“Assalto al territorio e impoverimento delle comunità” – Attac Imperia

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di Attac Imperia

Affrontare e riconoscere le trasformazioni che stanno avvenendo nel nostro territorio, ma anche le minacce che comportano.

Sono i temi affrontati da Stefano Risso nell’incontro L’assalto al territorio e l’impoverimento delle comunità, sabato 29 marzo 2025 al Floriseum di Sanremo, nella prima iniziativa della rassegna Frammenti di Cura, promossa da Attac Imperia, Collettivo Ci Siamo! e Riprendiamoci il Comune.

La rendita urbana, come processo di valorizzazione del territorio o di porzioni di città, è sempre più un serbatoio di arricchimento per pochi. Sta avvenendo nelle grandi città come nelle realtà minori, e la nostra Riviera non è esente. L’occasione di grandi eventi, Expo o manifestazioni che comportano un esorbiante flusso di turisti, come il Festival della canzone italiana, possono diventare motore per l’economia locale ma anche trasformazione del tessuto urbano, rischiando di rompere l’equilibrio che da sempre governa la città, tra le esigenze produttive e i bisogni delle comunità.

Dati della Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali (Fiaip) testimoniano una crescita generalizzata del valore degli immobili a Sanremo, con una quota della vendita pari al 75% – compratori a maggioranza straniera- destinata agli affitti brevi e turistici. Stessa sorte per i locali commerciali, che registrano impennate nelle aree pedonali. Mentre crescono le attività che chiudono entrano in agonia altre zone del commercio, come il mercato annonario e dintorni. Il rapporto annuale Movimpresa evidenzia ad Imperia un segno negativo per imprese commerciali, industriali e agricole.

Non è dunque tutto oro quello che luccica per un’economia che, al momento, è ancora in mano a operatori locali ma che apre la strada all’ingresso di imprenditori di dimensione sempre maggiore e sempre più slegati alle esigenze e peculiarità del territorio. La gentrificazione della Pigna, le modifiche del Piano Urbano Comunale (PUC), per consentire aumenti volumetrici e grattacieli di 15 piani, e il restyling del Porto Vecchio possono far parte di un disegno di cambiamento della città ma esser anche il rischio di svuotamento e trasformazione dell’identità storica e culturale.

L’assalto al territorio è anche quello dei parchi eolici, che minacciano di cancellare tradizioni storiche e socioculturali. E’ evidente che l’emergenza ecoclimatica impone un cambiamento di rotta, ma non a spese del paesaggio e dell’economia ecoturistica di un intero comprensorio. Il Ponente ligure non ha il vento del Nord Europa (certificato dall’Atlante eolico italiano) e non offre, quindi, particolari attitudini allo sfruttamento energetico, in termini di producibilità specifica. L’eolico selvaggio nasce, dunque, da un peccato originale: la disponibilità di incentivi spropositati prima ancora di una qualsivolgia programmazione e regolamentazione, alimentando il fondato sospetto che si possa trattare di operazioni di spoeculazione energetica.

Un’altra forma di spoeculazione sulla salute e sulle cure della collettività è quella perpetrata dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) per il ruolo assunto nell’edilizia sanitaria a Taggia, come a Genova, Torino, Livorno e nel resto del Paese. Mentre cresce ugente la richiesta di investimento nella prevenzione, l’Inail si concentra sul finanziamento di opere di edilizia sanitaria, come un qualsiasi soggetto interessato a operazioni immobiliari. A fronte di gravi carenze organizzative, di prestazioni sanitarie e di personale, stride il progetto di un ospedale unico per il Ponente come soluzione alle vere emergenze del sistema sanitario pubblico, ancor più se realizzato ex novo nel verde della piana torrente Argentina, in un bacino idraulico esondabile e soggetto al rischio geologico della falda.

Attac Imperia

Collettivo Ci Siamo!

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