di Marco Bersani, Attac Italia
Il blocco delle barche della Flotilla, avvenuto manu militari da parte dell’esercito israeliano nella notte, costituisce un crimine di guerra. Non così tragico -speriamo- come quelli che quotidianamente avvengono a Gaza (anche oggi all’alba oltre 70 morti), ma identico dal punto di vista giuridico internazionale: Israele ha assaltato in acque internazionali una flotta di navi disarmate con persone provenienti da 44 Paesi che portavano con sé cibo e medicinali.
Un crimine contro il quale ogni governo democratico dovrebbe ribellarsi con forza e determinazione.
Non è il caso dell’Italia, dove i massimi esponenti di governo fanno a gara a chi si comporta in maniera più indegna.
Partiamo dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che dopo aver dato il via libera ideologico a Israele (“Quelli della Flotilla sono irresponsabili”) e dopo aver fatto dichiarazioni deliranti (“Stanno mettendo a rischio il piano di pace del mio amico Donald”) da oltre 24 ore è muta come un pesce. Evidentemente attonita nel constatare come le piazze del paese si sono spontaneamente riempite già nella serata di ieri, pronte ad esondare oggi, a bloccare tutto domani e a convergere sabato per la Palestina.
Quasi incredibile il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che è riuscito nel corso dell’intera serata e su tutti i canali a fare il telecronista del crimine di guerra: “Ecco, vedete li fermano…ma è un blocco, non un assalto..ora li porteranno sulla nave militare, poi li porteranno ad Ashkelon, poi li espelleranno”. Ovviamente attribuendosi il merito di aver evitato la carneficina e ovviamente dichiarando che il rientro delle e dei cittadini italiani non sarà a carico dello Stato. Vediamo se la nuova professione del solerte ministro proseguirà con la telecronaca delle piazze e dei blocchi nei prossimi giorni con il medesimo pathos dedicato ai criminali dell’Idf.
Direi quasi patetico il Ministro dei Trasporti (sic) Matteo Salvini, che rosica senza respiro, avendo constatato come non vi siano mai stati così tanti cortei non comunicati, né così tanti blocchi come da quando è in vigore il DL Sicurezza che, nel paradiso fascista del “nostro”, avrebbe dovuto stroncarli alla radice.
Gli tocca pure affrontare il primo sciopero congiunto Cgil-Usb (mai successo prima) ed eccolo allora sbraitare di precettazione ululando alla luna, invece di accontentarsi del fatto che, almeno per domani, se i treni non andranno, non sarà per colpa sua.
Fuor di metafora, abbiamo un governo ignobile, mentre un popolo intero si è finalmente risvegliato mettendo dentro quei cinquanta gusci di noce del Mediterraneo tutta la propria umanità e trasmettendo allo stremato popolo palestinese un messaggio per quanto flebile di speranza.
In questi giorni le piazze diranno ancora una volta che sappiamo da che parte stare.
E diranno ai governanti -si travestano pure da pesce, telecronista e rosicone- che sono complici e che per quanto si credano assolti, saranno per sempre coinvolti.