La capacità di governarci da soli

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di: Subcomandante Insurgente Moisés

“In questi ventiquattro anni abbiamo costruito la nostra autonomia – scrivono gli zapatisti e le zaptiste al festival CoScienze per l’Umanità – … formalizzato i nostri sistemi di salute ed educazione, creato e rafforzato i nostri lavori collettivi. In tutti questi spazi di autonomia conta la partecipazione di tutti e tutte, donne, uomini, giovani e bambin@. E così stiamo dimostrando che noi popoli originari abbiamo la facoltà e la capacità di governarci da soli, non abbiamo bisogno dell’intervento di nessun partito politico che solo inganna, promette e divide le nostre comunità e non accettiamo nessun tipo di aiuto dai governi ufficiali. Non accettiamo nemmeno che qualcuno ci venga a dire che cosa possiamo o non possiamo fare…”. Un messaggio che risuona e semina speranza in molte lingue, in molti territori, in molte lotte di tutto il mondo

24° Anniversario dell’inizio della guerra contro l’oblio

  • BUONA NOTTE, BUON GIORNO:
  • COMPAGNI, COMPAGNE BASI DI APPOGGIO ZAPATISTE.
  • COMPAGNI, COMPAGNE RESPONSABILI LOCALI, REGIONALI ED AUTORITÀ DELLE TRE ISTANZE DI GOVERNO AUTONOMO.
  • COMPAGNI E COMPAGNE PROMOTORI E PROMOTRICI DELLE DIVERSE AREE DI LAVORO.
  • COMPAGNE E COMPAGNI MILIZIANE E MILIZIANI.
  • COMPAGNI E COMPAGNE INSURGENTES E INSURGENTAS OVUNQUE SIATE.
  • COMPAGNI, COMPAGNE DELLA SEXTA NAZIONALE E INTERNAZIONALE.
  • COMPAGNI, COMPAGNE DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO.
  • COMPAGNI, COMPAGNE DEL CONSIGLIO INDIGENO DI GOVERNO E LA SUA PORTAVOCE MARIA DE JESUS PATRICIO MARTINEZ DOVUNQUE CI ASCOLTIATE.
  • FRATELLI E SORELLE DI TUTTI I POPOLI ORIGINARI DEL MONDO CHE CI ASCOLTATE.
  • FRATELLI E SORELLE SCIENZIATI E SCIENZIATE DEI MOLTI PAESI CHE CI ACCOMPAGNATE.
  • FRATELLI E SORELLE DEL MESSICO, DELL’AMERICA E DEL MONDO CHE OGGI CI ACCOMPAGNATE O CI ASCOLTATE OVUNAUE SIATE.
  • FRATELLI E SORELLE DEI MEDIA LIBERI E ALTERNATIVI, NAZIONALI E INTERNAZIONALI.

Oggi, 1º gennaio 2018 celebriamo il 24° anniversario della nostra sollevazione armata contro il malgoverno e il sistema capitalista neoliberale causa di ogni tipo di morte e distruzione. Come popoli originari, da più di 520 anni ci hanno sottomessi attraverso lo sfruttamento, l’emarginazione, l’umiliazione, il disprezzo, l’oblio e la depredazione delle nostre terre e ricchezze naturali in tutto il territorio messicano. Per questo il 1° Gennaio 1994 abbiamo detto BASTA! di vivere in così tanta ingiustizia e morte, e così abbiamo fatto conoscere al popolo del Messico e al mondo le nostre domande di Democrazia, Libertà e Giustizia per tutti, terra, lavoro, abitazione degna, alimentazione, salute, educazione, indipendenza, democrazia, libertà, giustizia e pace.

Ed ora la violenza è diffusa ovunque e si uccidono donne e bambini, anziani e giovani e perfino madre natura ne è vittima. Per questo diciamo che la nostra lotta è per la vita, per una vita degna. Mentre il capitalismo è il sistema della morte violenta, della distruzione, dello sfruttamento, del furto, del disprezzo.

Questo è quello che manca a tutti i popoli originari ed alla stragrande maggioranza degli abitanti di questo paese, il Messico, e di tutto il mondo. Perché, vi chiedo, Chi ha una vita degna? Chi non vive l’angoscia di poter essere assassinata, derubato, deriso, umiliato, sfruttato?

Se c’è chi è tranquillo e non se ne preoccupa, bene, queste parole non sono per te.

Ma forse vedi e senti che tutto sta andando sempre peggio. Non solo c’è che il lavoro è malpagato e non basta per poter vivere dignitosamente. Ora c’è anche che i gruppi criminali, soprattutto quelli che sono governi, rubano o, peggio, ci uccidono, perché solo così stanno bene. Dunque, se pensi che succede così perché così vuole il tuo dio, o perché è per sfortuna, o perché è il destino che ti è toccato, allora queste parole non sono nemmeno per te.

Le nostre domande sono giuste e, come abbiamo detto pubblicamente ventiquattro anni fa, non sono solo per noi popoli originari o indigeni, ma chiunque non sia criminale o stupido, o le due cose, sa che sono istanze giuste e sempre più necessarie e urgenti.

Ma la risposta dei malgoverni è stata: hai l’elemosina, quindi accontentati, perché se continui a pretendere ho qui i miei eserciti, i miei poliziotti, i miei giudici, le mie prigioni, i miei paramilitari, i miei narcotrafficanti, e tu hai solo il tuo cimitero.

Allora noi, zapatiste e zapatisti, abbiamo detto loro: non chiediamo elemosine, vogliamo rispetto per la nostra dignità. E i malgoverni hanno risposto che non sanno che cos’è la dignità. Che questa parola è maya o è di un altro pianeta, perché non c’è nei loro dizionari, né nella loro mente, né nella loro vita.

È così tanto tempo che sono servi e leccaculi dei ricchi, che hanno ormai dimenticato cos’è la dignità. Siccome questi malgoverni sono abituati ad arrendersi, a vendersi, a cedere, pensano che tutti siano così, che tutto il mondo sia così, che non ci sia chi parli, pensi, lotti, viva e muoia senza arrendersi, vendersi, cedere. Per questo non capiscono lo zapatismo. Per questo non comprendono i mille nomi che la resistenza e la ribellione assumono in molti angoli del Messico e del mondo.

Il sistema è così, compagna, compagno, fratello, sorella, quello che non capisce lo fa perseguire, imprigionare, assassinare, sparire. Perché vuole un mondo domo, come se le persone fossero bestie da soma che devono obbedire a quello che dice il padrone, il prepotente, e se non obbediscono, botte, bastonate, reclusione, fucilate.

Per il capitalismo la resistenza e la ribellione sono una malattia che lo assale, gli dà mal di testa, gli dà un calcio nei coglioni, gli sputa in faccia. Gli fa male. E la medicina del capitalismo per questo sono i poliziotti, le prigioni, gli eserciti, i paramilitari, i cimiteri se hai fortuna, se no, chissà dove ti buttano.

Ed è così anche se non c’è resistenza e ribellione, anche se stai tranquillo e sei un buon cittadino che vota per il Trump di turno nel tuo calendario e nella tua geografia. E magari critichi e ti lamenti di quelli che protestano e si ribellano. E dici “andate a lavorare e smettetela di lamentarvi” quando si protesta per Acteal, o per l’Asilo ABC, o per Atenco, o per Ayotzinapa, o per i Mapuche, o per qualsiasi nome abbia la disgrazia che si abbatte. Tu credi che tutto questo succeda lontano da casa tua, dalla tua strada, dal tuo paese o quartiere, dal tuo lavoro, dalla tua scuola, dalla tua famiglia, e invece no. Tutto questo che si sa e molti orrori di cui non sappiamo, succedono proprio vicino a te.

Perché anche se credi che non ti tocchino, invece sì che ti toccano, a te o a qualcuno vicino a te. Perché il sistema e i suoi governi hanno oramai perso il controllo, sono impazziti, sono ubriachi di denaro e di sangue e travolgono tutto e tutti e, soprattutto, tutte e todoas.

Dunque, sorella, fratello, compagno, compagna, se tu pensi che la situazione è molto difficile e che non è più sopportabile, allora bisogna sapere che cosa farai.

Se pensi che qualcuno, un leader, un partito, un’avanguardia risolva tutti i problemi e che devi solo mettere una crocetta su una scheda, così facilmente, ok, pensa pure che sia così. Allora, queste parole non sono per te. Resta tranquillo o tranquilla in attesa della nuova presa in giro, la nuova frode, il nuovo inganno, la nuova bugia, la nuova delusione. Che non sono nuove, sono le stesse di sempre, cambiano solo di data nel calendario.

Ma, forse pensi che si possa fare qualcosa di più. E ti domandi se si può, o se la lotta, la resistenza, la ribellione stiano solo nelle canzoni, nelle poesie, sui cartelli e nei cimiteri. Allora ti diciamo che noi, zapatiste e zapatisti, ci siamo chiesti tutto questo ventiquattro anni fa quando siamo andati a morire per le strade e le piazze delle tue città.

E così ci hai visto. E così ci hanno visto anche coloro che si credono grandi dirigenti rivoluzionari che prima ci hanno disprezzato, come ci disprezzano ora, quando sono venuti a conoscenza della nostra lotta mentre cenavano e ridevano nei loro festeggiamenti di fine anno, mentre noi, zapatiste e zapatisti dell’EZLN ci mettevamo la vita e la morte dove loro mettono i musei.

Allora abbiamo reagito. Abbiamo detto, vediamo se si può vivere con dignità senza i malgoverni, senza dirigenti e senza leader e senza avanguardie piene di Lenin e Marx, ma assolutamente che non stanno con noi, zapatiste, zapatisti. Molto parlare di quello che dobbiamo o non dobbiamo fare, ma niente di concreto. E dagli con l’avanguardia, e il proletariato, e il partito, e la rivoluzione, e fatti una birra, un calice di vino, un arrosto in famiglia.

Niente da fare, abbiamo pensato, l’avanguardia rivoluzionaria è troppo occupata a provarsi abiti e parole per la vittoria, e quindi dobbiamo fare a modo nostro, come indigeni zapatisti.

Che non sono molti gli indigeni, e gli zapatisti sono ancora meno, perché non è da tutti essere zapatista.

E così abbiamo iniziato quello che ora si conosce come l’autonomia zapatista, ma che noi chiamiamo la libertà secondo noi, zapatiste e zapatisti, senza padroni, né capoccia, né leader, né dirigenti, né avanguardie.

In questi ventiquattro anni abbiamo costruito la nostra autonomia, sviluppato le nostre diverse aree di lavoro, consolidato le nostre tre istanze di governo autonomo, formalizzato i nostri sistemi di salute ed educazione, creato e rafforzato i nostri lavori collettivi, ed in tutti questi spazi di autonomia conta la partecipazione di tutti e tutte, donne, uomini, giovani e bambin@.

Pubblicato su https://comune-info.net/2018/01/la-capacita-governarci-soli/

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