LA ROCCIA NERA

Condividi:

Loading


di: Matteo Bortolon

L’ex ministro tedesco Schauble, oramai presidente del Bundestag (parlamento tedesco), torna a far parlare di sé. Schauble ha avuto a dicembre un tempestoso scambio con un alto funzionario europeo, Danièle Nouy. Si tratta di una figura poco conosciuta, forte di una carriera totalmente svolta nell’ambito della compassata burocrazia della banca centrale francese e tuttavia potentissima. Vediamo perché.

Dopo lo scoppio della crisi del debito (2009-10) si decide di mettere le maggiori banche europee sotto il controllo della BCE, in quella che diviene nota come l’Unione bancaria. Di essa si realizza un solo pilastro, approvato a fine 2013 ed entrato in vigore a fine 2014: il Meccanismo Unico di Supervisione. Questo deve fare il lavoro di verificare la “salute” finanziaria delle maggiori 123 banche dell’eurozona, sottraendo tale compito alle autorità di vigilanza nazionali (e nessun paese smania per questo esito, quando lo riguarda). Le modalità di applicazione dei criteri di verifica può penalizzare i vari istituti, così come la scelta di quali siano le “maggiori” può portare a asimmetrie simili nel trattamento. Vista l’importanza del sistema bancario per l’economia di ogni paese, non si tratta di meri tecnicismi. Ma di penalizzare qualcuno e di favorire altri.

Nouy è stata nominata da Draghi a capo di questo organismo. Che dovette accollarsi il compito di effettuare controlli di complessità tecnica mostruosi in pochi mesi, iniziando con quattro dipendenti. Quattro. Se la cavò facendo fare il lavoro a soggetti esterni. Ma a chi?

Qui entra il gioco Schauble: a dicembre scorso il Sole 24-Ore scopre un carteggio fra lui e Nouy in cui emergono dettagli straordinari. Già si sapeva che erano state ingaggiate società di consulenza privata, in specie la più grande e accreditata, Deloitte (una multinazionale del settore, mostruosamente estesa e potente). Ma vengono fuori i nomi di BlackRock, McKinsey e Oliver Wyman (cui venne data la modica cifra di 26 milioni di euro).

La questione è che le banche internazionali si affidano a società di consulenza esterne per superare i test; tali servizi hanno un costo globale sui 20 miliardi di dollari fra il 2014-18. E la BCE si affida alle stesse società per fare gli esami, generando una spirale di potenziali conflitti di interesse impensabile.

BlackRock per esempio ha ammesso di aver firmato i contratti per tali consulenze con due terzi delle banche internazionali. Appena si scava un po’ di avverte un senso di vertigine a fronte della “Roccia Nera”: fondata nel 1988 e considerata la più grande società di investimento nel mondo, poco presente sulla stampa salvo quella specializzata in temi economici e finanziari, è primo investitore straniero in Europa e Italia, gestisce qualcosa come 6300 miliardi di dollari in vari settori, quali banche, energia, chimica, trasporti, agroalimentare, aeronautica, immobiliare, cresciuto in modo spropositato dal 2009-10. BlackRock ha studiato i conti delle banche greche in crisi per conto della Troika. La Commissione sta creando l’infrastruttura giuridica per creare piani di fondi pensione paneropei; secondo una inchiesta recente sotto l’influsso di BlackRock. E chi ha chiamato l’amministrazione Obama per aiutare la gestione delle banche appena salvate dal governo? Blackrock. Tramite il suo programma informatico di gestione dei beni finanziari, chiamato Aladdin, influenza in modo sostanziale circa altri 20mila miliardi di dollari. Decisamente sembra l’incubo di un complottista, ed invece è reale.

Una critica mossa alla valutazione delle banche della vigilanza europea è che si concentra decisamente sul rischio di credito (problemi con la normale attività bancaria), trascurando massicciamente la presenza di attività finanziarie nei bilanci (così si capisce perché Deutsche Bank sia stata promossa e altre banche no). Adesso che sappiamo che era BlackRock a valutarle abbiamo qualche idea in più del perché. A proposto: la BCE ha dato l’incarico alla Roccia Nera pure per il 2018. Siamo in una botte di ferro.

Pubblico su Il Manifesto del 12.2019

Se sei arrivato fin qui, vuol dire che ti interessa ciò che Attac Italia propone. La nostra associazione è totalmente autofinanziata e si basa sulle energie volontarie delle attiviste e degli attivisti. Puoi sostenerci aderendo online e cliccando qui . Un tuo click ci permetterà di continuare la nostra attività. Grazie"