Il caldo ottobre napoletano contro la finanza europea – n.15 ottobre 2014

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di Raphael Pepe

Quando, ad inizio settembre, si è venuto a sapere che Napoli doveva ospitare il vertice della BCE, a molti tale scelta è parsa un vero affronto ad una città pesantemente colpita dalla crisi e dalle politiche neoliberiste. Per i movimenti napoletani era chiaro che la città dovesse esprimere il suo dissenso nei confronti della BCE e delle sue politiche neoliberiste. Dopo un mese di settembre in cui si sono succedute assemblee, momenti di discussioni ed approfondimenti sul processo di finanziarizzazione della società, dal 2 ottobre è incominciata una mobilitazione considerevole in città.

Le politiche di austerità colpiscono ogni giorno la vita delle persone, generando sempre più disoccupazione e precarizzando il lavoro, tagliando la spesa pubblica e speculando su diritti fondamentali come l’istruzione e la sanità. In Europa vige un sistema finanziario che non solo salva le banche, ma gli permette perfino di guadagnare sui debiti sovrani, che naturalmente non possono che aumentare: si privatizzano i profitti e si socializzano i debiti. I tagli alla spesa pubblica hanno tolto diritti alle persone, e lo si sente anche su servizi locali.

In una città come Napoli, affogata dalla spending-review e dal pareggio di bilancio, e che ha rischiato quest’anno il dissesto finanziario, è forte la difficoltà di garantire servizi sociali o servizi pubblici locali fondamentali come l’acqua pubblica, i trasporti o la raccolta dei rifiuti. Napoli è una città le cui aziende partecipate sono tuttora di proprietà pubblica e per questo subisce da anni la pressione delle politiche economiche europee e nazionale che spingono gli enti locali a privatizzare i servizi o a svendere il patrimonio pubblico; il tutto a vantaggio di multinazionali, veri avvoltoi sempre alla ricerca di nuovi mercati.

Nei quattro giorni che hanno preceduto il vertice ricorreva l’anniversario delle quattro giornate di Napoli, che il movimento ha celebrato con iniziative, dibattiti, incontri, assemblee in cui si è discusso di finanza, economia, lavoro. Il 30 settembre, all’Asilo, Attac Napoli ha organizzato un incontro/dibattito con Monica Di Sisto (Fairwatch) e Marco Bersani per parlare di finanza, di BCE, e del trattato transatlantico, i cui negoziati sono tuttora segreti. Una settantina di persone ha partecipato alla serata, che ha visto numerosi ed interventi; in quell’occasione inoltre è stata convocata un’assemblea per costituire anche a Napoli un Comitato cittadino contro il TTIP.

Il 2 ottobre è stato il giorno della manifestazione contro la BCE. Alle 9 e 30, i manifestanti si sono concentrati ai Colli Aminei, non lontano dalla Reggia di Capodimonte, sede del vertice: allora non sapevamo ancora che stavamo per vivere una giornata di mobilitazione incredibile, che rimarrà nella memoria di tutti coloro che vi hanno preso parte. I negozi del quartiere erano stati chiusi a causa dell’allarmismo diffuso nei giorni precedenti, ma, al nostro passaggio, molta gente del quartiere ci salutava con piacere ed esprimeva consenso per le ragioni del corteo. Arrivati davanti all’ospedale C.T.O, decine di medici ed infermieri si sono affacciati ad ascoltare con molto interesse gli interventi diffusi dai megafoni dei “cattivi black-block”, e ogni intervento è stato seguito da lunghi applausi.

Né le cariche della polizia, né gli idranti e lacrimogeni lanciati sulla folla nelle vicinanze della Reggia di Capodimonte, e tanto meno l’arresto di Mario, che con una scala ha provato ad entrare nel parco della Reggia per esporre uno striscione, hanno potuto fermare il corteo, che si è prolungato fino al centro storico e alle liberazione de “l’attivista con la scala” in Piazza Borsa.

Il più bel ricordo della giornata rimane il passaggio alla Sanità, quartiere popolare di Napoli. Quanto abbiamo vissuto in quei vicoli è difficilmente descrivibile. In molte persone si notava lo stupore di vedere un corteo di questa ampiezza in una zona di Napoli disprezzata e abbandonata dalle istituzioni, una zona di Napoli isolata nonostante la vicinanza con il Centro Storico, e in cui manca di tutto. Prima del nostro arrivo, qualche poliziotto ha cercato di intimorire la gente, consigliando di chiudere le botteghe perché con l’arrivo dei Black-Block tutto sarebbe stato saccheggiato.

Invece, donne e uomini, anziani e giovani, bambini sono scesi per le strade, qualcuno si è aggiunto al corteo per sfilare insieme a noi, in molti ci chiedevano il perché della manifestazione ed esprimevano il loro sostegno, in tanti ci ringraziavano. Da un balcone una signora anziana ci mandava baci a non finire, finché non si è messa le mani sul viso ed è scoppiata in lacrime, mormorando: “grazie.. grazie”; è stata salutata con gli applausi. Arrivati in via Vergini, ci siamo fermati di nuovo, e vedevamo gente su ogni balcone che dai megafoni sentiva parlare di quello che vive quotidianamente, dei diritti negati dai poteri forti, della precarietà, della disoccupazione, e si sentiva come sollevata, liberata per un attimo da un profondo sentimento di ingiustizia e di abbandono.

Da quella giornata nei movimenti napoletani è cresciuta la consapevolezza che, dopo anni di crisi, la gente non crede più nelle favole raccontate da chi propone come cura le stesse ricette del virus neoliberista, che ha provocato e accentua continuamente il disastro sociale ed economico che viviamo.

Dopo pochi giorni, il 7 ottobre, è stata organizzata la prima di una serie di assemblee per organizzare una mobilitazione contro lo Sblocca Italia. Essendo il quartiere dell’ex Italsider terra di speculazione e fortemente attaccato dal decreto, si è deciso di organizzare una manifestazione a Bagnoli in occasione della visita di Renzi, il 7 novembre prossimo.

L’indomani veniva costituito il Comitato napoletano Stop-TTIP che avrebbe già fatto parlare di se pochi giorni dopo.

Il 10 ottobre, sono stati gli studenti e i docenti a scendere in piazza, in un corteo che ha visto la partecipazione di più di 15 000 persone. Dagli interventi e dagli striscioni si notava chiaramente che in tutti c’era la consapevolezza che l’attacco alla scuola pubblica in atto con il Piano Renzi non è una questione isolata. Tanti i richiami alla necessità di bloccare il Jobs Act e lo Sblocca Italia, per la difesa del lavoro, dell’ambiente, della sanità, dei servizi pubblici e dei beni comuni, tutti sotto assedio della finanza.

Infine, nonostante il comitato neo-costituito avesse previsto un semplice volantinaggio in città in occasione della giornata internazionale di mobilitazione contro il TTIP, alcuni militanti hanno deciso ugualmente di esporre lo striscione STOP-TTIP alla lectio magistralis tenuta da Josè Manuel Barroso all’Università Suor Orsola Benincasa.

Arrivati sul luogo, ai membri del comitato è stato negato l’accesso, poiché la giornata di “condivisione di idee per il futuro” tra Barroso e i giovani della città era negata a chi non era in linea con le politiche dell’UE. Bloccati all’ingresso del palazzo, siamo rimasti a parlare con alcuni membri delle forze dell’ordine, che dopo pochi minuti ci raccontavano difficoltà dei figli disoccupati, dei libri di scuola troppo cari, della loro convinzione che “purtroppo” non avessero la possibilità di esprimere certe idee. Dopo questa piacevole chiacchierata, in due abbiamo trovato il modo di accedere alla sala conferenza dove Barroso tirava le sue conclusioni, facendo le lodi al coraggio di Renzi che con il Jobs Act avrebbe risollevato le sorti dell’Italia. Prima che finisse la conferenza, abbiamo aperto lo striscione STOP-TTIP e in pochissimi minuti siamo stati “gentilmente” (ovviamente è ironico) allontanati dalla Digos. Fortunatamente alcuni video hanno documentato l’accaduto ed hanno così contribuito a diffondere e promuovere la protesta contro il TTIP fra i movimenti e i cittadini. La prossima assemblea dovrebbe essere partecipata.

Piano piano, da queste parti, ci si organizza, ci si confronta, e la mobilitazione continua a crescere. Nonostante il periodo molto duro che si vive, in questo paese sembra ritornare l’entusiasmo: si torna a credere che un altro mondo è possibile.

Tratto dal Granello di Sabbia di Ottobre 2014: “La Buona ScuolAzienda”, scaricabile QUI

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