Attac Spagna chiede che il governo e i gruppi parlamentari nazionalizzino le casse di risparmio

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Campagna per garantire la stabilità finanziaria e la ripresa dell’attività economica e dell’impiego. Attac Spagna chiede che il governo e i gruppi parlamentari nazionalizzino le casse di risparmio.

Ribellione

Ieri, 24 di giugno, Carlos Martínez, Presidente di ATTAC Spagna, Susan George, Presidente onorario di ATTAC Francia, e Juan Torres López, in rappresentanza del Consiglio Scientifico di Attac Spagna, hanno presentato nel Congresso dei Deputati un’iniziativa per chiedere che il Governo e i gruppi parlamentari compiano i passi necessari per nazionalizzare le casse di risparmio spagnole. Una misura, secondo i promotori, “assolutamente necessaria e prioritaria per uscire dalla crisi, non solo come forma per rimediare alla mancanza di finanziamenti attuata dalle banche private e che sta portando alla chiusura o alla disoccupazione migliaia di imprese e di persone, ma anche per garantire che a medio e lungo termine l’economia spagnola possa cambiare modello di produzione e orientarsi verso un tipo di attività che generino più posti di lavoro e di miglior qualità, più equità e equilibrio naturale e più benessere sociale”.

Testo della propostaAlla luce della situazione in cui continua a trovarsi l’economia spagnola, degli effetti di nuovo recessivi che sicuramente le misure di aggiustamento imposte al Governo da parte dei poteri finanziari imporranno e della palese incapacità delle banche private di finanziare l’attività economica del paese, ATTAC Spagna, su proposta del suo Comitato Scientifico, ha deciso di rivolgersi a tutti i gruppi parlamentari spagnoli per esporre e mettere in primo piano i seguenti aspetti: Primo, che la causa principale della crisi dell’attività economica e del lavoro e del suo recupero, praticamente nullo, sta nella mancanza di credito e di finanziamenti; che non si può continuare più a lungo senza renderli accessibili e che di fronte all’evidente incapacità delle banche private di renderli disponibili è urgente e imprescindibile che lo Stato assuma questa funzione. Secondo, che la Banca di Spagna deve espletare senza indugi il suo compito di supervisione e controllo mettendo in luce, in modo trasparente e senza sotterfugi contabili, la situazione patrimoniale e di solvenza effettiva delle banche private, obbligandole ad assumersi le loro responsabilità e a portare a termine le operazioni di risanamento e ristrutturazione o gli interventi opportuni senza, che in nessun caso, questi generino costi aggiuntivi per l’erario pubblico a beneficio degli interessi privati. Terzo, che è impossibile che l’Instituto di Credito Oficial (ICO) si assuma da solo il finanziamento dell’economia spagnola, così come si sta pretendendo, perché non dispone né del capitale né dei mezzi materiali sufficienti per questo scopo. Quarto, che nonostante la situazione di difficoltà che alcune di esse affrontano come conseguenza dell’aver copiato indebitamente il modo di funzionamento e gli obiettivi delle banche private, le casse di risparmio possono perfettamente svolgere la funzione di finanziare l’attività economica e migliorare il ruolo che hanno svolto fino ad ora, sempre che si proceda a risanarle adeguatamente, che si riaggiustino le loro dimensioni di scala, si definiscano nuove sinergie e si stabilisca un nuovo tipo di organizzazione e un modo di funzionamento che non le renda schiave di poteri estranei all’interesse pubblico così com’è avvenuto in molti casi negli ultimi anni, allorché si sono praticamente limitate a clonare il modo di agire delle banche private. Quinto, che sono completamente inaccettabili le proposte del Fondo Monetario Internazionale, e degli altri organismi, tendenti alla progressiva privatizzazione delle casse perché ciò significherebbe rinunciare alle uniche entità finanziarie che oggigiorno perseguono fini di interesse sociale e, inoltre, un grave collasso per l’erario pubblico e per tutti i suoi impositori e clienti. Tanto meno è accettabile che la ristrutturazione delle casse si limiti a ridurre la loro quota di mercato, mentre le banche private aumentino la loro e risolvano in questo modo la de-capitalizzazione che hanno sofferto come conseguenza delle loro strategie irresponsabili per aumentare i loro profitti. A conclusione di tutto questo, ATTAC SPAGNA esige dai gruppi parlamentari che si attivino nel mettere in moto le iniziative parlamentari necessarie a far sì che il Governo proceda, con carattere di urgenza, alla NAZIONALIZZAZIONE DELLE CASSE DI RISPARMIO. Senza mettere a rischio lo sviluppo che questa proposta potrà, in maniera dettagliata, avere in sede parlamentare una volta che si sarà considerato l’insieme degli interessi sociali e non solo ascoltato le voci che rappresentano gli interessi dei gruppi finanziari più potenti, ATTAC Spagna propone che questa misura si basi sui seguenti principi: a) Costituzione di una Confederazione Statale delle Banche Pubbliche, a partire dalle casse di risparmio attualmente esistenti, avente carattere di servizio pubblico essenziale e per missione quella di garantire in ogni caso il flusso imprescindibile del credito diretto all’attività economica; la Confederazione sarebbe di proprietà mista, una parte maggioritaria dei fondi procedente dallo Stato e l’altra dagli impositori, clienti o anche da istituzioni private con vocazione di servizio pubblico. b) Conferire a questa Confederazione bancaria pubblica il carattere e i principi di funzionamento e investimento caratteristici della Banca Etica: particolarmente la rinuncia all’ossessione del lucro, il mantenimento di azione e responsabilità sociale, la trasparenza e l’attenzione privilegiata per i settori sociali con maggiori difficoltà nell’accedere al credito bancario: medie e piccole imprese, microimprese, famiglie a basso reddito, giovani imprenditori/imprenditrici e donne.c) Questa Confederazione Bancaria assumerà, come orizzonte a medio e lungo termine, la propria progressiva rinuncia al sistema di riserva frazionaria per introdurre e trattare di generalizzare sistemi di credito innovatori che non provochino i problemi di instabilità e crescita artificiale di debito, associati al privilegio di creare denaro per questa via di cui gode la banca privata. d) In ogni caso, questa banca pubblica dedicata al credito per l’economia produttiva, sarà limitata e controllata nell’attività puramente finanziaria che la maggior parte delle attuali casse di risparmio portano avanti. Sarà altresì proibita l’utilizzazione di filiali e società extra-territoriali, domiciliate in centri finanziari offshore, conosciuti come paradisi fiscali notori. e) Il governo di questa Confederazione di banche pubbliche dovrà stabilirsi in modo che sia sempre garantito che l’imprescindibile presenza dei poteri pubblici e degli interessi sociali, nei suoi organi di direzione e controllo, si dia sempre in conformità con i principi di democrazia piena, di pluralità e trasparenza, garantendo, in particolare, che esistano contropoteri effettivi che evitino un’indesiderata concentrazione del potere o la semplice imposizione di quote partitiche. f) Questa Confederazione si strutturerà in entità che in ogni autonomia o nazionalità manterranno identità, personalità propria e autogoverno e che saranno dedicate specificatamente al finanziamento della propria economia, anche se saranno vincolate per approfittare delle sinergie presenti nella confederazione e impegnate con le politiche di finanziamento statali che per ogni territorio saranno state definite al suo interno. g) Senza pregiudicare il fatto che potrebbe portare a buon fine qualsiasi altra attività di finanziamento bancario, la confederazione di banche pubbliche così costituita sarebbe destinata, preferibilmente, a finanziare la messa in moto di un nuovo modello di sviluppo produttivo basato sullo sviluppo regionale, inteso come uno strumento che fomenta la generazione e l’uso sostenibile delle risorse endogene, il sostegno dei servizi pubblici essenziali come educazione e salute, la messa in marcia delle politiche sociali e di uguaglianza, in particolare quelle in appoggio ai servizi di dipendenza, il potenziamento dell’imprenditorialità e del capitale-rischio, lo sviluppo di nuovi tipi di attività o settori professionali e impresariali, la I+D+i pubblica e privata, l’attività delle piccole e medie imprese, il microcredito o l’incremento della produttività nel settore pubblico, per citare i punti che si potrebbero considerare più importanti e prioritari. h) Nel disimpegnare queste funzioni la banca pubblica farà in modo di non competere, né avrebbe ragione di farlo, con la banca privata, ogni qual volta che sia previsto un tipo di finanziamento di pubblico servizio dedicato a coprire precisamente le domande di credito che le banche private stanno smettendo di accogliere. i) Per rafforzare la struttura di questa confederazione bancaria pubblica si disporrà che – mediante i cambiamenti legali necessari – essa sia integrata dalla struttura materiale e di personale dell’attuale servizio delle Poste che sta prestando servizio in entità bancarie private.

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