Stati Uniti: Un anno di presidenza di Joe Biden

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Foto: Joe Biden Rally di Matt Bargar

di Eric Toussaint, portavoce di Cadtm International

articolo del 27/12/2021 pubblicato su Codice Rosso 

Alcuni commentatori avevano pensato che la presidenza di Joe Biden sarebbe stata un’opportunità per un punto di inflessione keynesiano negli Stati Uniti. Le stesse illusioni e speranze erano comparse all’inizio della presidenza di Barack Obama nel 2009.

In entrambi i casi, le elezioni si sono svolte mentre gli Stati Uniti attraversavano una grave crisi che avrebbe potuto portare il governo a prendere provvedimenti energici che avrebbero condotto a una svolta rispetto ai decenni di politiche neoliberiste.

L’amministrazione di Barack Obama avrebbe potuto applicare misure coercitive contro il grande capitale e, in particolare, contro le grandi banche e fondi di investimento, in grande misura responsabili dell’enorme crisi esplosa tra il 2007 e il 2008. Inoltre Barack Obama promise una profonda riforma del sistema sanitario, della sicurezza sociale, delle pensioni, e l’implementazione di una riforma fiscale destinata a far sì che i ricchi pagassero un po’ più di tasse, iniziando dall’1% più ricco. Non è andata così.

Nel caso di Joe Biden, ha annunciato che avrebbe chiesto alle imprese più grandi e ricche di pagare più tasse, ha promesso misure progressiste in materia di accesso alla sanità, alla protezione sociale e un salario minimo legale di 15 dollari l’ora…

Queste promesse gli hanno permesso di mobilitare a suo favore settori importanti della gioventù e una parte dell’elettorato che non andava più alle urne. All’inizio del suo mandato ha nominato Bernie Sanders presidente del Comitato del Bilancio del Senato, cosa che ad alcuni è sembrata la garanzia della volontà di implementare davvero misure progressiste. Altri, me compreso, l’hanno vista come un modo di intrappolare Bernie Sanders.

Promesse non mantenute

Si può affermare molto chiaramente, dopo quasi un anno di mandato, che le promesse di una svolta progressista verso una maggiore giustizia sociale non sono state mantenute.

Molto rapidamente è stato abbandonato il salario minimo di 15 dollari, e il salario minimo continua ad essere fissato a 7,25 dollari.

Non è stata presa alcuna misura per riscuotere nuove imposte dalle grandi imprese e ai più ricchi. Ancor peggio, l’Amministrazione Biden propone una misura addizionale favorevole alle famiglie ricche e il colmo è che permette a una serie di parlamentari repubblicani di denunciare l’ingiustizia e l’inganno della misura come favore dei ricchi [1]. Si tratta di aumentare da 10.000 a 80.000 dollari l’importo che un contribuente può dedurre dalle sue imposte federali per il pagamento di imposte locali (che siano municipali o imposte pagate allo Stato). Secondo un’analisi del Tax Policy Center, un’organizzazione non partitica, e del Center for a Responsible Federal Budget, il 94% dei guadagni dell’aumento del tetto delle imposte sul reddito a 80.000 dollari andrebbero al quintile superiore dei contribuenti del Paese, che guadagnano almeno 175.000 dollari l’anno, e il 70% al cinque per cento più alto [2]. La perdita di entrate per il Tesoro salirebbe a  275 miliardi di dollari all’anno.

Le spese militari sono state aumentate a 768 miliardi di dollari con l’appoggio dei repubblicani. Questo è il budget più alto dalla Seconda Guerra Mondiale (nonostante il ritiro dall’Afghanistan).

In termini di opere pubbliche, l’amministrazione Biden ha approvato, con l’appoggio dei repubblicani, un budget favorevole per le grandi imprese edilizie.

Ricordiamo che è stato negli Stati Uniti dove la pandemia di coronavirus ha provocato il maggior numero di morti in numeri assoluti del mondo: più di 835.000 morti alla data del 25 dicembre 2021.

Nonostante l’estrema gravità della situazione, Joe Biden non ha preso nessuna misura che potesse entrare in contraddizione con gli interessi delle grandi compagnie farmaceutiche. Sebbene il governo possieda la principale licenza per la produzione di vaccini a Mrna, si rifiuta di usarla e far sì che il settore pubblico produca vaccini negli Stati Uniti o altrove. Tutta la produzione viene lasciata nelle mani delle grandi imprese farmaceutiche e i brevetti che le imprese private hanno presentato non sono state sospese. L’amministrazione Biden non ha neanche offerto la licenza che possiede ai Paesi che avrebbero potuto beneficiarne e che possono produrre vaccini da sé se gli viene data questa opportunità. Anche se nel maggio 2021 aveva detto che la sua amministrazione voleva che la OMC sospendesse i brevetti come richiesto da più di 100 Paesi del Sud, Joe Biden in realtà non ha agito perché fosse preso questo provvedimento.

Come i Paesi dell’Europa occidentale, gli Stati Uniti stanno organizzando l’inoculazione di massa di una terza dose del vaccino (ci si sta addirittura preparando per una quarta dose come già fa lo Stato di Israele) e la vaccinazione dei bambini, mentre la OMS chiede che si dia priorità alla vaccinazione delle popolazioni dei Paesi del Sud che hanno accesso ad essa solo con il contagocce.

Deregulation finanziaria e abbandono dei programmi di giustizia sociale e di difesa dell’ambiente

In termini di regolazione finanziaria destinata a imporre una certa disciplina alle grandi banche e ad altri grandi imprese finanziarie, non è stato fatto nulla. Al contrario, è aumentato il lassismo. Per indicare chiaramente il suo orientamento favorevole ai mercati finanziari e al grande capitale, Biden ha prorogato il mandato del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che era stato nominato da Donald Trump. Ha anche nominato Janet Yellen, la ex presidentessa della Federal Reserve, alla carica di Segretaria di Stato del Tesoro (l’equivalente del Ministero dell’economia). Questo è stato un altro segnale a favore del grande capitale. All’inizio di dicembre 2021, Saule Omarova, la donna che si supponeva venisse incaricata della regolazione bancaria a capo dell’Office of the Comptroller of the Currency (l’ufficio di controllo della Moneta), ha dovuto rinuciare all’incarico dopo una campagna di destabilizzazione lanciata da Wall Street e dai repubblicani. Il Financial Times ha scritto in merito: “Ha dovuto far fronte a una reazione brutale dei repubblicani e del settore bancario, con critiche incentrate sulla sua formazione e carriera accademica con proposte che includevano un sistema di conti bancari gestiti dallo Stato” [6]. In realtà, non solo ha dovuto affrontare gli attacchi dei repubblicani, ma è stata affondata da una serie di parlamentari democratici vincolati al grande capitale come i loro colleghi.

Biden aveva promesso di approvare un importante programma di spesa per una maggior giustizia sociale e la difesa dell’ambiente. Questo programma «Build Back Better» (Ricostruire meglio), conosciuto con le sue iniziali BBB, avrebbe dovuto essere adottato contemporaneamente al principale piano di spesa in opere pubbliche che piace al Grande Capitale. Biden e la presidentessa del Congresso Nancy Pelosi alla fine hanno lasciato che le due votazioni fossero separate, mentre la sinistra del Partito Democratico ha rifiutato questa separazione. Il piano delle opere pubbliche è stato adottato con l’appoggio dei repubblicani e nonostante l’opposizione di 6 parlamentari della sinistra democratica, compresa Alexandria Ocasio-Cortez. Al contrario, il programma «Build Back Better» viene sabotato dalla destra del Partito Democratico e la cosa più probabile è che venga abbandonato.

Questo abbandono del programma «Build Back Better» mostra la vera natura della politica dell’amministrazione Biden che in grande misura, economicamente e socialmente, è in continuità con quella dei presidenti repubblicani, come G. W. Bush o D. Trump. Nel 1891 Friedrich Engels, nella sua introduzione ai testi di Karl Marx sulla Comune di Parigi, aveva descritto molto bene il sistema politico degli Stati Uniti dominato dai partiti Democratico e Repubblicano che si alternano al potere e difendono l’ordine capitalista.

L’amministrazione Biden non ha preso provvedimenti, nonostante i discorsi di buone intenzioni, neanche per ridurre l’accesso alle armi da fuoco, quando la quantità di omicidi sta aumentando bruscamente (aumento del 30% nel 2021). 400 milioni di armi da fuoco sono in circolazione negli Stati Uniti.

In relazione agli Stati come il Texas che hanno adottato una legislazione iper repressiva contro l’aborto, l’Amministrazione Biden non sta prendendo misure per difendere la legislazione federale che depenalizza l’aborto e si contenta di esprimere il suo disaccordo.

Mentre alcuni Stati, compreso ancora una volta il Texas, decidono di emendare le leggi elettorali per limitare l’esercizio del diritto al voto da parte delle classi popolari e, in particolare, dei suoi partiti  razzializzati, l’Amministrazione Biden non fa nulla.

In materia di diritti dei migranti e di accoglienza delle persone rifugiate, la politica dell’Amministrazione Biden non è realmente diversa da quella di D. Trump. Nel settembre 2021, l’inviato statunitense ad Haiti, Daniel Foote, si è dimesso per protesta contro le espulsioni «disumane» da parte degli Stati Uniti di migliaia di persone migranti haitiane. Le sue dimissioni sono state un duro colpo per Joe Biden: la sua politica di deportazione di massa di migranti haitiani al loro Paese è denunciata pubblicamente dal suo stesso emissario [7].

In materia di politica internazionale, l’amministrazione estende e conferma quanto adottato da Trump su temi centrali: pieno sostegno al regime sionista; agressività verso Cuba e Venezuela. Recentemente, un’indagine del New York Times ha rivelato che l’uso di droni in Siria, Iraq e Afghanistan aveva causato ufficialmente la morte di più di 1.400 civili. La cifra reale è certamente molto più alta. Da questo punto di vista l’amministrazione Biden ha proseguito la politica di D. Trump. Alla fine di agosto 2021 a Kabul sono morti 10 civili per un drone e si è saputo a dicembre 2021 che i responsabili non saranno puniti. «Non c’erano elementi sufficientemente solidi per stabilire responsabilità personali», ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby, a Washington per giustificare la mancanza di sanzioni [8]. L’Amministrazione Biden appoggia anche il regime militare del maresciallo Al-Sisi in Egitto fornendo ogni anno al suo esercito 1.300 milioni di dollari di aiuti. Allo stesso modo, Biden mantiene stretti rapporti con il regime ultrareazionario saudita.

Il ritorno all’Accordo Climatico di Parigi e alle trattative nucleari con l’Iran non portano a misure energiche. Al contrario, Biden finbisce per aumentare gli aiuti per l’estrazione di petrolio e gas negli Stati Uniti al fine di aumentare il volume di estrazione. In relazione all’Iran, gli Stati UNiti non stanno facendo reali concessioni, cosa che contribuisce al deterioramento della situazione.

Come spiegare come mai non c’è una svolta keynesiana?

Il fattore principale è la situazione della lotta di classe. Le classi lavoratrici e, in particolare, i salariati non vedono aumentare il loro livello di organizzazione e di capacità di agire. Ciò è diverso rispetto agli anni Trenta del Novecento, quando il movimento operaio era in auge negli Stati Uniti con un’ondata di scioperi e occupazioni delle fabbriche, specialmente nel settore automobilistico. I sindacati radicali avevano il vento in poppa. Le idee socialiste pure. L’URSS era un polo di attrazione, la pianificazione e il controllo pubblico dei mezzi di produzione sembravano essere una soluzione migliore del laissez-faire capitalista.

Par completare il panorama, bisogna aggiungere che nel 2020-2021 il governo (sia quello di Trump che quello di Biden) ha unto massicciamente gli ingranaggi pagando aiuti significativi alle classi popolari e rimandando il pagamento di una parte significativa dei debiti (debiti ipotecari, debiti studenteschi, debiti per gli affitti…). Nel 2020 e 2021, la povertà è diminuita grazie agli aiuti sociali di diverso tipo. Questo ha giocato un ruolo reale come ammortizzatore sociale. Le classi popolari non si sono viste spinte a passare all’azione. È vero che alcuni settori si sono mobilitati e in alcuni casi hanno ottenuto delle vittorie, ma questo è lontano dal rappresentare un’ondata di fondo.

I provvedimenti «sociali» presi da Trump e poi da Biden non sono strutturali, non costituiscono nuovi diritti, non sono perenni. Se il programma «Build Back Better-Ricostruire meglio», fosse adottato, si potrebbe ritenere di aver raggiunto un qualche progresso sociale, ma ovviamente, nel migliore dei casi, questo sarà molto limitato. Tutto questo dimostra che non siamo in un nuovo ciclo di tipo keynesiano nel quale il governo e la classe capitalista sarebbero obbligate a fare importanti concessioni alle classi popolari che vedrebbero progredire i propri diritti sociali e nei quali i salari reali aumenterebbero in modo sostanziale.

La classe capitalista continua ad arricchirsi anche se il tasso di profitto non è nel suo momento migliore e se una parte importante del capitale accumulato è fittizia e può crollare come un castello di carte in caso di una nuova crisi finanziaria.

Le disuguaglianze continuano ad aumentare con una maggior concentrazione della ricchezza a favore dell’1% più ricco.

La questione dei debiti

Nel terzo trimestre del 2021, il debito pubblico degli Stati Uniti ha superato i 28 miliardi di dollari, cioè il 125 % del PIL del Paese. Sia dopo il 2008 per far fronte alla crisi finanziaria che a partire dal 2020 di fronte alla crisi esacerbata dalla pandemia di coronavirus, i governi degli Stati Uniti hanno aumentato fortemente il debito pubblico. Non ci sono state imposte di crisi al grande capitale. Finora, l’aumento del debito pubblico è stato indolore perché i tassi d’interesse sono vicini allo zero. Attualmente, il tasso d’interesse reale del debito pubblico è perfino negativo, dato che l’inflazione supera il 5%. La Federal Reserve aumenterà gradualmente i tassi d’interesse, ma non ci saranno problemi gravi a breve o medio termine. Negli Stati Uniti, il volume del debito pubblico continuerà ad aumentare senza causare grandi scossoni.

I debiti delle famiglie delle classi popolari sono aumentati negli ultimi 10 anni, ma gli aiuti sociali in forma di assegni inviati nel 2020-2021 dalle autorità pubbliche ha ridotto temporaneamente il peso del loro pagamento. Inoltre, sia l’amministrazione Trump che l’amministrazione Biden hanno sospeso temporaneamente il pagamento di una serie di debiti: debiti studenteschi, debiti ipotecari in alcuni casi,  anche alcuni debiti per gli affitti, per non parlare di alcuni debiti delle piccole imprese. Ma queste misure termineranno e gradualmente la situazione si farà più tesa. Si conoscono alcune scadenze: maggio 2022 per i debiti studenteschi con un importo totale superiore a 1.600 miliardi di dollari. Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez stanno chiedendo la cancellazione totale. Movimenti favorevoli al condono di questi debiti sono in corso e in preparazione.

La questione dei debiti reclamati abusivamente alle classi lavoratrici sarà più importante nei prossimi anni.

Quanto ai debiti studenteschi, Barack Obama aveva fatto alcune parziali cancellazioni (il cui costo fu sostenuto dalle autorità pubbliche e non dai prestatori), Biden può fare lo stesso. Questo dipenderà in particolare dalle mobilitazioni. Una questione che bisogna seguire.

I debiti delle grandi imprese private è aumentato molto bruscamente negli ultimi anni. In caso di aumento delle tasse, è possibile che si verifichino dei fallimenti e si scateni una nuova crisi finanziaria.

Conclusioni

La politica dell’amministrazione Biden, al di là delle dichiarazioni propagandistiche e delle promesse non mantenute, è in grande misura in linea con l’offensiva del capitale contro le classi popolari. Non c’è un punto di inflessione sociale che sia realmente in corso e che rompa con 40 anni di politiche neoliberiste.

Nessuno a sinistra rimpiangerà Trump, ma da qui a farsi illusioni su Biden, ci sono limiti che non si devono oltrepassare.

Biden e il Partito Democratico deludono i settori delle classi popolari che li hanno sostenuti contro Trump e i candidati repubblicani nell’autunno 2020. Durante il 2021, in diverse elezioni parziali, questa delusioine si è espressa nelle urne e i repubblicani hanno rafforzato le loro posizioni. Le elezioni dell’ottobre del 2022 corrono il rischio di portare alla perdita della maggioranza dei democratici nel Parlamento e al Senato, cosa che aumenterà la tendenza alla continuità. È possibile una vittoria repubblicana nelle elezioni presidenziali del 2024.

La sinistra dentro e fuori dal Partito Democratico troverà la maniera di rafforzarsi e rompere il sistema bipartitico così ben descritto da Friedrich Engels 130 anni fa? Questa è la grande domanda storica. Si potrà consolidare il movimento popolare che negli Stati Uniti ha attraversato momenti molto rilevanti, come con Black Lives Matter o durante le mobilitazioni femministe? I salariati guadagneranno punti contro il padronato? I giovani inizieranno un percorso di lotte che diano continuità a Black Lives Matter, si focalizzino sull’ambiente, il debito…? Le risposte a queste domande sono aperte e sono di grande importanza per tutti i popoli del pianeta.

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