ATTACqua: Relazione e proposte di lavoro

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30 Novembre 2003 – Conferenza Comitati Locali – Firenze

ATTACqua: gruppo nazionale di coordinamento comitati di ATTAC sul tema acqua

L’acqua è una risorsa vitale per le persone. L’acqua è indispensabile per l’ecosistema. L’acqua è una risorsa il cui accesso avviene in forma fortemente ineguale:

- 1 miliardo e 680 milioni di persone sono prive dell’accesso all’acqua ed una persona su due non gode di un sistema di trattamento delle acque reflue;
- L’agricoltura industriale dell’agribusinness, dei prodotti non autoctoni orientati ai mercati mondiali, dei pesticidi , degli ogm e l’industria delle produzioni che prelevano forti quantità d’acqua ed inquinano le falde controllate dalle multinazionali sono le maggiori consumatrici di acqua al mondo (rispettivamente il 70% agricoltura ed il 20% industria);

L’acqua è al centro di un enorme processo di privatizzazione che la sta portando nelle mani di tre – quattro multinazionali.Questo processo ha portato, nei paesi dove la privatizzazione è già ad uno stadio avanzato, l’aumento degli sprechi, la negazione dell’accesso all’acqua per le fasce più povere, l’aumento delle tariffe, la riduzione degli investimenti in manutenzione e controlli di qualità e, infine, l’aumento dello sfruttamento e della precarietà dei lavoratori.L’erosione del diritto di accesso ad acqua e cibo in qualità e quantità per una vita sana è ormai il paradigma del neoliberismo, della negazione del diritto alla vita.Per questo molti comitati locali già lavorano attivamente sul tema dell’acqua.

Attacqua, ha iniziato a lavorare nell’estate del 2002 come un gruppo di lavoro e coordinamento nazionale dei comitati di Attac sul tema acqua.Uno spazio di confronto, di elaborazione, discussione e di iniziativa:

- contro la privatizzazione dell’acqua;
- per una sua gestione democratica e partecipativa;
- per un nuovo modello di gestione di questo bene comune, di questa risorsa vitale che consideri l’acqua come diritto inviolabile delle persone e come elemento indispensabile per i cicli ecologici. Per la ricerca e proposta di un modello alternativo di agricoltura, di industria di insediamento urbano che sostituisca agli imperativi del profitto e alle ingiustizie e sprechi che essi generano il principio di bene comune

Abbiamo costruito momenti di autoformazione, per dare gli strumenti ai comitati che si muovono sulla questione dell’acqua come i seminari di Ferrara l’anno scorso e Bologna quest’anno.Abbiamo contribuito a costruire importanti scadenze del movimento sull’acqua: il Forum Mondiale Alternativo dell’Acqua a Firenze nella primavera scorsa e il seminario ed il workshop sull’acqua a Riva del Garda.Siamo tra promotori, con altre associazioni del nord e del sud del mondo di una coalizione mondiale sull’acqua che ha cominciato a prendere forma al Forum Sociale Europeo di Saint Denis.Abbiamo sperimentato e vorremmo continuare a migliorare insieme, sempre più numerosi, processi di autorganizzazione, inclusività, orizzontalità, partecipazione nello spirito fondante di Attac Italia.

In questo ultimo periodo vi sono sviluppi inquietanti sulla privatizzazione dell’acqua.L’unione europea sta assumendo un ruolo di punta nella privatizzazione di questa risorsa.Sede delle più grosse multinazionali del settore, l’Ue aveva chiesto, nell’ambito dei GATS, a molti paesi del sud del mondo di liberalizzare l’acqua. A Cancun il delegato UE Pascal Lamy si era distinto per il suo zelo e la sua intransigenza liberalizzatrice. Mentre in una calma apparente si aspettano i nuovi colpi sul GATS, la Commissione Europea del Presidente Prodi sta elaborando una direttiva che imporrebbe la liberalizzazione dell’acqua. In opposizione questa grave mossa stiamo proponendo alle organizzazioni europee che si stanno coalizzando contro la privatizzazione dell’acqua una giornata europea contro questa direttiva. Stiamo ragionando su una manifestazione internazionale a Bruxelles che potrebbe essere il giorno di inizio della discussione della direttiva in commissione e si potrebbe coordinare con altre mobilitazioni che si svolgeranno in America ed in Asia.Un altro aspetto fondamentale della nostra azione a livello internazionale consiste nello stringere relazioni con tutti i soggetti che lottano contro la privatizzazione superando la separazione tra ONG, sindacati e movimenti sociali europei. Molti passi in avanti in questo senso sono stati fatti in un incontro strategico sull’acqua ad Amsterdam lo scopso ottobre e al II FSE di Parigi.In tema di rapporto tra movimenti sociali ed acqua a Parigi abbiamo visto emergere anche positive novità. Dal punto di vista sindacale oltre alla ovvia contrarietà dei sindacati di base alle privatizzazioni abbiamo visto emergere interessanti posizioni dal sindacato internazionale dei pubblici servizi e dal sindacato europeo dei pubblici servizi. Rispetto all’atteggiamento precedente, e in contraddizione anche con recenti prese di posizione della CES, sta emergendo una chiara posizione contro le privatizzazioni e una volontà di cooperare.

Incoraggiati da questo e da segnali emersi a Riva vogliamo provare, per allargare il movimento contro la privatizzazione dell’acqua a stimolare la CGIL su questo tema, chiedendo un incontro alla loro segreteria nazionale ed alla funzione pubblica per discutere della possibilità di un convegno internazionale sulla materia.

Questo ci porta alle novità in Italia. L’articolo 35 della finanziaria del 2002 imponeva la privatizzazione dell’acqua e la messa a gara d’appalto della sua gestione. Questo articolo ha portato a proteste e mobilitazioni del movimento, di associazioni , di cittadini e di amministrazioni locali, anche di centrodestra. Il governo nel recente decretone che accompagna la finanziaria ha inserito norme che modificano ulteriormente la materia ed aprono degli spazi alla possibilità di mantenere una gestione pubblica dell’acqua consentendo l’affidamento diretto “in House” della gestione dell’acqua a SPA totalmente pubbliche che operino esclusivamente nel territorio degli enti che le controllano, previo accordo con l’Unione Europea. Contro queste modifiche uno schieramento che comprende anche parti dei DS e del centrosinistra aveva presentato emendamenti durante la discussione e si sta preparando a emendare, in sede conversione di legge, tale decreto per eliminare questa possibilità e caratterizzare in senso ancor più liberista questa materia.

Da un lato riteniamo importante lanciare una campagna per chiedere che si blocchino le gare d’appalto per affidare la gestione dell’acqua, che si fermino le quotazioni in borsa delle Spa pubbliche, che si avvii una ripubblicizzazione della gestione dell’acqua.Dall’altro chiederemo pubblicamente con una lettera aperta, insieme ad altre associazioni e movimenti che si occupano di acqua, un incontro alle forze politiche del centrosinistra e rifondazione per dirci quali sono le loro intenzioni in sede di conversione del decreto e di impegnarsi per riportare la gestione dell’acqua in mano pubblica.Queste proposte non esauriscono ovviamente l’iniziativa di Attac sull’acqua. Il nostro obiettivo è la gestione pubblica e partecipativa per questo la costruzione di reti di soggetti sociali ed associativi per lottare contro le privatizzazioni e per delineare le alternative a queste. Fondamentale, quindi, continua ad essere l’azione nel movimento e del movimento perché emerga il carattere paradigmatico della privatizzazione dell’acqua.In alcune realtà, il Trentino e Bergamo sono stati costituiti, grazie all’iniziativa dei comitati di Attac, tavoli territoriali sull’acqua. Continua l’iniziativa dei comitati locali di Attac sulle privatizzazioni. Uno dei nostri compiti più urgenti sarà quello di preparare e diffondere materiale di supporto ai comitati per lanciare o proseguire campagne contro la privatizzazione dell’acqua: schede informative su acqua e gats, acqua e costituzione europea, normativa italiana, argomenti contro le privatizzazioni teorici e derivanti da esperienze pratiche.Ci stiamo anche attrezzando per migliorare la nostra mailing-list interna di lavoro, come strumento di maggiore coinvolgimento e democraticità nel processo decisionale, e per costruire una newsletter telematica da inviare a tutti gli interessati, iscritti e non, per diffondere informazioni e documentazione.

Attacqua, come detto nasce come coordinamento dei comitati locali che si occupano di acqua per questo chiediamo a tutti comitati locali di segnalare le persone che si occupano o sono interessate al tema acqua, per aumentare le sinergie e attuare il coordinamento.In ogni caso crediamo importante che almeno una persona per comitato si iscriva alla costituenda news-letter per diffondere al massimo le informazioni e operare insieme.

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