di Marco Bersani
A dispetto della storia -nel nostro paese il nucleare è stato bocciato dalla maggioranza assoluta degli italiani con ben due referendum- e a dispetto della logica – il nucleare è inefficiente dal punto di vista energetico, costoso dal punto di vista economico, pericoloso per la salute e l’ambiente e lascia scorie da gestire in sicurezza per decine di migliaia di anni- il governo Meloni è intenzionato a riaprire la partita.
In un’intervista di qualche giorno fa il ministro dell’Energia Pichetto Fratin ha annunciato un disegno di legge per la reintroduzione in Italia dell’energia nucleare di nuova generazione (che ha un unico difetto, non esiste), mentre il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso ha dichiarato al Forum di Cernobbio l’intenzione di costituire allo scopo una nuova società “con partnership tecnologica straniera”.
Della partita farebbero parte Ansaldo Nucleare, una divisione di Ansaldo Energia, società il cui capitale è per l’88% in mano a Cassa Depositi e Prestiti e per il 12% ai cinesi di Shangai Electric; Enel, il cui maggiore azionista (23,6%) è il Ministero dell’Economia e delle Finanze; e Newcleo, una start up “nata per sviluppare una nuova tecnologia di energia nucleare pulita e sicura”, di fatto quella dei favoleggiati “tanti piccoli reattori”, sostenuta con forti investimenti da Exor, la holding di John Elkan.
La grancassa nuclearista si giova delle esternazioni politiche, da Salvini a Calenda (ohibò, ma quest’ultimo non sta nel campo largo della cosiddetta sinistra?) delle analisi giornalistiche (Affari e Finanza di “Repubblica”, di proprietà di Exor, ca va sans dire) e utilizza la crisi climatica come clava per ripristinare il buon nucleare contro le cattive emissioni di CO2 (peccato che i sostenitori del nucleare siano anche quelli che tengono il freno a mano tirato su ogni azione di transizione per uscire dal fossile).
Mentre non si sa ancora che pesci pigliare per smaltire il pregresso -le scorie prodotte nel tempo necessitano di un deposito sotterraneo ad altissima sicurezza- il governo si lancia in una nuova stagione nuclearista che non farebbe che esacerbare i problemi irrisolti, aggiungendone di nuovi.
È tempo che la questione energetica venga presa di petto e non lasciata nelle mani del mercato.
È tempo che le risorse pubbliche -dalla finanza statale a Cassa Depositi e Prestiti- vengano sottratte ai grandi interessi del complesso militare, industriale e finanziario.
È tempo di riappropriazione sociale dell’energia, dei beni comuni e delle risorse economiche.
È tempo di cura ed è tempo di lotta.
Immagine: “Nuclear Power Plant” di Lennart Tange (CC BY 2.0).