Editoriale: Chi fa la guerra non va lasciato in pace

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di Vittorio Lovera (Attac Italia)

Questo Granello di Sabbia pacifista è dedicato a Tancredi Tarantino, amico e compagno, Presidente dell’Associazione Re Common e attivista internazionale (in particolare sud America) per il diritto all’acqua pubblica, drammaticamente mancato nel giorno di Pasquetta. Sulla sua morte la magistratura ha automaticamente aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio per le molteplici minacce che Tancredi aveva ricevuto per le sue attività.

Vicinanza alla figlia, alla famiglia, a Re Common.

Che il viaggio ti sia lieve, amigo, il tuo esempio resterà sempre indelebile per noi.

Chi fa la guerra non va lasciato in pace è l’azzeccatissimo titolo di questo Granello di Sabbia, che intende rappresentare il pensiero della maggioranza dei cittadini di questo Pianeta.

Pace, pace, pace!!!

Una società senza più guerre, senza più armamenti, senza più eserciti, senza più armi.

Utopia?

Apparentemente sì. Il movimento pacifista non è più quella realtà che nel 2003 – prima della guerra del Golfo – il New York Times definiva la seconda lobby più influente del mondo, ma ciò non esaurisce il fatto che uno dei pensieri reconditi delle persone è quello di vivere in una società serena, pacificata, in una società della cura.

Stralcio a piene mani dal libro di Marco Bersani La rivoluzione della Cura – Uscire dal capitalismo per avere un futuro (Alegre, 2023), specchio del pensiero attacchino e della società della cura:

“Una società che si cura è una società sicura. Per questo la costruzione di una società radicalmente altra passa per la fine del sistema industrial militare, l’abolizione dell’esercito e la scelta di una neutralità attiva e disarmata come orizzonte. La guerra è il massimo dell’incuria. Distrugge vite, famiglie e relazioni. Devasta territori e ambiente. Sradica le esistenze delle persone, esaspera le diseguaglianze sociali, ingabbia le culture, sottrae la democrazia. Lo strumento della guerra è figlio legittimo della cultura patriarcale, quella che persegue il dominio e la sopraffazione, e rimuove ogni consapevolezza sulla fragilità dell’esistenza e sull’interdipendenza fra le persone e con l’ambiente che abitano.”

Sogniamo la pace, proliferano le guerre.

La nuova strategia capitalistica e neocoloniale ha optato per puntare su un’economia di guerra, investire in armi e armamenti, distruggere per poi ricostruire.

Oltre che in modo diretto (praticando le guerre) le lobbies guerrafondaie operano in maniera ben più subdola, militarizzando ogni ambito culturale. Dalle scuole elementari (zainetti dell’esercito, figurine guerrafondaie, giochi di guerra, visite alle caserme) fino alle università si prova costantemente “a dare un carattere o imporre uno spirito militare: militarizzare la nazione, la burocrazia, i sistemi educativi” (Treccani, Militarizzazione).

E allora si militarizzano le stazioni, quotidiani e telegiornali ci parlano ogni benedetto giorno di cingolati, gittate e scudi, droni, sistemi satellitari di attacco, di difesa, di tracciamento delle truppe nemiche, tattiche e strategia e soprattutto…  degli investimenti necessari (che verranno ovviamente sottratti a welfare, ambiente, sanità, università).

Al bar oltre che di calcio e meteo sempre più spesso si sentono chiacchiere sul tema militare. E così sui social. E nelle università spesso contratti, commesse e ricerche sono sempre più incentrate su tecnologie dual use, dal duplice uso, concepite per l’ambito civile che vengono poi impiegate in ambito militare. Insomma, uno stillicidio di bellicismo.

Questo numero del Granello pacifista si articola in 25 articoli, divisi in due sezioni: una di analisi, l’altra legata all’attivismo dei movimenti sul versante del pacifismo. Sono approfonditi tutti gli aspetti legati al tema guerra: dalla sintesi di un’intervista a Jaime Pastor Crisi globale, conflitti e guerre del XXI secolo agli articoli di Marco Bersani, Franco Russo, Antonio De Lellis, che analizzano dettagliatamente i rapporti finanza – guerra (secondo la famosa frase di Giovanni Falcone “Segui il denaro”); dal commovente report da Gaza di Walter Massa, presidente nazionale ARCI, a La guerra entra in classe di Antonio Mazzeo; fino agli accorati ma lucidissimi appelli di Alessandra Algostino e Nicoletta Pirotta; e poi tutte le iniziative pacifiste raccontate dagli attivisti.

Attivisti che protestano rischiando manganellate e fermi, in un clima di crescente e ingiustificata tensione (anche se finora non sono segnalate somministrazioni di olio di ricino), sono il preciso indicatore di come la questione bellica sia un nervo delicato e scoperto di questo governo, che non trova di meglio che gestire la protesta con la repressione.

In tutto questo emerge l’assoluta vergogna rappresentata da quelle Istituzioni (che poi altro non sono che la classe politica) incapaci di minime iniziative di contrasto all’escalation bellica.

Penosi poi sulla querelle semantica se a Gaza è in atto un genocidio o no.

Pur essendo contrario qualunque intervento obbligatorio anche in sanità, ogni tanto mi trovo a pensare che mondo migliore sarebbe se uno stuolo di medici e infermieri garantissero un Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) internazionale a Putin, Zelensky, Biden, Trump, Xi Jinping, Kim Jong-un, Nethanyahu, von der Leyen, Macron, Stoltenberg, Crosetto, Orbàn, Erdogan. Poi per non subire attacchi ideologici Tso, anche per qualche membro di Hamas e per – minimo condicio – tutti i coloni della Cisgiordania.

Il Trattamento sanitario obbligatorio non è un atto particolarmente democratico, proprio come non vi è nulla di realmente democratico nelle scelte di questi “mentecatti”, tronfi solo del loro potere.

E visto che per una volta facciamo noi una lista, inserirei – antipatia personale – anche Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Piero Fassino, uno dei pensatori dello scempio Tav che poi “fotte” (ovvero depone nelle tasche e non paga, distratto – guarda il destino – da una telefonata ) boccette di profumo nel duty-free dell’aeroporto, Vannacci e i nostalgici della X Mas.

Ovviamente era solo un sogno ironico, insomma scherzavo … no manette a me.

Un grande plauso, invece, per la sua costante coerenza sui temi della guerra (compresa la questione Nato) al candidato indipendente Pd Marco Tarquinio, ex direttore del quotidiano cattolico Avvenire. Purtroppo, ha scelto di candidarsi nel Pd che sul tema bellico agisce un po’ da … Tso.

Con questo numero si esauriscono le pubblicazioni del Granello di Sabbia per il primo semestre dell’anno.

Alcune considerazioni sul lavoro svolto da Attac Italia e alcune tracce di quanto la nostra associazione proporrà dopo la pausa estiva.

La partecipata e stimolante Assemblea nazionale di Attac, svoltasi a Napoli ai primi di febbraio, ci aveva visto convergere sulla volontà di contribuire a ridare fiato a due percorsi – Società della Cura e Riprendiamoci il Comune – che, per differenti motivi dopo anni di vento in poppa, si sono ritrovati in una sacca di bonaccia. Il contributo della nostra Associazione per ridare linfa a questi percorsi non poteva che essere individuato nel proseguimento di momenti di autoformazione orientata all’azione. Così a marzo 2024 abbiamo organizzato due incontri online Dei lati oscuri dell’intelligenza artificiale dedicati alla scoperta dell’intelligenza artificiale  e condotti da Marco Schiaffino, giornalista e uno dei massimi esperti in nuove tecnologie. A maggio 2024 abbiamo invece presentato due iniziative, entrambe realizzate da realtà attacchine: Conflitti/Attac Sabina e Attac Saronno, che possono risultare interessanti per i molti comitati territoriali ancora attivi della Campagna nazionale Riprendiamoci il Comune. La prima Come si fa una Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale, introdotta da Guido Viale,  ha dimostrato come nell’arco di un anno in Sabina si sia strutturata una Comunità energetica rinnovabile-solidale (Cer-s) Illuminati Sabina Eps, autofinanziata, che aggrega 55 nuclei familiari e che ha un primo impianto fotovoltaico comune per complessivi 32 kilowatt. Nei prossimi mesi è prevista l’attivazione di altri impianti comuni – tra cui uno con una chiesa di una comunità valdese locale – per possibili altri 80 kW. Un gran bel segnale in ambito ecologico sviluppato anche in sinergia con la rete di economia solidale romana.

La seconda iniziativa aveva come focus la sanità, e più nello specifico gli autointerventi dal basso per supplire ad alcune gravi inefficienze gestionali del sistema sanitario pubblico. Introdotta da una precisa  relazione di  Edoardo Turi sullo stato del sistema sanitario nazionale, è proseguita con l’illustrazione delle metodologie che in Lombardia (soprattutto varesotto, comasco e lodigiano) hanno portato alla creazione degli sportelli SOS Liste d’attesa, una apprezzatissima e salvifica panacea per bypassare le disfunzioni del pubblico legate sia alla voluta carenza di personale sia di adeguati finanziamenti, sempre più appannaggio solo della sanità privata.

Questi due seminari su buone pratiche riproducibili in tutti i territori avevano fatto seguito ai quattro seguitissimi incontri di ulteriore approfondimento teorico sui temi che hanno caratterizzato la Campagna nazionale Riprendiamoci il Comune: Cos’è Cassa Depositi e Prestiti e perché deve essere risocializzata; Come leggere e capire i bilanci comunali; La finanza dei Comuni tra PNRR e la ripresa del patto di stabilità; La pericolosità del project financing.

Un grande plauso meritano  i ”ministri degli esteri” di Attac (Roberto Spini, Stefano Risso e Giovanni Maniscalco) per il costante lavoro di coordinamento con le reti europee di Attac e per la presenza contenutistica portata al Forum di Marsiglia, assieme al nostro instancabile Presidente Antonio De Lellis, presente e attivo – oltre che a Marsiglia – anche a Verona nella tre giorni di “Arena di Pace”

Se tanto è stato messo in campo in questo primo semestre 2024, vediamo brevemente le prossime iniziative, in calendario dopo la pausa estiva.

Puntuale come Natale e Pasqua, dal 13 al 15 settembre a Cecina, nel camping Le Tamarici, si terrà l’università estiva di Attac Italia. Segnatevi già le date per poi iscrivervi.

Quest’anno il titolo dell’università sarà La cura del futuro e sarà incentrata su cinque seminari: Il futuro nelle mani della finanza?; Il futuro nelle mani della guerra?; Il futuro nelle mani del fossile?; Il futuro nelle mani dell’intelligenza artificiale? e infine Le alternative: dov’era l’io, fare il noi.

Stiamo ancora completando la strutturazione sia logistica sia dei relatori, ma l’impianto base del programma è questo.

In autunno lanceremo invece sei incontri (sempre di lunedì a partire dal 7 ottobre 2024) incentrati sul comprendere il Municipalismo: Inquadramento teorico del Municipalismo relatrice Jolanda Bianchi; L’esperienza della Comune di Parigi e la sua attualità  a cura di Francesco Brancaccio; L’esperienza di autogoverno delle comunità zapatiste in Chiapas relatore Raul Zibechi; L’esperienza del confederalismo democratico in Rojava  illustrata da Caterina Tedone; Potenzialità e limiti delle esperienze municipaliste europee: Barcellona en Comu e Možemo! a Zagabria relatrici Viviana Asara e Karlo Kralj; e La democrazia e l’autogoverno delle comunità territoriali  relatori Rossano Pazzagli e Maria Francesca Di Tullio.

Non male, che dite?

Questo numero del Granello di Sabbia uscirà nel periodo di consegna delle dichiarazioni dei redditi.

Ricordiamoci sempre, tutte e tutti, che Attac Italia è un’associazione movimentista completamente autofinanziata: o attraverso il 5 per mille o attraverso la sottoscrizione di una tessera d’adesione.

Mano sul cuore o ancora meglio sul portafoglio. Proviamo sempre a offrire tanto, dateci una mano per poterci migliorare. Grazie e scusate la richiesta d’obolo, ma è uno dei miei doveri , quale Miseriere nazionale dell’Associazione.

L’uscita di questo numero del Granello è, poi, concomitante con il voto per le Europee 2024.

Il numero precedente è stato completamente dedicato all’Europa. Ora con questo, che si occupa della causa pacifista, ci avviciniamo all’8-9 giugno 2024. Per chi legge il Granello, segue Attac e andrà a votare l’unico memento è Chi fa la guerra non va lasciato in pace: ricordiamocelo sempre, senza sconti per nessuno.

Da ultimo: il 20 giugno ricorre il 20° anniversario della scomparsa di Tom Benetollo, presidente dell’Arci, punto di riferimento dei movimenti altermondialisti e del pacifismo internazionale, gentiluomo visionario ma concretissimo. Lo ricordiamo, lo ricorderemo sempre. Vicini al Direttivo nazionale dell’Arci, a Raffaella e a tutti i militanti dell’Arci.

Ci congediamo con la stessa chiusa del numero precedente: Ilaria (definitivamente) libera, Free Gaza.

Immagini:

  1. Tancredi Tarantino durante un incontro internazionale a Parigi, agosto 2014“. Foto ReCommon
  2. Peace” di Luca Perino (CC BY-NC-ND 2.0 DEED)

Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 53 di Maggio – Giugno 2024: “Chi fa la guerra non va lasciato in pace

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