappresenta un fiore all’occhiello nel percorso di rivitalizzazione della fattoria. Una ventina di galline allevate sull’aia, fornisce quotidianamente uova; le api, in 30 arnie, nutrite senza l’uso di zuccheri e sciroppi artificiali, provvedono al fabbisogno di miele e agevolano l’impollinazione; capre, pecore e cavalli arricchiscono la fauna locale producendo carne, latticini e concime.

Nell’oliveta sono presenti alcune tipiche varietà toscane: Frantoio, Leccino, Moraiolo Toscano e Pendolino. Dopo un 2014 particolarmente sfortunato, con il raccolto andato perduto a causa della proliferazione della mosca, quest’anno solo duemila olivi della varietà Moraiolo non sono riusciti ad andare a frutto e il raccolto si è dimostrato particolarmente abbondante.Mondeggi2 580x429

I 6 ettari coltivati a cereali sono un esempio della valorizzazione della biodiversità coltivata a Mondeggi. Sono stati, infatti, seminati: un ettaro di orzo; una popolazione di numerosissime varietà di grani antichi, che si evolverà negli anni adattandosi a suolo, clima e tipo di lavorazione; un miscuglio di 8 varietà locali antiche riprodotte in purezza e scambiate grazie al lavoro di Rete Semi Rurali; un miscuglio di 4 grani antichi toscani, frutto del raccolto dell’anno precedente, caratterizzato da una maggior proporzione della varietà Andriolo, allo scopo di valutarne l’efficacia nel limitare i danni provocati dai cinghiali. Su di un appezzamento è stata allestita una mostra didattica sul campo dedicata alla selezione del frumento.

Poco meno di un ettaro di terra accoglie coltivazioni di ortaggi, piante aromatiche e spezie. Alcune seguono un approccio sinergico, altre si avvalgono delle tecniche di permacultura, altre sono impostate in modo più tradizionale, ma sempre rigorosamente biologico. Questi orti si rivelano decisamente diversificati, fornendo in quantità prodotti come patate, cipolle, agli, porri, carote, fave, cavoli, finocchi, vari ortaggi a foglia, pomodori, melanzane, fagioli, piselli, mais, zucche, ma anche amaranto, quinoa e zafferano.

Nel frutteto, che si estende su una superficie di 2 ettari, sono state messe a dimora circa 400 piante per una decina di specie di diverse varietà autoctone. Le piante da frutto sono allevate in modo non intensivo e prevedono lo spazio per altre colture tra le singole file. La raccolta scalare renderà poi possibile ottenere una produzione frutticola da Maggio fino alla fine di Novembre. Il finanziamento dell’impianto è stato realizzato grazie al successo della campagna ‘adotta un albero a Mondeggi’.

E alle porte del Chianti, non poteva certo mancare la vigna. Quattro ettari di terreno, finora trattati chimicamente, sono stati traslati a biologico con risultati incoraggianti. L’esperienza è stata seguita fin dall’inizio da professori del Dipartimento di Agraria dell’Università di Firenze.

Agricoltura contadina, agroecologia, sovranità alimentare: questi i punti fermi che radicano l’ambizioso ed alternativo progetto di agricoltura multifunzionale in atto a Mondeggi.

Il pensiero di Mondeggi
Al centro della visione della comunità che custodisce e gestisce Mondeggi come un bene comune, è la concezione della terra come risorsa preziosa, fonte di cibo e di relazioni umane, e la centralità del ruolo della partecipazione.

Una visione che si esprime in primo luogo nei campi, con la reintroduzione e la rivitalizzazione in senso agroecologico dell’agricoltura contadina, a vantaggio dell’ambiente e di tutta la società.

In secondo luogo, tra le persone: la comunità di Mondeggi, sin dall’inizio, sperimenta infatti un complesso processo decisionale di democrazia dal basso, basato sulla partecipazione ad assemblee aperte e inclusive, in cui ci si mette in condizione di prendere decisioni condivise, senza ricorrere al principio della maggioranza che impone il proprio volere alla minoranza, ma adottando il cosiddetto “metodo del consenso”.

Un ruolo fondamentale per lo sviluppo della custodia e gestione del bene comune Mondeggi riveste il cosiddetto progetto MoTA. (“ Mondeggi Terreni Autogestiti”), nato per stimolare l’accesso alla terra e per coinvolgere in modo più attivo gli abitanti del territorio circostante, in una riscoperta del rapporto con la terra e di un diverso modo di intendere la socialità attraverso la sua gestione. L’impegno di almeno trecento persone, la collaborazione reciproca e l’autogestione hanno permesso la realizzazione di decine di orti e la presa in cura di una consistente porzione di oliveta, ovvero diverse migliaia di olivi.

In parallelo all’attività agricola, Mondeggi sta inoltre assumendo un ruolo di nodo culturale, di interfaccia tra mondo urbano e rurale, nonché di esperienza pilota per l’accesso alla terra per altre esperienze che ne condividano motivazioni e istanze.

Inoltre, sulla scia di altre esperienze italiane, a Mondeggi si sta procedendo alla stesura di una cosiddetta “Dichiarazione di Uso Civico”, grazie alla quale la comunità di Mondeggi si riconosce come tale, nonché si dichiara responsabile e in grado di gestire Mondeggi secondo un preciso regolamento che stabilisce i principi di custodia e di autogoverno della comunità stessa.

La ricca presenza di visitatori e custodi provenienti da fuori Italia fa dell’esperienza di Mondeggi un tassello della riflessione internazionale sui limiti dello sviluppo, sui beni comuni, sulla democrazia partecipativa. I corsi autogestiti della Scuola contadina, così come le conferenze e i seminari o gli appuntamenti ricreativi, vengono affollati da facce note e meno note, da cittadini della zona o di Firenze. Momenti che si inseriscono in un continuo fluire di scambi di idee, pratiche e saperi.

Relazioni che si moltiplicano, come le occasioni di collaborazione con agricoltori, docenti e studenti universitari e come le energie investite nel costruire e consolidare reti di scambio con altri soggetti che si fanno promotori di un tipo di economia alternativa a quella vigente, basata su forme di relazioni e di scambio a carattere sperimentale e innovativo, che produca beni e servizi non finalizzati al lucro.

Mondeggi Terreni Autogestiti (Progetto MoTA)

Con questo nome si chiama un’iniziativa che consiste nel porre a disposizione di singoli cittadini o famiglie della zona una porzione di oliveta o di orto, con l’aiuto e la supervisione di persone più esperte (nel campo dell’agricoltura, potatura dell’olivo, raccolta, tecniche irrigue eccetera) di modo che chi se ne intende possa condividere le proprie conoscenze e chi ha meno esperienza impari. Non si dimentichi, infatti, che molti attivisti della fattoria sono agronomi o hanno competenze avanzate nel settore agricolo. Il Mota è in certo modo un orto sociale esteso anche alle olivete, ma è anche un esperimento di tipo sociale, e si vedrà perché.

Al momento hanno aderito al Mota un centinaio tra famiglie e singoli i quali hanno curato una parcella di 35 olivi di cui poi hanno raccolto i frutti. Meno sono coloro che si sono fatti assegnare un appezzamento d’orto, certo perché l’area disponibile era contenuta, ma anche perché dedicarsi all’orto richiede in certi periodi una presenza quotidiana, che solo chi davvero sta nei dintorni può garantire. L’organizzazione per i lavori, specialmente per la raccolta delle olive e la spremitura, per procurarsi i mezzi per lavorare, per garantire l’approvvigionamento idrico ai campi in estate, e tutte le questioni pratiche minute e grandi che riguardano il lavoro passano attraverso un’assemblea dei membri del progetto, spesso alla presenza di qualcuno più esperto sia di assemblee che di orti, anche per mantenere una comunicazione tra questa iniziativa e le altre.

E qui sta l’interessante. Perché il Mota mette insieme persone molto diverse che si avvicinano tra loro con l’iniziale unico scopo di guarire il proprio amore per la terra e per il lavoro agricolo e ottenere poi qualcosa dalla natura e dalle proprie forze. Ma siccome aiutarsi permette di fare meglio e di più, e certe volte anche di diventare un po’ più intelligenti, allora molti riescono ad accettare soluzioni collettive malgrado l’iniziale interesse meramente georgico. In queste assemblee organizzative molti mettono a confronto soluzioni e valori collettivistici con soluzioni e valori comunitaristici. Si fanno delle domande. Ciascuno impara un po’ a percepirsi come una parte non insignificante di una comunità, su cui tutti contano.

Siccome non si sa ancora come andrà a finire, si venga ad un ulteriore aspetto, ancora più bello della presa di coscienza delle proprie idee. Le persone, di varie età, che s’incontrano giorno per giorno nei campi o periodicamente alle assemblee, maturano familiarità tra loro, finiscono per conoscersi, per frequentarsi. Insomma, nell’area adiacente gli orti è stata eretta (tutta muratura a secco, eh! Tutto legale!) una bella griglia, e ogni domenica di bel tempo c’è la fila per portare qualcosa da condividere e mangiare tutti insieme.

COMITATO MONDEGGI BENE COMUNE
La Carta dei Principi
1: Promuovere la gestione di Mondeggi come bene comune e impedirne la privatizzazione.
2: Creare percorsi sperimentali di custodia del bene comune da parte di comunità di persone che si uniscono con questo intento, mantenendo una forte relazione con la comunità territoriale.
3: Generare ricchezza diffusa (sociale, ambientale, relazionale) costruendo un’economia locale che si autosostiene, che conserva il patrimonio naturale ed edilizio e lo mantiene accessibile e fruibile, impedendo ulteriori sprechi di denaro pubblico.
4: Sostenere esperienze di ritorno alla terra come scelta di vita e opportunità di lavoro alternativo al lavoro dipendente attraverso forme di autogestione.
5: Promuovere l’agricoltura contadina come strumento di autodeterminazione alimentare e salvaguardia del patrimonio agro-alimentare, e sostenere un’agricoltura naturale nel pieno rispetto dell’ambiente, degli esseri viventi e della dignità umana.
6: Innescare percorsi inclusivi di aggregazione e partecipazione con particolare attenzione al disagio sociale e alla disabilità, attraverso pratiche di accoglienza e condivisione del lavoro.
7: Promuovere stili di vita sobri basati sulla pratica:
– di forme di autocostruzione e autorecupero;
– dell’autosufficienza energetica con tecniche povere e nuove tecnologie che non compromettano la vocazione agro-alimentare della terra.
8: Stimolare e accogliere tutte le forme di arte che rispettino lo spirito di questa carta e che sono sale e nutrimento della vita comunitaria.
9: Custodire e curare i valori storici e paesistici del territorio, garantendo l’uso comunitario delle Acque, dei Boschi e dei Percorsi Storici e di tutti i valori ambientali ed ecologici, in una progressiva acquisizione partecipata del valore culturale dei luoghi.

Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 29 di Maggio – Giugno 2017: “Non è un Paese per giovani”